I teppistelli di Wells

172 16 41
                                    

Gli abitanti della piccola cittadina di Wells, nel Maine, godevano da sempre d'una splendida vista sull'Oceano Atlantico, un'immensa distesa d'acqua che si estendeva generosamente per chissà quanti chilometri, sotto gli occhi ricchi di stima e di apprezzamento della gente del posto.

Ma, almeno per la gelida sera del 15 gennaio, quel fottìo di liquido salato e cristallino non era ben visibile. La nebbia era discesa sul territorio, avvolgendo con la sua inconsueta invadenza ogni casa, ogni forma di natura, ogni centimetro che osasse controbattere la forza della bruma.

L'intero paese era deserto. La maggior parte dei cittadini sedevano comodi nelle proprie abitazioni, intenti a oziare e a visionare i programmi che venivano trasmessi in TV, mentre intanto il caldo fuoco del caminetto riscaldava i loro corpi infreddoliti, facendo echeggiare il suo insistente crepitare.

Qualcuno, però, aveva deciso di condurre un'altra tipologia di serata: tre teppistelli che camminavano placidamente lungo Washington Street, degli abiti piuttosto pesanti ingombravano il loro fisico snello.

«Be', siamo pronti o no?» domandò con determinazione William, il suono gli uscì dalla bocca e si disperse nella gelida atmosfera attraverso una nuvola di vapore acqueo.

«Direi proprio di sì» proferì decisa Grace, una splendida ragazza dagli occhi verde smeraldo. A primo impatto, appariva come una giovane matura e studiosa. Ma non sempre ciò che si vede esternamente rispecchia con esattezza la verità.

Le sue parole si contrapposero a quelle di Zack, che fornì un'ennesima risposta affermativa.

«Ovvio» disse, sistemandosi una ciocca di capelli ricci che gli era caduta dalla testa, la quale aveva rovinato per un breve attimo la sua acconciatura impeccabile.

«Ragazzi, ma siamo sicuri che non ci scopre?» chiese Grace con aria dubbiosa. I tre ragazzi si erano posti un obiettivo, da portare a termine quella stessa notte: derubare un'abitazione.

In passato avevano già compiuto atti vandalici, rovinando con graffiti e scarabocchi le strutture più importanti del paese, come il "Johnson Hall Museum" o le mura del "Fisherman's Catch Restaurant". Avevano fatto pazzie di tutti i generi, dallo scippare borse a vecchiette innocenti, fino ad attuare gesti di violenza fisica e psicologica verso i loro coetanei, facendola sempre franca.

Ma mai e poi mai, fino a quel momento, avevano fatto irruzione in una proprietà privata per saccheggiarla.

«C'è sempre una prima volta» si erano detti pochi giorni prima, ed ora eccoli lì, alla ricerca della vittima designata: Benjamin Turner, un uomo anziano e ormai quasi sul punto di mettere fine alla sua vita, distrutta e oltremodo scorticata dalla tragica notizia della scomparsa di sua moglie.

Da quel maledetto giorno, così lo definisce lui, Benjamin non ne ha voluto sapere più nulla su nessuno, rifugiandosi in se stesso e rifiutando ogni minimo contatto con il mondo.

«Credi davvero che un vecchio decrepito possa accorgersene?» ribatté ironicamente William, dando un colpetto sotto il mento di Grace e sfoggiando un sorrisetto ammaliato per stuzzicare la ragazza. Quest'ultima, in risposta, gli diede un forte spintone, quasi mandandolo in mezzo alla strada.

«Sei proprio una grandissima stronza» berciò William divertito, allargando le braccia in segno di finto rimprovero.

«Mai punzecchiare una ragazza, Will» sussurrò Zack all'orecchio dell'amico, una volta che questo gli fu di nuovo vicino.

«Ragazzi, una casa non si deruba da sola... perciò direi di andare. Non ci scoprirà, state tranquilli e sereni. So quello che faccio.» A quell'ultima affermazione, sia Zack che Grace scoppiarono in una risata fragorosa per prenderlo in giro.

Maine horror storiesWhere stories live. Discover now