capitolo 1

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"adesso passiamo al ballo, Matilde" mi alzo e raggiungo il centro.
"Matilde, diciassette anni, balla da dodici, vive a belluno con mamma e fratello. dice di sè: sono impulsiva, chiacchierona, solare, ma timida allo stesso tempo. credo nell'oroscopo... quando compi gli anni?" chiede maria interrompendo la mia presentazione.
"ventinove novembre, sono sagittario" rispondo ridacchiando.
"ah come me! e con che segni vai d'accordo?" chiede
"beh pesci, gemelli, ariete, capricorno... acquario... boh un po' tutti" rido.
"quindi vai d'accordo con tanta gente" afferma
"beh si dai" e continua la mia presentazione.
"i miei si sono separati quando avevo 7 anni, all'inizio non cambiava molto, perché mio padre lo vedevo sempre, ma ora che se n'è andato definitivamente ci do molto peso. balli rolling in the deep" annuisco e lei da il via alla musica.
ballare mi rende libera. finisco la coreo, nessuno ha abbassato la leva.
"nessuno ha abbassato la leva" afferma Maria "però non è detto che sia dentro" continua.
"Ale?" chiede alla celentano il suo parere.
"banco no, le gambe non mi piacciono, sono grosse, però ha un bel movimento" deglutisco annuendo, e Maria passa Todaro.
"banco no, ha tanto da migliorare" io annuisco.
"non so cosa vediate voi, ma questa ragazza ha un potenziale assurdo. banco si" parla Emanuel lo, senza nemmeno essere interpellato.
scendono le lacrime. grazie Emanuel, prometto che non ti deluderò.
salgo al mio nuovo banco, laterale a destra, in seconda fila, vicino alla mia Sofi. ci siamo conosciute in hotel ma è come se ci conoscessimo da mesi. ci abbracciamo appena salgo e da dietro qualcuno mi stringe la spalla. mi giro.
"sei stata brava, io sono Simone" sorride il biondo, dopo essersi presentato.
"grazie, io sono Matilde" ricambio il sorriso "anche te sei stato bravo".
"in più sei bellissima, non farti condizionare dal giudizio della maestra" continua sussurrando, sperando che io non senta.
"beh... grazie" sorrido sinceramente al ragazzo.

"chi apre?" ci troviamo davanti alla casetta. "dai vai te sofi che sei la più piccola" parlo io. apre la porta e troviamo davanti a noi la casetta. "Io la camera azzurra con Marisol e Matilde!" esclama Sofia.
"sii" parla Marisol. seguiamo Sofi e appena siamo in casetta mi chiedono che foto ho portato.
"allora, ho questa, con mio papà, che non vedo da qualche anno, ma che mi manca da morire... poi questa, con Matteo, mio fratello, quando ancora eravamo piccolini, avrò avuto 9 anni, e lui 12... questa con mia mamma, la donna della mia vita, posso definirla tale perché c'era sempre, non come tante amiche false... poi ho portato questa, raffigurante la mia compagnia di amici: Marica, Anastasia, Francesca, Niccolò, Gabriele e Andrea -li indico uno a uno- e infine questa, di me da sola, dove si vede il tatuaggio che ho: stay confident. mi ricorda di non sentirmi mai disadeguata, fuori posto" concludo con una lacrima che scende. finite le foto anche di Sofia e Marisol, chiamo mia madre, che è stra fiera di me, lo è sempre stata in realtà. è l'unica che c'è dal giorno zero.
appena metto giù con mia madre, entra il biondo della puntata.
"se vuoi mangiare qualcosa, c'è dell'insalata, oppure posso farti della pasta" dice.
"non preoccuparti, mi va bene l'insalata" sorrido e andiamo in cucina insieme.

ci mettiamo ai fornelli, io lo aiuto a cucinare la sua pasta.
"sei proprio brava a ballare" inizia conversazione lui, complimentandosi.
"grazie, anche te" sorrido. l'acqua bolle, io butto la pasta nell'acqua.
"cos'è per te essere entrato qui?" chiedo a lui.
"tutto. ballare per me è la cura, la cura quando sto male, ma anche un modo per esprimere felicità. per te, invece?"
"per me è una valvola di sfogo. essere entrata qui è una cosa che mai avrei pensato... mi ha iscritta una mia amica, Francesca, appena finiamo di mangiare ti faccio vedere chi è" dico entusiasta, e lui sorride, probabilmente vedendo la luce nei miei occhi mentre parlavo di lei.
"vado un attimo in bagno, torno fra due minuti" dice e mi lascia a controllare la pentola.
"te e Simo" fa un sorriso malizioso Marisol, che spunta da dietro.
"ma se ci conosciamo da un giorno, neanche..." rispondo.
"vedremo... non venirmi a dire che avevo ragione dopo" ride e mi lascia sola, anche se dopo qualche secondo arriva Simone, e scolo la pasta.
ci mettiamo seduti al tavolo, a chiacchierare del più e del meno, e appena finito come promesso, andiamo in camera mia e gli mostro le mie foto. "questi sono i miei amici: Francesca, quella di cui ti parlavo prima-" vengo interrotta.
"è quella a cui tieni di più suppongo" mi guarda, volendo sapere qualcosa di me.
"esatto, ci siamo conosciute alle medie, e, anche se abbiamo scelto scuole diverse, siamo sempre rimaste in contatto, stessa cosa vale per gli altri, ma lei ha un valore maggiore. poi qui ci sono Marica, Anastasia, Niccolò Gabriele e Andrea" continuo coi nomi.
"sembrate molto uniti..." nota.
"si, ciononostante litighiamo molto spesso!" sorrido. "amo e te che foto hai portato?" cazzo, l'ho chiamato amo!
"come mi hai chiamato amò?" sorride.
"scusa" dico coprendomi il viso.
"ma va, stai tranquilla" sorride ancora, e io ricambio.
"dai amò io vado a dormire, c'ho sonno, e in più devo ancora farmi la doccia, puzzo vero?" mi si butta sopra.
"dai Simo, alzati" rido.
"e va bene, poi torno a darti un abbraccio, ma da profumato" ride anche lui, e se ne va via. io in pochissimo tempo mi addormento.

#SPAZIOAUTRICE🤍
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Anime Uguali - Simone GalluzzoWhere stories live. Discover now