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Nella vita mi hanno insegnato
che anche le cose impossibili possono
diventare possibili, e presto lo scoprirà
anche Noah.

Era notte fonda a Manhattan e la poca luce della luna, ricoperta da una piccola nuvola passeggera, filtrava nella camera di Celia dove lei ebbe ancora una volta un incubo, sempre lo stesso e ancora una volta si svegliò di soprassalto, sudata e spaventata. Una sola frase riecheggiava nella sua mente: "il male sta arrivando".

Erano ormai mesi che sentiva questa frase, in ogni suo sogno, in ogni suo incubo. Questo, però, non era il suo unico problema.
La ragazza, infatti, ogni notte continuava a sentire diversi rumori in casa e il suono di una voce profonda che sussurrava piano il suo nome. Ad accompagnare questa voce, oltre ai rumori, erano i diversi echi che, oltre a ripetere il suo nome, dicevano parole senza senso come: morte, lago, passato.

Celia anche quella sera sentì il rumore di porte che sbattevano, oggetti di vetro cadere trasformandosi in piccoli cristalli e quella voce tanto profonda quanto tenebrosa.

In quel momento accanto a lei si trovava Noah, il suo fidanzato, che continuava a dormire beatamente come se lui non avesse sentito niente. La ragazza allora, impaurita, lo svegliò scuotendolo delicatamente.

«Noah, penso ci sia qualcuno al piano di sotto.»

Sussurrò lei. Il ragazzo la guardò stropicciandosi l'occhio destro.

«hai avuto di nuovo quell'incubo?»

«Non era un incubo. Ho sentito davvero dei rumori.»

Noah si alzò da sopra al letto incamminandosi verso la porta della camera e, proprio in quel momento, anche lui sentì un rumore.

Celia si alzò di scatto correndo verso di lui e afferrando la piccola statuetta di ceramica che, poco prima, si trovava sul comò accanto al letto.

«vengo anche io. Non voglio rimanere da sola.»

I due scesero le piccole scale in marmo bianco a passi lenti. Ad ogni passo, per Celia, il rumore si faceva sempre più forte e la voce sempre più vicina.

Il ragazzo, seguito dalla fidanzata, si incamminava verso la cucina dove sentì un piccolo rumore accanto la finestra, ma quello che vide non era né un ladro, né un mostro e né un fantasma. Davanti a loro si presentò un corvo appoggiato sul davanzale della finestra e, appena li vide, volo via nel buio della notte illuminata solo dalla poca luce della luna, senza alcuna stella che l'affiancava.

«era solo un corvo. Vieni torniamo a dormire che domani la sveglia suona presto. Ci aspetta un bel weekand di riposo.»

Noah diede un bacio sulla fronte di Celia e, in quel momento, le voci vennero sostituite dal leggero vento caldo di agosto e i rumori mutarono completamente.

I due si incamminarono di nuovo nella camera sollevati, senza però sapere che il rumore che sentiva Celia e tutte quelle voci erano reali e di certo non provenivano dal corvo. Nell'ombra della notte infatti, dietro la finestra aperta, si nascondeva una figura oscura che poco dopo sparì senza lasciare alcuna traccia.

...

«Stavo pensando che, i miei incubi e le mie paranoie sono dovuti a tutti i film horror che mi fai vedere.»

Il ragazzo, alla guida della sua Ranger Over bianca, sorrise sentendo le parole di Celia. Sapeva benissimo che lei odiava quel genere, ma gli piaceva molto quando lei, ogni volta che si spaventava, si stringeva a lui nascondendo la faccia contro il suo petto.

~ Il mistero di Celia ~  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora