Capitolo 12: Sei sempre stato tu

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Indovinate chi non ha dormito tutta la notte? Ovviamente il sottoscritto.

Inutile dire che il giorno seguente mi sono alzato dal letto come una pezza: stanchissimo, con occhiaie e occhi rossi da far paura, con un mal di testa fortissimo sia per l'alcol sia per il lungo pianto, con un bruciore di stomaco per aver vomitato ed emotivamente a terra, ma purtroppo la sveglia è suonata presto perché è un giorno scolastico.

Mia madre si è preoccupata vedendomi in quello stato e mi ha chiesto spiegazioni, ho inventato una scusa dicendole che la sera precedente abbiamo fatto un po' più tardi e poi non sono riuscito a prendere sonno, il che è anche vero... non è sembrata tanto convinta della mia risposta in effetti, ma non mi ha chiesto altro.

Nonostante avessi energie pari a zero e umore sotto terra, ho preferito non fare assenza a scuola e per questo motivo ci sono andato ugualmente, sperando in una giornata leggera e nel fatto di non ricevere troppe domande.

Anzi, il pensiero di dover andare a scuola mi fa distrarre da quella che è la realtà delle cose, con cui ugualmente dovrò farci i conti prima o poi...

Entrato in classe, butto lo zaino sul banco e ci poggio la testa sopra, chiudendo gli occhi, con la speranza che quei cinque minuti prima dell'inizio delle lezioni mi facciano riposare abbastanza per affrontare la lunga giornata.

Ogni piccolo rumore intorno a me come sedie spostate, chiacchiere, rumore di penne e fogli tirati fuori dallo zaino... qualsiasi piccolissimo suono impercettibile, rimbomba nella mia testa come se fosse il suono di una campana posizionata esattamente vicino alle mie orecchie e il dolore alla testa aumenta.

Finché non si aggiunge un altro fortissimo suono, questa volta davvero troppo vicino a me: <<Com'è andata ieri sera con quella persona importante?>> chiede ad alta voce Koan sottolineando le ultime parole, o almeno a me questa domanda è arrivata con un tono fin troppo alto.

Alzo la testa con gli occhi socchiusi per non far entrare troppa luce e li punto nei suoi, esattamente di fronte a me: <<Hey Koan... non urlare per favore.>> dico stordito, poggiandomi una mano sulla testa come se la volessi fermare.

<<Ma non sto urlando. Stai bene?>> mi chiede, scrutandomi per bene, capendo che c'è qualcosa che non va nel mio aspetto.

<<Sì, sono solo un po' stanco, ho dormito poco stanotte...>>

<<Come mai? Ne vuoi parlare?>> chiede curioso, poggiando le mani sul mio banco e sporgendosi verso di me con una faccia maliziosa, accompagnato dagli altri tre ragazzi, avvicinatisi anch'essi.

<<No ragazzi, scusate, non è il momento... e poi non mi sento tanto bene.>> dico e dopo una scrollata di spalle dei ragazzi ripoggio la testa sullo zaino. Non insistono più di tanto, avranno capito che effettivamente non ne voglio parlare e che voglio rimanere da solo, per questo si allontanano leggermente da me per mettersi a chiacchierare tra loro.

Tutto ciò fin quando non inizia la lezione: <<Midoriya, sveglia.>> la voce del professore appena entrato in classe mi arriva nelle orecchie come il suono di un proiettile appena esploso.

<<Sì, mi scusi professore...>> dico prontamente, imbarazzato dalla brutta figura appena fatta...

Le ore sembrano interminabili.

Cosa ho capito delle lezioni di oggi? Assolutamente un bel niente. Nella mia testa c'era il vuoto totale, che per fortuna non mi ha fatto pensare a quello che mi aspetta fuori scuola.

<<Vuoi venire a studiare con noi?>> chiede Fujio alla fine delle lezioni.

<<No ragazzi, scusatemi ma non mi sento proprio bene...>> i loro occhi puntati addosso hanno un'espressione di preoccupazione mista a leggero fastidio, ma non mi chiedono altro e mi salutano lasciandomi con un "Se vuoi parlare o hai bisogno di qualcosa, basta chiamarci" e a questo annuisco sorridendo, lasciandoli con un saluto.

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