Callisto.

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La donna dai capelli rossi corse fuori dalla fortezza, il respiro corto la costrinse a fermarsi un momento.
La cortigiana strinse le mani al petto, mentre due guerrieri si incamminavano verso l'entrata della fortezza.
Decise di nascondersi, in quello stato avrebbero potuto sospettare di lei una volta trovato il corpo esanime della ragazzina.
Si nascose dietro una rampicante e si lisciò le vesti.
Respira, si impose mentalmente.
Finalmente Adèlaïde era stata sistemata, finalmente il cuore di Alexander sarebbe stato suo, per sempre suo.
Quando i guerrieri sparirono Callisto continuò la sua passeggiata, più serena.
Alzò il viso verso il cielo e sentii il sole caldo scaldarle le gote, sorrise.
Da piccola non aveva mai potuto godere di quel calore, chiusa in quella piccola bottega, al buio e senza cibo.
Se provava a ripensarci ancora le venivano i brividi lungo la spina dorsale, gli anni più difficili della sua vita.
Che altro avrebbe potuto fare se non ucciderla?
Chi altro le avrebbe potuto dare un tetto sulla testa e il calore di un letto se non il signore di Zanon?
L'aveva accolta nel giorno più terribile della sua vita, quando gli occhi di suo padre si chiusero per sempre.
Era arrivata alla fortezza non volontariamente, aveva semplicemente camminato dal villaggio di Upon fino a quello più vicino, fino a che non avesse trovato un'anima viva.
Quel giorno era particolarmente affamata, evidentemente la puzza di cadavere le metteva appetito.
Aveva intravisto la fortezza di Zanon attraverso la fitta foresta, maestosa e forte, proprio come il suo signore.
Non era una fortezza bella, ma era solida e Callisto non cercava bellezza in quel momento.
Quando bussò all'enorme portone della fortezza per la terza volta, le venne il dubbio che nessuno l'avrebbe udita in quella enorme costruzione.
Ma poi qualcuno le aprì, era una donna paffutella e in là con gli anni che la accolse con le sopracciglia inarcate.

"Avrei bisogno di cibo, vi prego, non negatemi un pasto."
Romana si intenerì nel vederla e nell'udire le sue parole supplichevoli.
"Vieni ragazza." disse semplicemente.
Da quel giorno la sua vita non era più stata la stessa.
Era diventata una cortigiana, ma non una qualunque, la cortigiana del signore di Zanon.
Aveva sentito parlare di lui, ma vederlo fu sicuramente diverso, scioccante.
Era grondante di sudore, reduce da un allenamento particolarmente duro e la guardava corrucciato, probabilmente chiedendosi che ci facesse lì una ragazza così giovane.
La guardò da capo a piedi e subito dopo un sorriso si dipinse sulle sue labbra carnose e dure.
"Fanciulla, sai dove ti trovi?"
Callisto si erse in tutta la sua altezza e ribatté: " Certo mio signore, sono nella vostra fortezza, nelle terre di Zanon e voi siete Alexander mio signore."
Lo vide serrare la mascella e non ne capì il motivo.
"Perché sei qui?"
"Sono sola al mondo mio signore, l'unico parente che mi era rimasto è perito poche lune fa."
Il signore di Zanon annuì, già sapendo quale occupazione dare alla donna.
"Resterai qui..." la vide illuminarsi e sorridere mentre gli occhi le si riempirono di lacrime.
"Come mia puttana." il sorriso della ragazza si spense immediatamente, mentre cercava di ragionare in fretta.
In fondo era bello e le avrebbe dato del cibo e un posto dove riposare.
Callisto sorrise al suo signore, mentre quest'ultimo le toccava i capelli.

***

La cortigiana tornò alla realtà per un momento, mentre il cielo si rannuvolava decise di rientrare, sarebbe piovuto entro poco.
Durante il tragitto verso la sua camera si abbracciò, continuando a ricordare.

***

Uno schiaffo interruppe i suoi sogni, mentre il signore di Zanon la prendeva con forza e senza alcuna premura.
Le cose andavano peggiorando da quando i suoi guerrieri le avevo fatto certe proposte.
Nascose il viso nell'incavo del collo del suo signore, abbracciandolo.
Lo amava. Lo amava dal primo giorno in cui i suoi occhi tristi e crudeli avevano incrociato il suo sguardo, erano passati due inverni da allora ma la cortigiana non aveva mai smesso di provare amore per quel signore così cinico.
Sarebbe sempre stato suo, nessuno avrebbe potuto portarglielo via, anche se lui la trattava solo come un passatempo tra un allenamento e una battaglia vera e propria.
Un giorno si sarebbe finalmente accorto del suo amore e le avrebbe sorriso.

***

Callisto si corrucciò, aveva appena saputo che il suo signore aveva imprigionato una rivoltosa francese.
Lo vedeva nervoso e schivo, come se avesse questioni molto importanti per la mente.
Ogni giorno che passava il suo signore si allontanava da lei, gli scivolava tra le dita come l'acqua del ruscello e lei non sapeva come fare per trattenerlo con sé.

***

"Che ci fa quella maledetta qui?"
Callisto sussurrò ad Alexander quelle parole mentre tutti i presenti ammutolivano.
Il signore di Zanon la strinse più forte in vita quando notò che Adèlaïde si accomodava accanto al guerriero Conan.
Ella sorrise, mentre Alexander si alzava e la raggiungeva, sussurrandole qualcosa in un orecchio che fece sussultare la rivoltosa.

***

Callisto si toccò le tempie, un'emicrania grande quanto la fortezza intera le opprimeva la testa, aveva fatto quello che andava fatto, niente di più e niente di meno.
Ormai il cielo era scuro, la luna era coperta da grandi nuvole e la pioggia sembrava volesse far cadere il cielo, piangeva per lei?
Per quella giovane vita strappata alla terra?
Sorrise.
Piangi, piangi pure cielo pensò.
Dei passi lungo il corridoio la fecero sussultare, era il momento.
Si accostò alla porta, cercando di percepire ogni suono, ogni passo svelto.
Decise di uscire e dare un'occhiata di persona, non si sarebbe persa quella scena per nulla al mondo.
Mascherò la sua felicità con del mero disappunto, chiedendo alla domestica cosa fosse tutto quel baccano, dietro di lei dei passi la fecero voltare, era Alexander.
"Mio signore ma cosa succede?"
Alexander la ignorò ma Callisto non perse coraggio, lo seguì fin quando non arrivarono nel corridoio delle colonne ... Molti guerrieri erano accorsi, Alexander si corrucciò mentre uno di loro cercava di impedirgli la vista della donna riversa sul pavimento.
Alexander gli diede un pugno che lo fece atterrare al suolo.
Osservò nella direzione della colonna di pietra, dove un rivolo di sangue scorreva lungo il corridoio.
Ingoiò la sua stessa saliva mentre si avvicinava, Callisto lo guardò intensamente, non lo aveva mai visto così.
Decise di accostarsi il più possibile al suo amato, mentre scorgeva dietro la colonna il corpo esanime di Adèlaïde.

AdélaïdeWhere stories live. Discover now