Capitolo 13.

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Non ho ancora capito il motivo di essersene andato ed aver sbattuto la porta. Se l'è presa perché ho smentito una sua ipotesi? Non potevo mica dirgli come lo trovo realmente, chissà cosa avrebbe pensato.
Vabbè, a questo ci penseremo dopo. Gli passerà, no? Non penso sia un ragazzo rancoroso... O meglio, spero.
Adesso devo scoprire come ha avuto il mio numero, dopo aver scoperto perché ha rubato il mio computer.
Appena scoprirò anche questa, devo scoprire cosa intendeva nel suo primo biglietto, quello che dice "aveva ragione mia madre, tulipano".
Penso di aver capito in realtà, perché quando sono arrivata qui in casa con le valigie in mano, la prima frase di sua madre è stata "Tesoro, quanto sei bella".
Quindi mi ha fatto un complimento senza farmi un complimento? Almeno ha un po' di fantasia nel dire le cose, apprezziamolo.
Ad un certo punto mi arriva una chiamata: mia madre.
Rispondo dopo due squilli, e comincia a chiedermi come mi trovo, come sto, se ho fatto amicizia con Marcus, e molte altre cose stupide. Io rispondo che va tutto bene e le racconto solo cose positive, perché non ho tanta voglia di parlare e so già che mi farebbe il suo solito discorso se le dicessi cose negative.
Quando mettiamo giù la chiamata avverto un messaggio da Stella.

S. Cos'è successo dopo ieri sera? Devi raccontarmi tutto.
D. Non ho tanta voglia di uscire, se vuoi vieni tu, ma devo chiederlo alla madre di Marcus.
S. Okay.

Esco dalla stanza e trovo Arianne in bagno, mentre pulisce lo specchio.
«Tesoro, dimmi», mi dice lei.
«Volevo chiederti se potessi invitare una mia amica qui, solo per un po', deve parlarmi di una questione importante», mento.
«Ma certo. Stamattina ho anche fatto il tiramisù, e se volete potete fare colazione con quello. Sono ancora le dieci e mezza, dopotutto», mi risponde lei con un sorriso.
«Va bene, grazie. Ti voglio bene». Dopodiché esco.

