10. Portami sulla luna 🔞

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Kevin mi stringe tra i suoi bicipiti forti, attirandomi su quei pettorali definiti.
Mi ubriaca col suo profumo di menta fresca e colonia che sa di mare e sabbia.

Il suo odore mi avvolge, mi inebria e si infiltra direttamente nel mio slip.

Profuma di maschio.

Odora di sesso.

Anche quando è sudato il profumo della sua colonia impregna la sua pelle, dilatandonsi nell'ambiente circostante.

Le mie dita tracciano una linea leggera sulla sua clavicola, risalendo sulle spalle poderose.

Anche quando si era appena svegliato dal coma Kevin aveva mantenuto la sua prestanza. Certo, era dimagrito molto, ma appena aveva avuto la forza di rimettersi in piedi e riprendersi la sua vita aveva ricominciato ad allenarsi, recuperando, in pochi mesi, una forma fisica aitante e vigorosa.

Era forte, bellissimo e dannato.

Ogni singola parte del suo corpo era un richiamo alla carnalità e alla cupidigia, era attraente, maledettamente attraente, e sensuale.

Aveva una sensualità innata, un fascino pericoloso, non solo nell'aspetto, ma anche nei gesti, nello sguardo e nel modo di esprimersi.

Parlava poco, aveva sempre parlato poco, era misterioso, intenso.

Per questo attirava su di sè l'attenzione delle altre donne, era impossibile resistere al suo potere ammaliante, anche se lui non sembrava esserne consapevole.

Ogni singolo raggio di libidine che irradiava quel corpo lo faceva in maniera del tutto spontanea.

"Dove credi di andare Sailor Moon?".

Il mio polpastrello ridiscende la curva del suo petto e indugia sulla costola sinistra, sul suo tatuaggio.

Le fasi della luna.

Una serie di lune nere disposte in orizzontale in fase crescente, fino alla luna piena, e poi in verticale fino alla luna nuova, rappresentata da un cerchio vuoto.

La prima volta che abbiamo fatto l'amore mi disse che quel tatuaggio rappresentava il mio nome, mi aveva lasciato intendere che l'avesse fatto per imprimermi sulla pelle con quell'inchiostro indelebile, ora, invece, penso che quelle lune siano l'esatta rappresentazione della sua anima.

Instabile, mutevole e nera.

Alzo lo sguardo sulla sua bocca e lo fermo lì perché se lo guardassi in quegli occhi di tenebra non riuscirei a pronunciare una sillaba.

"A mangiare? Ho fame" mento.

Ho un pugno nello stomaco che lo riempie fino all'esofago.

"Hai fame?" ripete lui, raschiando i veli sottili che adombrano la mia voglia di lui.

Gli basta un semplice respiro per strapparli e denudare il desiderio che mi divora ad ogni suo ansito.

"Sì" sussurro, accarezzando il suo addome.

Una scia di brividi gli ricopre la pelle ambrata al passaggio delle mie dita sottili.

AMAMI FOLLEMENTEWhere stories live. Discover now