La Partenza {Parte 43}

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Dopo aver firmato il contratto, guardai Maedhors e Fingon parlare in disparte, con Elrond che gli guardava con un pacato sorriso, mi avvicinai a mio padre, lo abbracciai con affetto, lui mi strinse a se dicendo "sei sempre avventata... non farti uccidere!" sorrisi alzando la mia nuova mano "ho questa ora, nulla mi ferma!" sentì Maedhors ridere, Elrond mi guardò oltre le spalle e disse "vi lascio parlare..." Glorofindel mi abbracciò velocemente poi mi tirò una lunga e attenta occhiata, poi la tiro ad Aegnor diffidente.

Elech mi si avcinò dicendo "sei un avventata, non cambi mai!" gli sorrisi e sussurrai "hai ragione!" Aegnor sorrise e mettendo le mani in tasca disse "ma infondo ci siamo abituati a questi tuoi comportamenti..." feci una smorfia divertita, mentre Elech disse "durante questo viaggio verso il monte fato che strada farete?" alzai le spalle "cammineremo lungo le montagne nebbiose molto probabilmente, per arrivare a Lorien, e poi da lì non saprei, se spettasse a me la scelta cercherei alleati..."

Aegnor annuì e poi disse "devo parlarti..." Elech ci osservò poi guardando Finrod si allontanò.

Ci spostammo più lontano, lui mise le mani in tasca, e indico la mia dicendo "bella mano, un bel regalo..." sorrisi e dissi "guarda..." la sbloccai e con un gesto del polso uscì la lama, Aegnor si allontanò colpito, e disse "niente male, ti si adatta..." gli sorrisi "cosa devi dirmi?" si avvicinò e mi diede un bacio, ne rimasi sorpresa ma risposi, Aegnor mi accarezzò il viso e disse "ho il terrore, che l'affetto che provo per te quando Maedhors e Fingon riavranno i loro corpi non ci sarà più..." sorrisi ma non avrei rivelato i nostri timori a Maedhors non volevo che si sentisse in colpa.

"Anche io, ma nel profondo del cuore so che quello che c'è fra noi è vero" Aegnor si allontanò di un passo "e se non lo fosse?"scossi la testa "oh Aegnor! Per una volta smettila di farti tante domande, spegni la mente e guardati nel cuore..." lui mi accarezzò il viso e poggiò la fronte alla mia, sospirando, quel suo lato era solo mio, nessun altro lo vedeva come lo vedevo io.

Quella sera cenai con gli Amarathien sola con loro, come non accadeva da molto, mi ricordava le nostre cene a Lond Dear. Ridevamo bevendo vino fino ad ubriacarci, ero seduta fra Aegnor ed Elech mentre gli elfi sedevano di fronte a noi, con un sorriso sulle labbra mi avvicinai ad Elech abbracciandolo dissi "mi mancherai un sacco Elech! come farai solo con lui!" Elech rise rosso in viso, mentre Aegnor alzando gli occhi a cielo disse "ma quanto siamo simpatiche! Elech dille che quando non c'è lei che combina guai rovinando i miei piani va tutto liscio come l'olio!" mi guardò con un cipiglio divertito, mi avvicinai mettendomi davanti a lui dissi "vi annoiereste!"

Finrod ridendo disse "non c'è dubbio in questo Lady Nariel!" sorrisi voltandomi verso di loro, Maedhors disse "ora ti dirà di non chiamarla Lady sta attento Finrod!" feci la linguaccia a Maedhors mentre mi sedevo sul bracciolo della sedia di Aegnor che mi mise un braccio intorno alla vita facendomi cadere sulle sue gambe, risi posando un bacio sulle labbra di Aegnor. Fingon parecchio taciturno guardava Elech che con un sorriso chiese "Fingon c'è qualcosa che vi turba?" Fingon sorrise ma poi disse "affettivamente si, mi chiedo come andrà a finire questa storia..." mi alzai guardando Maedhros che avvicinava la mano a quella di Fingon dicendo "andrà per il meglio, riavremmo i nostri corpi e tutto si evolverà con magnificenza!" Fingon sorrise a Maedhros, mentre Finord disse "è io tornerò a Valinor da mia moglie, e fra i Valar!"

Sorrisi ma poi una strana sensazione fece corpo in me, sentì la mente strappata e squartata guardai Maedhors con panico vivo, lui si alzò in piedi, chiusi gli occhi lacrime di sangue cominciarono a scendere, Aegnor mi prese fra le sue braccia gridando il mio nome, ma per me fu buio, dopo poco sentì una carezza oscura e la voce di Imlach si insinuò nella mia mente.

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Il suo sguardo era cambiato, lo si percepiva, l'aria intorno a lei era diventata rarefatta, come se qualcosa avesse preso posto nel suo corpo, inarcò la schiena respirando a pieni polmoni, le cicatrici si intravedevano dal vestito di seta, si aggrappò ai braccioli della sedia la mano in metallo ne spacco uno, ma non perse la compostezza, non era Nariel non era la mia dolce e coraggiosa Nariel.

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