D. Vieni, Arianne ha anche preparato il tuo dessert preferito.
S. Arrivo, non vedo l'ora.

Quanto la conosco.
Sono le 10:40 ed è appena arrivata. La faccio entrare, saluta Arianne e corriamo in camera mia.
Marcus è ancora lì dentro, chissà che combina...
«Quindi? Racconta!», si butta sul letto, incrocia le gambe e si sfrega le mani con un sorrisetto malefico.
«Nulla di ché, mi ha aperto lo sportello come sempre, siamo entrati in casa e mi ha detto di adagiarmi a lui perché non riuscivo a stare in piedi. Mi ha fatta sdraiare, mi ha tolto le scarpe e mentre stava uscendo l'ho fermato, chiedendogli di restare con me», confesso imbarazzata, abbassando lo sguardo.
«COSA? LO SAPEVO!», urla.
«Shhh, si sente tutto in camera sua!», la zittisco io.
«Ok, scusa, continua».
«Si è spogliato come fa sempre, e si è messo accanto a me. Poi mi sono voltata dal lato opposto a lui, e mi sono sia addormentata che risvegliata con il suo braccio sulla vita, capisci? Non se n'è andato, e non si è neanche mosso!», dico io con un sorriso stampato in faccia.
«Ah-ah. Ti ho persa, amica mia, mi sa che sei davvero cotta», mi dice lei con un sorriso forzato.
«Non lo so, è tutto così confuso. Poi stamattina ero ancora girata e non mi sono mossa, ma ha comunque capito che fossi sveglia», dico mettendomi le mani in fronte.
«Sai se si sente con qualcuna per ora? O se porta qualcuna in casa?», chiede con una faccia a dir poco schifata.
«No, non l'ho visto con nessuna per ora, mi sa che glie lo chiederò», faccio io quasi convinta.
«Tu sei pazza, ragazza. Comunque è meglio così, e se volesse iniziare qualcosa con te? Hai detto che di solito appena termina con una ragazza, comincia con un'altra e così via, ma se dici che per ora non ha nessuna ci sarà un motivo, e quel motivo si chiama Diane Callher», dice facendomi l'occhiolino e picchiettando l'indice sulla mia gamba.
«Te l'ho già detto, ti stai facendo troppi film», le dico allontanando la sua mano, scherzosamente.
«Sarà», dice roteando gli occhi e sospirando.
Si sono fatte le undici, quindi Arianne ha portato il tiramisù.
«Grazie, Arianne, è buonissimo», dico.
«Infatti, è proprio buono», concorda Stella con un sorriso, prima che Arianne esca dalla stanza.
«Penso che adesso andrò», dice poi, posando il piattino ormai vuoto sulla scrivania.
«Prima di fare o dire qualcosa, pensaci, e dopo aggiornami su tutto», continua.
«Va bene dai, appena succede qualcos'altro ti avviso, ti accompagno alla porta», le dico alzandomi dal letto.
Ci ha salutati e se n'è andata.
Sto tornando in camera per prendere e portare in cucina in piattini sporchi, ma noto che la porta di Marcus è aperta a metà. Dev'essere uscito e l'avrà lasciata così. Non devo controllare, e se fosse ancora lì dentro? No, non posso rischiare.
Sciacquo i piattini in cucina e mi metto a letto con il computer, continuando la mia serie preferita. Si fanno le 12:30 e Marcus entra in camera mia senza bussare.
«Mamma è dovuta andare un attimo da nonna, e mi ha avvisato adesso che pranzerà lì, mentre papà mangerà fuori e tornerà direttamente stasera. Siamo solo noi due, ordiniamo il mc?», mi chiede con uno sguardo assente.
«Come vuoi», rispondo mantenendo lo sguardo basso sul computer, senza guardarlo mentre rispondo.
Senza dire altro, chiude di nuovo la porta ed io continuo la serie.
Sono le 13:20 ed è arrivato il mc. Marcus è dentro la doccia, quindi lo prendo io ed apparecchio velocemente.
Quando termino, arriva Marcus al momento giusto e ci sediamo a mangiare, senza dire una parola.
Non capisco perché a volte mi tratta bene, quando parla è dolce e ci scambiamo sorrisetti, mentre altre volte sembra che siamo acerrimi nemici e che non ci sopportiamo.
Perché sei così complicato, Marcus?
«Me lo chiedo anche io», dice dal nulla.
Ops, forse l'ultima frase che ho pensato l'ho detta ad alta voce.
Ma devo far finta di nulla, non deve capire che stessi pensando a lui.
«Ho fatto o detto qualcosa di sbagliato stamattina? Non capisco perché certe volte mi parli tranquillamente, ed altre invece sembra che vuoi sbranarmi con gli occhi», dico, perché non ho paura di affrontare un discorso con lui.
«Non sei tu il problema, Diane. Adesso mangiamo e basta».
Non mi piace vederlo così, non voglio che sia spento a causa mia.
«Non voglio che tu stia così, fino a qualche ora fa eravamo tranquilli, non capisco cosa sia cambiato», continuo, senza dar retta alla sua continua voglia di concludere il discorso.
«Non hai fatto nulla, ok? Sto per i fatti miei, tutto qui, e dovresti farlo anche tu».
Non rispondo, perché mi sta trattando veramente di merda, quando vorrei solo capire il perché del suo comportamento.
Finiamo di pranzare, lui torna subito in camera sua a fumare ed io sparecchio, lavando i piatti.
Si fanno le 14:30, vado in camera anch'io e mi addormento.
Alle quattro mi ritrovo con una coperta addosso e la finestra che avevo lasciato aperta, chiusa: sta piovendo.
Arianne non è ancora arrivata: è stato Marcus. Sarà entrato in camera per dirmi qualcosa e mi avrà trovata addormentata, quindi mi avrà coperta, oppure mentre era in camera sua ha notato che ha iniziato a piovere e ha pensato a me... Non lo so.
Ma in entrambi i casi, gli sono venuta in mente io, e mi basta questo.
Adesso mi alzo, vado da lui e lo ringrazio. Oppure no... Non so cosa cazzo fare, come reagire, come comportarmi.
Lascio stare, che forse è meglio.

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SPAZIO AUTRICE:
Hello, readers. Eccoci qui con il capitolo tredici, vi sta piacendo? Ultimamente sto aggiornando senza preavviso, lo so, ma mi piace sorprendervi...Vi dico già che dal prossimo capitolo in poi la situazione tra i due protagonisti si scalderà molto più di questo si sia già scaldata. Chissà, chissà...
Ci sentiamo nel prossimo capitolo, a presto.

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