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Erano passate 2 settimane e niente era cambiato da quando arrivai.

Ogni giorno venivo picchiato per ogni minimo dettaglio che mi sfuggiva, dovevo sempre essere perfetto in tutto quello che svolgevo, altrimenti ne avrei pagato le conseguenze.

Ma oramai avevo capito che le conseguenze le avrei pagate comunque sempre, anche senza motivazione.

Non mangiavo per giorni, venivo rinchiuso in spazi piccoli e stretti, pieni di polvere, senza cibo e acqua per tutto il giorno. Non potevo più usare il telefono.
Dovevo ubbidire a tutto quello che mi ordinavano, altrimenti mi avrebbero picchiato a sangue

Non riuscivo più a sentirmi vivo, come se fossi intrappolato e la via d'uscita non esistesse.

Oggi la mia matrigna mi ordinò di preparare da mangiare a suo marito che tra qualche ora sarebbe ritornato a casa dal lavoro.

Non ho mai cucinato in vita mia.

E se non gli sarebbe piaciuto?

Non sapevo neanche cosa preparare...

Così cercai di decidere in fretta e decisi di preparare due bistecche con delle patate al forno e un po' di insalata.
Sembrava un piatto facile, ma meglio che preparne uno che faccia schifo.

Così presi le due bistecche di manzo per farle scongelare e intanto pelaii le patate per poi tagliarle a cubetti.
Successivamente, misi una pentola sopra il fornello e lo accesi, aggiunsi l'olio per poi mettere le due bistecche.

Presi un'altra pentola e ci misi le patate, aggiunsi anche un po' di sale per non farle sembrare senza sapore.

Infine, preparai l'insalata nell'apposito piatto mettendo la quantità adeguata, quando d'un tratto mi ricordai di non aver ancora preparato la tavola.

Una scossa mi trapassò la schiena.

Merda.

Sfrecciai nel salone e feci il tavolo più velocemente che potessi.

Giusto in tempo in cui avevo finito sentii il mio patrigno, il signor Miller, urlare di essere arrivato.

Così mi inchinai e camminai a passo veloce in cucina

vidi uscire dalla pentola del fumo, corsi e con le mani tremanti spensi i fornelli.

Cercai di fare meno rumore possibile e misi le patate e le due bistecche...BRUCIATE?!

CAZZO SONO NERE.

Iniziai ad andare nel panico e a sudare, non potevo fare niente ormai l'uomo si era già seduto al tavolo nell'attesa di mangiare.

Così dovetti per forza portargli la cena, non avevo altra scelta.

Camminai piano e quando uscii dalla cucina il mio cuore iniziò a martellare così forte che rischiava di uscirmi dal petto.

Gli misi il piatto in tavola e mi inchinai, allontanandomi per lasciargli lo spazio necessario.

Non passò neanche un minuto che l'uomo girò lentamente la testa verso di me e mi lanciò uno sguardo assassino.

Il mio cuore smise di battere.

Si alzò e mi prese il braccio stringendomelo con tanta, troppa forza e si diresse verso la cucina.

Mi ritrovai davanti ai fornelli.

"Io ho lavorato TUTTO il giorno e appena tornato a casa mi ritrovo la cena bruciata!" urlò con cattiveria mentre accesse il fornello.

"Adesso ti faccio vedere cosa si prova ragazzino schifoso che non sei altro"

E mi trascinò il braccio nel fuoco.

"AH!! LA P-PREGO"

"M-mi farò perdonare, mi dispiace tanto!!"

"Fa troppo male!"

Urlai piangendo dal dolore, mi sentii come se stessi morendo.
Stavo urlando troppo che anche la mia anima sarebbe uscita dalla mia bocca.

Dopo qualche minuto che sembrarono anni interminabili mi buttò per terra e dopo qualche calcio e parola cattiva, mi lasciò lì andandosene.

Ero stanco, per quanto ancora dovevo vivere così? Cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo dolore?

Chiusi gli occhi e decisi di non pensare più a niente.

Il giorno dopo mi ritrovai in una stanza piccolissima e stretta, l'unica fonte di ossigeno era una finestrella che rifletteva piccoli raggi di sole.

Era da molto tempo che non guardavo più fuori per bene.

Ero sempre impegnato ad eseguire i compiti tutti i giorni con l'ansia e la coscienza di dover subire qualcosa.

Aspettai come sempre di venir aperto e potermi sdraiare finalmente sul mio comodo letto.

From my window || taekook [in pausa]Where stories live. Discover now