12. Quello che mi costringo a fare

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Ale mi sveglia con i suoi gridolini di gioia e non mi arrabbio perché mi sento felice e sono curiosissima per l'attività a sorpresa che Roberto ha pensato per noi.
Sicuro ha a che fare con il nuoto: sapevamo che saremmo andati al mare e noi ragazze dovevamo portare il costume intero della piscina.

Sbadiglio vistosamente e mamma dice che la devo smettere di stare al cellulare fino a tardi invece di dormire. Ma non è stata colpa mia: Manuel ha tenuto me e Lya sveglie fino a tardi, a raccontarci in videochiamata quanto è stato bene, si è divertito e di quanto ha limonato con il suo Roberto.
Sono troppo felice per lui!
Ormai sono una coppia e gli piace un sacco a Manuel ripetere in continuo "Il mio ragazzo".

Prima di augurarci la buona notte poi, entrambi mi hanno sgridato sul comportamento che ho con Daniele.
"Decidi cosa vuoi fare Gin!" mi ha detto Lya "Prima lo tratti male per allontanarlo, poi te lo baci e abbracci. Lo confondi, povero ragazzo"
"Sono d'accordo con Lya" ha detto Manuel.

"Lo so" ho concordato "Il fatto è che mi piace passare il tempo con Daniele e quando non c'è Cristel nei paraggi, mi dimentico della promessa che le ho fatto e mi comporto normalmente con lui" dico.

"Non è affatto giusto quello che ti costringi a fare" ha detto alla fine Lya.

Quello che mi costringo a fare...

***

Arriviamo al Campo Base e scendono dell'autobus tutti coloro che non fanno parte del gruppo C e salgono i restanti che arrivano con un'altro autobus.
Mezz'ora di tragitto per arrivare al mare, durante il quale quasi tutti dormono appoggiati gli uni agli altri, e finalmente arriviamo a destinazione.

Manuel ha giurato e spergiurato che non sa niente su questa misteriosa attività "So solo che ci divideremo in gruppi e ho detto a Roby di metterci nel suo a noi tre e Giulio e Dani" ha detto.
"Perché anche Daniele?" mi irrigidisco
"Perché si! Se stiamo in gruppo tutti insieme, ci divertiamo di sicuro. E non preoccuparti per Cristel: se Robi fa i gruppi non è mica colpa tua se capitate insieme, no?" dice.

La cosa non mi piace molto.
Perché non posso divertirmi e stare tranquilla?
Dovrò preoccuparmi tutto il tempo!

Scendiamo dell'autobus, disordinati e assonnati e ci incamminiamo verso l'entrata del Lido Speed.
Le cose si fanno interessanti: è l'unico Lido che offre servizi di sport sull'acqua: jet boat (una specie di gommone che sfreccia tra le onde); paracadute ancorato ad una barca a motore per volare sull' acqua; il Bananone (un lungo motoscafo giallo, su cui ci si può salire in molti e il tuo compito è quello di rimanere a bordo); moto d'acqua; sci nautico e altro.

Eccitati di provare quegli sport, iniziamo a scalpitare ma Matteo mette subito le cose in chiaro prima di entrare nello stabilimento "Non faremo nessuno degli sport presenti ragazzi" dice e tutti mormoriamo dispiaciuti "Ma saremo i primi ad inaugurare un gioco nuovo. Si chiama l' Isola. Lo abbiamo prenotato per tutta la mattina. Andiamo"

"Omiodio!" esclamo quando vedo l'isola.
Tutti, intorno a me iniziano a saltellare e a far uscire esclamazioni di gioia.

L'isola è un percorso gonfiabile, costruito in acqua, composto da diversi moduli, a formare una vera e propria giostra galleggiante.
Scale, ponti, trampolini, tunnel,scivoli, ostacoli e molto altro costituivano il percorso che, ci mise al corrente Matteo, era composto da ben ottanta moduli.

Divisi in tre gruppi di ventuno persone, dopo i primi dieci che partono insieme, partono gli altri undici, per mettere un pò di distanza.
Roberto chiama noi tre, Giulio e Daniele nel suo gruppo, come aveva promesso a Manuel e poi Evan, Marika, Cristel e Cara fanno esplicita richiesta per entrare nel team.
Mi sale una leggera ansia. Spero che non succedano inconvenienti.

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