3

416 11 2
                                    


Black

Come ogni giorno, mi svegliai presto. Stranamente, mi svegliai di buon umore, o tantomeno... felice.
Mi preparati e indossai una tuta grigia e una t-shirt nera.
Invece di fare colazione come al solito andai a prendere Rose.
Quando andai davanti casa sua i suoi genitori si sorpresero di vedermi.
Mi giustificai dicendo loro che se Rose si sarebbe svegliata ogni mattina presto, avrebbe reso le sue giornate più produttive e soddisfacenti. Così andarono dentro tranquilli e mi augurarono una buona giornata.

«Ma esattamente... che problemi le affliggono signor Black di venire  qui a quest'ora?»
Alzai lo sguardo sentendo la sua voce incantevole.
«Piccola Rose, devi capire che odio le persone ritardatarie quindi, per favore, preparati.» dissi rivolgendole un sorriso.
Aveva addosso un pigiama rosa di Victoria's secret, i capelli scompigliati e un paio di pantofole con gli unicorni. Scossi la testa sorridendo tra me e me.
La sentii fare una smorfia, dopodiché chiuse la porta del balcone.

Dopo qualche decina di minuti la vidi scendere.
Alzai un sopracciglio sorpreso dal suo abbigliamento.
«Andiamo signor Black, non le da fastidio perché mi sono vestita esattamente come lei, vero?» disse avvicinandosi, sicura di se.
«Non saprei» dissi scrutandola da capo a piedi.
«Beh io non ho intenzione di cambiarmi quindi dovrai farlo con la forza se necessario» disse andando verso la macchina.
Volentieri.

«Allora ti muovi?» disse stufa.
Salii in macchina e partimmo.
«Dormito bene?» chiesi
«Per nulla... i miei genitori sono venuti a farmi la ramanzina per ieri sera» disse sbadigliando.
Si tolse le scarpe mise le ginocchia al petto e appoggiò la testa sul finestrino.

Misi un po' di musica in sottofondo e dopo pochi secondi chiuse gli occhi.
«Sai...» iniziò a parla ma, la sua voce era stanca come se si stesse per addormentare.
«Vorrei che un giorno i miei genitori mi ascoltassero di più. Vorrei vedere qualche film e mangiare popcorn tutta la notte con loro.» disse sempre più tentata nel lasciarsi andare in un sonno profondo.
«Vorrei che mi lasciassero fare nuove amicizie, conoscere nuove persone. Non ho ancora avuto il mio primo bacio, figuriamoci una relazione... e mi sento... mi senti molto stanca...» disse infine prima di addormentarsi completamente.
Dopo poche ore arrivammo a destinazione. L'avevo portata in uno dei miei posti preferiti; in montagna. C'era un piccolo ristorante e un hotel, anch'esso piccolo, ma con un'ottimo ambiente a cinque stelle.
C'era un lago dove vi era possibile farci il bagno difatti, ci venivano molte persone. Anche se oggi avevo prenotato tutta l'area solo per noi.
Mi girai e la vidi dormire beatamente. Aveva un fascino tutto suo. Delicato ma feroce allo stesso tempo. I suoi capelli erano lunghissimi e questo provocò in me una reazione involontaria. Alzai una mano e presi una ciocca di capelli. Erano morbidi e profumati.
La guardai attentamente e non potei fare a meno di guardare le sue labbra e il  piccolo, quasi inesistente, neo al lato del labbro superiore.
Le accarezzai una spalla con delicatezza, fece una smorfia e poi si decise di aprire gli occhi.
«Siamo arrivati?» chiese sgranocchiandosi.
«Sì, e ti sei fatta anche una bella dormita. Ora che la principessa addormentata, non più addormentata, si è svegliata... possiamo andare a fare colazione? Che ne dici?» dissi scendendo dalla macchina.
«Sei insopportabile e fastidioso.» disse guardando in giro per vedere dove fossimo.
«Questo perché non mi conosci, piccola Rose.» dissi prendendo la mia e la sua valigia da cinque chili ciascuna.
«Non c'è bisogno di conoscere qualcuno per dire che è arrogante o antipatico. Sei tu che hai deciso di farmi questa impressione di altezzosità e a farmi irritare.» disse legando i capelli in una coda morbida.
«Cambierai idea allora.»
«Non vedo l'ora signor Black.»

<<Non avevi detto che andavamo a fare un picnic?>>  disse alzando un sopracciglio.

<<In realtà sì, ma ho chiesto ai tuoi genitori se potevamo andare in montagna così potevamo avere un'ambiente più tranquillo e un'aria più pulita rispetto a dove abitiamo. Ed è per questo che ho preso tutto questo posto per noi.>> aprii le braccia nel farle ammirare tutta quella meraviglia.

Incrociò le braccia a petto e guardandomi con un sorriso aggiunse: <<Sì, beh, devo dire che non mi dispiace. Ma ho una domanda... Cosa diamine ci faccio io qui tutta sola con te?>>  disse standomi al passo mentre raggiungevamo la nostra stanza. 

Quando entrammo fece una faccia da una persona che si stesse porgendo molte domande.

<<Avanti parla>> dissi rassegnato.

<<Senti bello. Io in stanza non te non ci dormo. Dormo per terra piuttosto.>> 

<<Va bene.>> dissi.

<<Ehi aspetta, non intendevo veramente!>>  disse sorpresa della mia risposta.

<<Ah no? perché a me sembravi molto seria.>> 

<<Ormai questa maschera sta diventano la mia vera faccia,  a volte non riesco più a capire chi io sia veramente.>> disse facendo una piccola risata. Mi avvicinai a lei e, da dietro, le avvolsi i capelli in una mano e gliele spostai su una spalla. Diventò tesa e la vidi fare un profondo respiro.

<<Sai>> dissi sussurrandole vicino all'orecchio <<le maschere fanno parte di noi, sono le personalità che decidiamo di usare nei momenti più convenienti. Mostrarle tutte, a volte, può far paura alle persone, quindi scegliamo la strada più semplice.>>

<<Cioè, usarne solo una. Quella più conveniente quasi in tutte le situazioni.>> concluse lei al posto mio. 

Le diedi un leggero bacio dietro l'orecchio e feci scivolare le dita sul suo braccio. 

<<Tu mi fai uno strano effetto...>> disse con voce bassa.

<<Io ti piaccio.>> affermai.

<<Non so cosa sia. Ma credo di sì, anche se a volte ho voglia di strangolarti.>> disse girandosi.

<<Non pensavo che avresti ammesso la cosa.>> dissi sorpreso. Mi mise le mani intorno al collo, alzò il ginocchio e me lo mise tra le gambe. Chiusi gli occhi e deglutii a fatica. Abbassò la gamba. Una mano la spostò  sulla nuca toccandomi i capelli, l'altra la fece scivolare sulla spalla fino ad arrivare all'inguine. Strinse leggermente il mio cazzo con dominanza e si avvicinò al mio orecchio. 

<<Non riesco ancora a capire una cosa...>> disse muovendo la mano lentamente. Il mio respiro era corto, a malapena riuscivo a stare in piedi mentre quel piacere aumentava sempre di più. Aveva fatto suscitare in me un bisogno che nessuno era riuscito mai a fare con un solo tocco. <<Perché tutti pensano che essendo vergine, non avendo mai avuto un ragazzo o niente a che fare con l'essere toccata, debba per forza essere una santa o timida. Lo pensi anche tu, vero?>> chiese.

<<L'ho pesato per un breve momento ma non come stai dicendo tu. Sei timida sì ma, non so ancora in cosa. In questo momento stai solo dimostrando i tuoi punti di forza. Puoi aver letto libri o visto film erotici oppure semplicemente ti sei documentata, ma non sai ancora cosa si prova nel essere scopata. E questo ti rende pura e una santa.>> dissi avvicinandomi alle sue labbra.

<<Allora perché non mi scopa signor Black. Voglio sapere cosa si prova, ogni sensazione.>> disse guardando le mie labbra. 

<<Forse un'altra volta. Non sei ancora pronta piccola Rose.>> dissi dandole un bacio sull'angolo delle labbra.


Spazio autrice.

Ciao raga! Cosa ne pensate dei capitoli di questa storia? Spero vi stia piacendo e spero di essere migliorata almeno un pochettino nella scrittura rispetto alle storie precedenti. Se avete consigli sarò lieta di leggerli tutti.

Un bacio. -Dalla vostra Nemesi.

ScintilleWhere stories live. Discover now