Parte Prima: Amore

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Ishinomaki, aprile 2613

Hiroto Takao era in ritardo. Tremendamente in ritardo.

Le ruote della sua nuova bicicletta giravano veloci, molto più veloci per quello che erano state progettate.

I suoi piedi spingevano rapidi sui pedali facendoli lamentare in continuazione. Più di una volta aveva rischiato di prendere in pieno qualche povero e innocente passante la cui unica colpa era stata quella di aver avuto la sfortunata ide di passare sulla strada lastricata proprio in quel momento.

Nonostante tutti i rimproveri e le imprecazioni che aveva ricevuto in quei soli dieci minuti, Hiroto continuava imperterrito a pedalare con foga serrando le labbra in una smorfia tesa.

Non avrebbe dovuto perdere tempo a discutere su quella faccenda così stupida con suo fratello, ne era consapevole. Kaito sapeva diventare parecchio testardo quando ci si metteva e adesso era irrimediabilmente in ritardo.

L'appuntamento era per le cinque in punto e invece era già la mezza.

Non appena però il ragazzo riconobbe la struttura del torii di Kishima profilarsi davanti prese a diminuire la velocità e a pedalare con un'andatura molto più rilassata.

Un sorriso sollevato si formò sul suo volto, finalmente era arrivato al parco di Hiyoriyama.

Ora non rimaneva che riuscire a trovare un posto ottimale per poter godersi l'Hanami e magari senza troppa calca intorno, per loro fortuna però ne conoscevano uno perfetto.

Il loro posto segreto dove andavano a rifugiarsi a giocare fin da piccoli. Spesso con la compagnia anche di Kaito.

Una volta giunto all'inizio delle scale di pietra, le quali portavano al torii, che fungevano quasi da portale d'ingresso per il parco, Hiroto scese dalla sua bici e la legò con una catena a un palo lì vicino e prese a percorrere gli alti gradini. A causa dei tanti secoli trascorsi la maggiorparte di essi erano ricoperti per metà dall'erba o dal muschio di un verde vivo.

Assieme a lui, altre persone si stavano lentamente accalcando per poter raggiungere anche loro il parco e gli splendidi ciliegi in fiore che questo ospitava al suo interno.

Stringendo a sé il proprio cestino contenente la tovaglia cucita a mano da sua madre e parte della cena, proseguì lungo uno dei tanti sentierini, resi visibili grazie a delle pietre bianche di media grandezza disposti lungo i margini, superano diverse famiglie e gruppi di amici già disposti accanto all'albero di ciliegio prescelto. Tutt'attorno si potevano udire le chiacchiere allegre degli adulti e le grida giocose dei bambini impegnati a rincorrersi, accompagnati dal dolce fruscio del vento che smuoveva i rami facendo danzare verso terra i petali di un rosa delicato.

Quell'anno gli alberi sembravano essersi superati, pareva di trovarsi sotto un tetto di fiori dando l'impressione di trovarsi in uno di quei paesaggi che venivano descritti solitamente nei romanzi.

Andando avanti vi si potevano vedere dei posti ancora liberi che davano sul panorama portuale di Ishinomaki, con le sue navi provenienti da altri luoghi del mondo, ma Hiroto non vi si soffermò andando invece avanti. Salì ancora un poco fino a raggiungere un maestoso ciliegio i cui fiori del loro caratteristico colore rosato catturavano l'occhio di chiunque passasse a causa del loro incredibile numero che era sbocciato sui suoi tanti rami. Parevano tante piccole esplosioni di rosa.

Hiroto notò, in parte sollevato e in parte seccato, il fatto che sotto quell'albero non ci fosse ancora nessuno. A quanto pare non era l'unico a essere in ritardo.

Lasciando andare un breve sospiro rassegnato, si avvicinò all'albero e tirò fuori dal cestino la tovaglia bianca con i bordi ricamati distendendola poi con cura sull'erba soffice.

Cadono Delicati i Petali di Cenere e AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora