3. Scrat (Geto)

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«Cosa stai leggendo?» Gojo siede accanto a me sotto il portico e sbircia il libro che tengo tra le mani, indossa gli occhiali anche di sera. Glielo porgo non per soddisfare la sua curiosità ma per la mia: voglio capire se ci vede.

«Lo squalificato di Osamu Dazai*... che lettura interessante»

Si, ci vede.

«Credo ti assomigli» riprendo il libro dalle sue dita ossute.

Scoppia a ridere «forse sì e forse no» si alza in piedi «andiamo?»

«Dove?»

«A cercare la Presenza»

«Si, questo lo immaginavo. Volevo sapere se avevi già un'idea di dove cercare» sospiro e lo seguo mentre saltella verso il centro del cortile.

«Oh! No, non ho alcuna idea»

Mi fermo di colpo e incrocio le braccia al petto «quindi vuoi saltellare ovunque nella speranza di individuare qualcosa che non percepiamo?»

Solleva le spalle «è un'idea»

«Torno a leggere» ripercorro i miei passi ma con due balzi mi raggiunge.

«Ho detto che la tua poteva essere un'idea, non ho specificato che fosse la mia»

«Sei seccante, possibile che non esprimi mai chiaramente il tuo pensiero?»

«Per me è chiaro»

Alzo gli occhi al cielo «allora cosa vuoi fare?»

«Stamattina dalla finestra ho rilevato un movimento veloce, potremmo iniziare a cercare le sue tracce lì»

«E non potevi dirlo subito?» la finestra in questione si affaccia sul piazzale di ingresso «andiamoci»

Lui sorride e mi segue senza proferire parola riguardo alla direzione da me presa.

Setacciamo in silenzio ogni singolo angolo del piazzale ma nulla attira la nostra attenzione, eppure le cicale stamattina hanno smesso di cantare. E se la nostra presenza non fosse altro che uno stupido uccello?

«Senti» spezzo il silenzio «non possono entrare Maledizioni all'interno dell'istituto senza che gli Stregoni se ne possano accorgere, non pensi che potrebbe trattarsi solo di un animale?»

«No, non lo è» Gojo mette le mani sui fianchi.

«Perché? Cosa ti fa credere il contrario?»

«Una sensazione»

«Adesso basta!» esplodo «sono qui a perder tempo per seguire le tue paranoie. Me ne torno in camera» lo pianto in asso e mi dirigo verso l'area degli studenti. Non mi segue e nemmeno mi richiama. Era solo lo scherzo di un ragazzino annoiato e ci sono cascato in pieno come uno stupido. Non dovevo rivolgergli la parola, la sensazione che ho avuto il primo giorno di scuola si è rilevata esatta: lui porta guai, più di quanti questa vita da Stregoni possa regalare.

Entro in camera sbattendo la porta e mi butto sul letto senza nemmeno indossare il pigiama, rimango sveglio ad osservare il soffitto. Stare con quel demente mi ha scombussolato il cervello. Mi rigiro nel letto.

SCRAT

Lo sapevo, voleva prendermi in giro: eccolo nel corridoio che finge di essere la Presenza. Basta ignorarlo, smetterà. Mi rigiro nuovamente nel letto.

SCRAT SCRAT SCRAT

Il rumore si avvicina alla porta.

Silenzio.

Finalmente si è stancato di fare lo scemo, ora posso tornare a fissare il soffitto in santa pace.

BAAAAAAAAAAAAAM!

Un colpo fa tremare le intercapedini.

Mi alzo di colpo dal letto e mi fiondo in corridoio spalancando la porta

«C*glione di m*erda! Se credi di spaventarm...»

Rimango pietrificato. Non c'è nessuno. Il corridoio è immerso nell'oscurità.  Faccio scorrere  la mano lungo la parete per cercare l'interruttore. 

Click

La luce non si accende.

Click Click Click

Nulla

Non sento alcun rumore però ho la sensazione che lì in fondo ci sia qualcuno che mi stia osservando. Un brivido di gelo scende lungo la schiena.

«Gojo finiscila di prendermi per il c*lo» 

 «Cosa c'è?» sento la sua voce alle spalle e salto per lo spavento.

Mi volto verso di lui e poi nuovamente verso il fondo del corridoio. Quella sensazione è sparita.

 «Sei un c*glione! Mi stavi facendo uno scherzo vero?» non gli lascio il tempo di rispondere che rientro in camera sbattendo la porta. Se pensa che basti qualche rumore a spaventarmi si sbaglia di grosso.


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*Il romanzo parla della vita di Ōba Yōzō, un uomo che si sente rifiutato dalla società in cui vive. Yōzō per sopravvivere agli altri umani inventa delle "pagliacciate", che fanno ridere gli altri facendolo sembrare parte della società. Descrive un disagio sociale che lo porta a non essere compreso dagli altri, che lo considerano un pazzo, pur non essendolo.

L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Where stories live. Discover now