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Jackie

Sto tentando di capire cosa sia successo negli ultimi minuti ma, il mio cervello si rifiuta di elaborare una risposta sensata. Aver visto Brett in quelle condizioni mi ha lasciata senza parole. Continuo a tamponare le sue ferite sul petto il panno bagnato, mi riprometto di mettergli della pomata dopo così da alleviargli il bruciore. Le sue unghie sono ancora sporche di sangue, la pelle scorticata gli è rimasta impressa sotto le dita. Scuoto il capo, gettando un'occhiata all'uomo di fronte ai miei occhi. Se ne sta seduto sul letto, con la schiena appoggiata alla tastiera e uno sguardo spento in volto. Sto per aprire la bocca e parlargli quando d'improvviso mi precede.

«Mi sono sbagliato» rivela, lasciandomi intorpidita. «Temo di aver sottovalutato i suoi sentimenti» parla guardando dritto. Gli chiedo di costa sta parlando, ma lui si limita a curvare le labbra in un sorriso di sufficienza. «Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno» soffia.

«Continuo a non capire» nego con la testa.

«Beltran non vuole che io ti stia così vicino» esordisce. Entrambi ora ci guardiamo, ma la mia faccia è ricoperta di stupore. «Ma, è impossibile siete praticamente la stessa persona» mi ritrovo a dire. Cosa potremmo avere mai fatto per provocargli questa rabbia? Una vocina nella testa mi ricorda del bacio che ho dato a Brett e questo mi schiarisce le idee: presumo non l'abbia presa bene. Forse il mio aver dato così tante conferme al suo alter-ego anziché a lui deve averlo imbestialito.

È successo quello che non volevo.

«Crede che io abbia fatto il passo più lungo della gamba, ecco perché vuole ferirmi» scuote il capo, scostando le lenzuola per poi alzarsi dal letto sotto il mio sguardo pensieroso. «Chiaramente non si aspettava che ci baciassimo, neanche che tu potessi trasferirti di nuovo a Washington per merito mio» sorride amareggiato.

«Non è mai successo prima?» domando.

Nega con il capo. «Non siamo mai stati interessati alla stessa donna, non credevo che lui potesse reagire in questo modo ma a quanto pare mi sbagliavo» asserisce.

E ora cosa dovremmo fare?

Giocherello con le dita, tentando di fare mente locale. Beltran sta facendo del male volontariamente al suo alter-ego e questo avviene a causa mia. Il mio aver dato dimostrazioni a Brett deve averlo indispettito, si sarà sentito di meno e ora si arrabbia con lui anziché con me. «Brett, non volevo causarti tutti questi problemi credimi.» Scuote il capo, voltandosi verso la finestra invece che rispondermi. «Magari, potremmo trovare una soluzione insieme e tranquillizzarlo, non saprei» mi avvicino a lui. Scuote il capo, sembrando distante. «Ho bisogno di schiarirmi le idee, da solo» precisa, e capisco che mi sta tagliando fuori ancora una volta. Affloscio le spalle, aspettando che mi dia un qualche segnale di restare. Il silenzio è il mio unico avviso, dunque faccio retromarcia ed esco dalla camera da letto. Quando scendo al piano di sotto scorgo il nostro pranzo ormai raffreddato, provo a ingerire qualche boccone seduta alla penisola ma questa pasta ormai sembra cemento.

Mi passo una mano tra i ricci, sentendo Marvin zampettare in corridoio diretto chissà dove. Metto a lavare la pentola, la padella e lascio un piatto da parte per Brett. Sento la porta al piano di sopra aprirsi, poco dopo scende le scale ei suoi passi si fermano davanti l'ingresso della cucina. Indossa una maglietta amaranto, un jeans azzurro e i suoi stivali. Ha un aspetto distrutto, ma è pur sempre bellissimo. «Ehi, stai bene ora?» mi asciugo le mani.

«Non lo so» replica, guardando a terra.

Nessuno dei due parla, vorrei poter trovare qualche soluzione ma non sono una grande esperta.

«Non vuoi ferirlo» lo raggiungo.

Brett è nato per tutelarlo, proteggerlo e far del male al suo alter-ego è proprio quello che evita con tutte le sue forze, essere la causa del suo male lo devasta. Sul suo volto leggo un'espressione addolorata, tiene molto a Beltran e mi sta quasi pregando di perdonarlo. Capisco al volo quello che vuole fare, infatti compio un passo in avanti e poi un altro finché non me lo ritrovo di fronte. Alzo la mano, gli accarezzo la guancia destra e gli sorrido intenerita. «Mi va bene» annuisco, supportandolo con tutta me stessa. «Amo entrambi» rivelo, sentendo gli occhi divenire lucidi. Curva le labbra in un sorriso spontaneo, poggiando la fronte contro la mia. Entrambi sospiriamo a occhi chiusi, esausti dalle emozioni appena provate. Non gli chiederei mai di fare una scelta tra me e Beltran perché so che lui sceglierebbe il suo alter-ego anziché me e va bene così. I due hanno un legame viscerale, psicologico che io non potrei mai e poi mai recidere e, forse, non voglio nemmeno spezzarlo.

Il Bene In TeWhere stories live. Discover now