[22] Un peso troppo grande

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𖣔

Aemond

Il giorno dopo la nostra sbronza, i cavalieri della guardia reale ci vennero a svegliare alle prime luci del mattino. A fatica riuscivo a non chiudere occhio per tornare a dormire, ma dovevo rimanere sveglio.

Mi alzai dal letto e mi vestì. Mi sciacquai la faccia con dell'acqua fredda e legai in una treccia i miei capelli.
Uscì dalle mie stanze e mi recai in quelle dov'è il corpo di Visenya riposava in pace. Quando entrai, le serve avevano appena finito di pulire il suo corpo, in modo che rimanesse sempre pulito e gli cambiarono le vesti.

Mi avvicinai al suo letto e poggiai la mia mano sulla sua guancia calda. Iniziai ad accarezzargliela in modo dolce. Mi inginocchiai davanti al suo letto e rimasi a guardarla per un po'.

Mi mancava sentire la sua voce, sussurrarmi parole dolci la mattina presto, mi mancavano le sue carezze sulle mie guance. Mi manca tutto di lei. Sarei disposto a combattere contro gli Dei purché lei si risvegli per risentire la sua voce.

«Principe, dobbiamo andare.» Sir Criston, venne ad avvisarmi, non risposi e mi limitai solo a guardarlo. Nell'aria alleggiava un piccolo cigolio dell'armatura del cavaliero di mia madre e il leggero respiro che emanava Visenya.

Mi alzai dal pavimento e mi misi in piedi, la guardai per un'ultima volta e gli diedi un bacio sulla fronte. Uscì dalle sue stanze e seguì Sir Criston in silenzio, senza spiccare parola.
«Fuori ci sono i vostri figli, che aspettano di salutarvi, principe.» disse l'uomo, cercando di spezzare quel assordante e fastidioso silenzio.

«Mhm.» mugugnai, senza far uscire una singola parola dalle mie labbra. «Siete silenzioso.» continuava a insistere il cavaliere, cercando di farmi parlare. «Sono solo stanco, sono stato sveglio fino a notte tarda.» risposi alla fine, dando soddisfazione a Sir Criston.

«Non avreste dovuto farlo.»
«Non sei tu a dirmi cosa fare, Cole, ricordati che tu occupi una posizione e io un'altra che è molto più alta della tua. Quindi ti conviene stare zitto se non vuoi fare una brutta fine.»
Mi fermai e guardai Cole, con uno sguardo freddo.
Cole deglutì e annuì. Riprese a camminare davanti a me, tornado al silenzio di prima.

Arrivammo nel cortile della fortezza Rossa e vidi che c'erano i miei figli, che tenevano la mano a mia madre e poi c'era una balia che teneva Aerion in braccio; avvolto in una calda coperta in lana. Aemon e Baelon si fiondarono tra le mie braccia e mi abbracciarono. Mi abbassai alla loro altezza e li strinsi entrambi nelle mie braccia.

«Vi prego, tornate presto padre.» mi supplicò Aemon. «Ci prenderemo cura di nostra madre e di Aerion, mentre voi siete assente. È una promessa.» disse Baelon con tono deciso. I suoi occhi azzurri trasmettevano nei miei determinazione. «Lo farete insieme, vi occuperete di vostra madre e di vostro fratello insieme. E quando tornerò c'è ne occuperemo insieme come una famiglia.»

Li abbracciai un'ultima volta e poi andai verso la donna che teneva in braccio l'ultimo dei miei figli. Lo presi in braccio e gli diedi un bacio sulla calda e rosea fronte. Diedi di nuovo Aerion alla balia e salì sul dorso del cavallo.

Aegon era davanti a me. Lo vidi sbadigliare tre volte prima di partire.

𖣔

A metà mattinata arrivammo ad Harrenhal. Scesi dal dorso del mio cavallo e ad accogliermi ci fu il fratello minore di Lord Lannister.
Mi strinse la mano e poi io e Aegon lo seguimmo dentro una tenda rosso fuoco, dove all'entrata c'erano delle guardie che reggevano in mano bandiere rosse con il leone che ruggiva.

𝐋𝐎𝐒𝐓 𝐓𝐀𝐑𝐆𝐀𝐑𝐘𝐄𝐍 |𝐀𝐄𝐌𝐎𝐍𝐃 𝐓𝐀𝐑𝐆𝐀𝐑𝐘𝐄𝐍Where stories live. Discover now