14. L'abbraccio è valido?

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“ Oggi scendere dal letto è andare sul patibolo

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Oggi scendere dal letto
è andare sul patibolo.
Alternare l’euforia
e la perdita di stimolo. ”

M a r r a c a s h

CAPITOLO 14.

Non posso credere che cinque giorni fa sono andata a casa del mio professore di spagnolo, confessandogli che mi manca.
Ho controllato su internet, e sono in parecchi a sviluppare una dipendenza affettiva verso il proprio insegnante.

Quindi, non è del tutto strana, la mia situazione.
Semplicemente, le sue attenzioni mi hanno fatto sentire... capita, al sicuro.
E vorrei riceverne ancora. Il problema è che le sue parole mi hanno portato a idealizzarlo. È l'unica cosa che non avrei dovuto fare.
Ecco perché mi ritrovo in questo guaio, ora.

Ho una sorta di ossessione per Ates Beckër, chissà da quanto tempo.
Come faccio a togliermelo dalla testa?

Devo parlare con la Torris, la supplente di spagnolo. Non ho svolto la ricerca che ci ha dato, e lei preferisce le cose le vengano dette prima che ce le chieda.
Quindi mi sto dirigendo nell'aula insegnanti, secondo l'orario dovrebbe essere lì.

Allungo il passo, quando vedo Smith, il professore di ginnastica, che parla con un gruppo di studenti.
Voglio evitarlo, riesce sempre ad urtare il mio sistema nervoso.

Busso alla porta, appena raggiungo la stanza dei docenti.
Di fronte a me, però, non c'è la Torris.
Sento il cuore battere forte, come se stesse facendo del suo meglio per uscirmi dal petto. Sono agitata.
«Ates» dico con un filo sottilissimo di voce.

Lui alza lo sguardo dal telefono. «Joelie» pronuncia, senza apparire stupito nel vedermi.
Si avvicina. Sistema la manica della camicia bianca, e posa il cellulare nella tasca nei pantaloni scuri. «Ti devo delle scuse» il suo tono è rauco e profondo.

«Scusarti per poi tornare a trattarmi come non avessi sentimenti? Fa' pure» metto le braccia conserte.

Scrolla piano la testa. «Non era mia intenzione mandarti via. Soprattutto per il tempo, grandinava. A proposito, come sei tornata a casa?» domanda.

Mi schiarisco la voce. «Con Ray, è venuto subito a prendermi.»
«Bene, meglio così» mormora. È vicinissimo, se provo a concentrarmi posso sentire il suono dolce del suo respiro. «Non puoi presentarti a casa mia come nulla fosse. Lo sai, giusto?» continua.

«Sì, ma volevo vederti» rispondo semplicemente.
«D'accordo» si morde il labbro inferiore. «Ad ogni modo, non è vero che sei l'ultimo dei miei pensieri. Ho detto quelle frasi per allontanarti, ci sono momenti in cui ho bisogno di stare solo. Non pretendo che tu capisca...» mormora, poi.

ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora