23

948 42 0
                                    

Jackie

Mercoledì sera finiamo di lavorare a un orario decente. Verso l'una e mezza iniziamo a pulire in giro, tentando di velocizzare i tempi così da poter tornare prima a casa. Cristian mi aspetta nel parcheggio, mi fa sempre piacere quando viene a trovarmi. Le mie colleghe iniziano a fare domande, chiedono in che rapporti siamo e io dico loro che ci stiamo conoscendo, perché è la verità. Finisco di pulire le scale che conducono al piano di sopra, inforco la scopa e poi scendo l'ultimo gradino.

«Domani torna la titolare» ci informa Shaila.

Alzo il capo, ma anche le altre ragazze fanno lo stesso. Ho avuto il piacere di vedere la nostra datrice di lavoro solo due volte, in entrambe le occasioni era nervosa e intrattabile. Ellie fa un verso che sa tanto di "uccidetemi", mentre le liceali alzano un sopracciglio.

«È così tremenda?» domanda la più bassa delle due.

«Non sa gestire lo stress, non ha tatto» sospira Shaila.

«Manca spesso dal locale?» domanda l'altra, Trina.

«Sì, ha molte scartoffie di cui occuparsi e poi anche suo marito ha un'attività.» Il marito ha una specie di locanda, dunque lei gli dà una mano quando ha bisogno.

«Lei è la sua pupilla» Debbie indica Shaila.

«Sì, ma sono anche quella a cui rompe più le scatole.»

Scuoto il capo divertita, andando a posare la scopa nello sgabuzzino. Minuti dopo siamo tutte fuori, intente a salutarci con un bacio sulla guancia. Auguro loro la buonanotte, per poi dirigermi verso Cristian.

Saltello in sua direzione con un sorriso, mentre lui sembra essere compiaciuto. Sfila le mani dalle tasche, acciuffandomi dalla giacca per avvicinarmi a sé. Mi alzo sulle punte, lasciandogli un lungo bacio delicato sulle labbra. Ricambia, sorridendomi sulla bocca per poi stringermi i fianchi. Degli applausi mi fanno allontanare di qualche centimetro, getto un'occhiata imbarazzata alle mie colleghe che intanto sorridono e mi lanciando sguardi maliziosi. «Meglio andarcene, prima che inizino a esagerare» mormoro tra i denti mentre lui si scosta e apre lo sportello, divertito. Cristian mi accompagna a casa tutte le sere, passiamo del tempo insieme e chiacchieriamo molto durante il tragitto.

Non mi annoio mai in sua compagnia.

«Stavo pensando che magari potresti venire da me nel fine settimana» dice d'un tratto, guardandomi distratto. Tento in tutti i modi di non mostrarmi ansiosa all'idea. Troppi segnali d'allarme risuonano nella mia mente alla sua proposta. Dovrei inventare una scusa plausibile per la mia assenza in casa e non credo di averne una decente al momento, inoltre Brett farebbe domande e troverebbe facilmente le risposte a esse. Ascolta il mio silenzio, lo prende per un no e io mi dispiaccio di questo.

«Lascia perdere» scuote il capo, tornando freddo.

«Ti prego, non litighiamo» lo scongiuro.

«Non ti capisco» replica, fermandosi al semaforo rosso.

«Non vorrei affrettare le cose, insomma ci siamo dati il nostro primo bacio soltanto due giorni fa» esclamo.

«Non siamo più bambini Jackie, io ho quasi quarant'anni e tu ne hai quasi trenta.»

E questo cosa vorrebbe dire, che io non potrei avere delle tempistiche? Trovo il suo discorso piuttosto fuori asse, non mi piace il tono che usa e non apprezzo neanche che mi faccia sentire infantile. Siccome mi piace, ci rimango molto male al suo discorso e infatti mi perdo a osservare il panorama piuttosto che guardarlo in viso.

«Quell'uomo è nella tua vita adesso?» chiede di colpo. «Quel tipo pericoloso, con cui non si scherza e da cui mi hai messo in guardia» aggiunge, offensivo.

Il Bene In TeWhere stories live. Discover now