«Allora spero Lei non sia un insegnante, perché è l'ultimo a poter parlare di educazione.»
Trattiene un sorriso. «La speranza è l'ultima a morire, no?» Che vuol dire? Non può lasciarmi così, nel mistero. Eppure se ne va, con testa alta e spalle larg...
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“ Petal on the vine, too young to drink wine Just five years a bleeder, student and a teacher Far from innocent, what the fuck's consent? Numbers told you not to, but that didn't stop you. ”
D e m i L o v a t o
CAPITOLO 7.
Ginnastica, l'ora più temuta di tutte. Eppure nella vecchia scuola la adoravo. Probabilmente la simpatia di una materia dipende dall'insegnante. E qui, col Professor Smith, l'essere amabile scarseggia.
È alto, indossa sempre un cappello con la visiera e il suo collo non l'ho mai visto senza il filo del fischietto attorno. Ha più di quarant'anni, alcuni peli bianchi sulla barba e sulle sopracciglia. Per essere un docente di scienze motorie, non sembra avere un fisico parecchio in forma. Mi chiedo perché, allora, è il primo a giudicarci se si accorge che qualcuno di noi ha preso un paio di chili in più.
Patetico. Un altro fischio. Ma questo significa "tregua." Dunque, finiamo di correre e io, col fiatone, poggio le mani sulle ginocchia, piegando la schiena. Si avvicina. «Non mi siete affatto piaciuti» esordisce. Incontro il suo sguardo, terrificante. «In particolar modo tu, Joanne.» Continua a chiamarmi in questa maniera, nonostante gli abbia ripetuto più volte che il mio nome è Joelie. «Hai messo su qualche chilo, sembra tu abbia la pancia da birra di un tipico uomo divorziato con debiti arretrati. Prova a mangiare di meno, magari questo potrà aiutarti.» La sua voce riecheggia in tutta la palestra.
Vorrei mettermi a piangere di fronte a tutti, ma cerco di trattenere le lacrime. Non parlo, perché se dicessi qualcosa dai miei occhi uscirebbero le cascate del Niagara. «È stata una descrizione così dettagliata. Stava parlando di se stesso, Professore?» commenta Darla.
Lui la guarda in cagnesco. «Va' in presidenza, Carla. Non puoi rivolgerti così a un professore.» «E Lei non può rivolgersi così a un'alunna. Andrò volentieri dal Preside, ma solo per comunicargli quanto Lei sia insensibile e poco professionale.» Darla mi guarda, per assicurarsi che non stia piangendo, poi mi indirizza un occhiolino. Abbandona la palestra in pochi secondi.
Tutti abbiamo conosciuto da poco Smith. Prima di lui c'era una Professoressa che si era assentata per più di un mese, dunque abbiamo sempre avuto sostituzioni durante la sua ora. Adesso che quest'essere è di ruolo, mi chiedo come faccia a sopravvivere. Per fortuna abbiamo ginnastica poche volte a settimana. E io che mi lamentavo di Beckër...
A proposito, aveva ragione. Nel tragitto fino a casa non ho incontrato alcun malintenzionato. Chissà che faccia farà quando mi vedrà viva, sana e salva.
«Il Professor Smith non ha tutti i torti, Green» dice Zack Collins, avvicinando la bocca al mio orecchio. «Inizi a prendere le sembianze di una mongolfiera, è arrivato il momento di darsi una controllata, non credi?» È il raccomandato della classe, studia poco, risponde male, eppure ha voti eccellenti in tutte le materie. Tutte tranne spagnolo, stranamente; lì ha la valutazione che merita.
