27. 欲しいですか...?

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27. Vuoi...?

I mesi passarono e la loro vita andava meravigliosamente bene.
Avevano una casa, un lavoro, degli animali domestici e perfino dei figli.

Il lavoro andava bene ma Izuku era sempre più stanco. Fare il chirurgo non era di certo uno spasso e quasi tutte le sere tornava tardi, oppure, non rientrava proprio.

Il suo compleanno era vicino e Katsuki aveva in mente un piano. Era ora di soddisfare uno dei suoi desideri più grandi e di mettere un punto alla loro storia.

I piccoli sapevano già tutto ma il Katsuki li aveva comprati con giochi e dolciumi quindi era sicuro che non avrebbero aperto bocca.

Perfino i loro amici erano a conoscenza del suo piano, compresa quella perfida di Akane che continuava a stargli tra i coglioni agitata a cui poi si erano aggiunte Mina e Mi-Cha a completare il tutto.

Dire che fosse ansioso era nulla.

Era così agitato che la sera non dormiva e se lo faceva gli venivano gli incubi.

Ma fortunatamente attorno a sé c'erano un sacco di persone che lo stavano aiutando e che continuavano ad aiutarlo quindi pian piano aveva ripreso il controllo delle sue emozioni.

Non stava più nella pelle...

***

I

nfilò una mano nella tasca del camice bianco mentre l'altra teneva una busta marrone. Camminò per il lungo e spoglio corridoio dell'ospedale, solitamente a quell'ora era così calmo e tranquillo che quasi gli veniva voglia di schiacciare un pisolino rigenerante. Poi si fermò guardando un punto fisso dinanzi a se.

A volte si fermava e guardava il vuoto chiedendosi come fosse possibile che fosse passato così tanto tempo da quel lontano giorno di primavera, quando incontrò per la prima volta Kirishima.

Si guardava indietro e vedeva tutta la vita scorrergli davanti fino ad arrivare a dove era ora e, a pensarci, era quasi surreale... strano, per così dire.

Non vedeva possibile come la sua vita fosse riemersa dal baratro in cui era caduto tempo prima.
Anche se il passato era passato le sentiva e le provava ancora le emozioni e le sensazioni che aveva provato sino all'ultimo momento.

Ora era davvero felice e non gli pesava più la sua esistenza. A volte si sentiva un peso per il mondo e per tutti gli altri ma poi la sua visione del mondo si era stravolta ed era cambiata, in meglio.

Sorrise. Si risvegliò dai suoi pensieri quando un'infermiera lo salutò calorosamente e in modo timido. La sua popolarità in quell'ospedale era davvero tanta. Ricambiò il saluto inchinandosi di poco e subito dopo tornò alle sue faccende.

Essere chirurgo era davvero una fatica. Una responsabilità più che altro. Dovevi essere sempre concentrato e attento e la vita delle persone lì dentro valeva più di ogni altra cosa. Se sbagliavi qualcosa poteva essere fatale e il dolore che poi ti saresti portato dentro era altrettanto struggente.

Perdere qualcuno, per mano tua, oltrettutto era la cosa più brutta che ci potesse essere.

I familiari distrutti, in lacrime, magari avevano anche una moglie/marito e dei bambini che mai avrebbero più rivisto. Era orrendo. Quindi in ogni operazione che facesse (anche la più banale) ci metteva il cuore e l'anima e fortunatamente fino al quel momento non aveva mai visto nessuno perdere la vita.

Risk For You - A BakuDeku storyWhere stories live. Discover now