Rinascita.

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Meritava di morire.

Quella sgualdrina aveva provato ad uccidere sua moglie, non poteva permetterle di continuare a vivere.

Non riusciva a capire come avesse potuto essere così stupido da non accorgersene fino a quella mattina.Un'improvvisa illuminazione, un segno, gli aveva fatto capire che era stata lei.

Sapeva che appuntava sempre uno stiletto alla coscia, per proteggersi da possibili stupratori che vedendola così ben disposta verso di lui, avrebbero potuto prenderla contro la sua volontà.

Che cieco era stato.

Alexander sospirò, mentre si avviava al capezzale di Adélaïde.

***

Ancora lui, l'uomo ombra, l'uomo senza ombelico.

Stavolta camminava per i corridoi della grande fortezza di Zanon, Adélaïde sentiva il suono dei passi appiccicosi di sangue di quell'essere, appiattita contro la colonna.Si tappò le orecchie per non udire ma un fruscio la fece sobbalzare e si ritrovò faccia a faccia con il demone.

"Hai paura Adélaïde?" la ragazza scosse la testa in segno di diniego.

L'uomo ombra sorrise."Guarda qui." aveva ancora qualcosa dietro la schiena, aveva sempre qualcosa dietro la schiena, in tutti gli incubi.

Una folta chioma rossa fece sgranare gli occhi della ragazza, quella era Callisto.

"Oh, so che sei in un tale stato di sonno che non sai distinguere il sogno dalla realtà mia signora, ma credimi, questa è proprio lei. Toccala." Adélaïde scosse la testa e si mise una mano sulle labbra, sentiva puzza di putrefatto, si girò per scappare via, ma si scontrò contro il corpo di Callisto, senza testa.

Cominciò a gridare e ancora le sue suppliche non ebbero voce, le sue urla non furono udite.E allora pregò.Pregò in tutto quello che conosceva e in tutto quello che le era sconosciuto, pregò gli Dei, gli alberi, il Sole e le stelle, per potersi svegliare, per finirla.

Ad un certo punto strinse gli occhi e quando li riaprì un forte bagliore l'accecò, era la luce del nuovo giorno, era finalmente sveglia.

"Alexander!" Un grido a pieni polmoni che la fece sentire bene, un suono che qualcuno poteva udire, che lei udiva.

Immediatamente la porta della sua stanza si spalancò e Alexander fece il suo ingresso, sembrava preoccupato.

'è vivo' fu il primo pensiero della ragazza, subito dopo si sentì avvolta dall'abbraccio di suo marito, dal suo calore, dal suo odore.

Rammentava l'ultima volta che erano stati così vicini, l'unica volta che l'aveva sentito veramente vicino.

"Allora era il mio nome che urlavi nei tuoi deliri."L'uomo sorrise, mentre Adélaïde si incuriosì.

"Chi altri avrei dovuto chiamare?"Alexander la strinse un po' più forte, "Nessuno" disse.

***

La ripresa di Adélaïde fu lenta e tormentosa.

La ferita doleva, anche perché la ragazza non riusciva a stare ferma per un solo minuto.Aveva perso così tanto in quelle settimane, avrebbe mai recuperato il rapporto con Alexander? O avrebbe dovuto ricominciare daccapo?Sentiva che le forze stavano ritornando, sebbene molto lentamente.

Era riuscita anche a mandare giù qualche boccone di pane e acqua.Dei brividi la scossero inesorabilmente, Adélaïde sentiva che c'era qualcuno con lei, anche se razionalmente non vedeva nessuno, ma sapeva che c'era qualcuno, conosceva quella sensazione.

"Lasciami in pace, maledetto!"Si alzò lentamente, tenendo una mano al petto per lenire il dolore ma non ce la fece, crollo al suolo, priva di forze.

Quando Romana la trovò riversa sul pavimento lanciò un urlo che riecheggiò per le mura della fortezza e anche oltre, dove gli uccellini scapparono per l'improvviso turbamento.

La governante corse a chiamare aiuto, Alexander era andato a pranzare e il guerriero che aveva lasciato a guardia della porta per quei brevi minuti si era appisolato, Romana sapeva che il signore di Zanon non l'avrebbe perdonato per quella mancanza.

Non volendo disturbare Alexander mentre pranzava, si ritrovò a rincorrere l'unica altra persona alla quale importasse della vita della giovane signora della fortezza; Conan.

Quest'ultimo, appena saputo dell'accaduto corse veloce verso la stanza dove Adélaïde era ancora riversa sul pavimento, priva di sensi.Il guerriero biondo la sollevò delicatamente per evitare ulteriori danni allo sterno e la poggiò sul letto ma qualche tipo di dolore Adélaïde dovette sentirlo comunque perché si riprese e storse il naso.

"Lasciami!" gridò la ragazza.

"Mia signora io..." Conan era sinceramente perplesso, non l'aveva mai trattato così.

"Conan." Finalmente la ragazza lo guardò negli occhi e Conan si perse nel suo sguardo confuso, pensava fosse qualcun altro, suo marito forse? Che le aveva fatto quel bruto per farla urlare in quel modo?

La ragazza appoggiò la testa sul petto di Conan, mentre quest'ultimo la stringeva come se fosse l'ultima volta.

***

L'uomo ombra sentiva che i sentimenti del guerriero biondo erano davvero profondi, egli amava la moglie del suo amico molto più del marito stesso, avrebbe potuto sfruttare la cosa a suo vantaggio.Sorrise, cercando la notte.

***

Come avevano potuto tenerlo all'oscuro?

Alexander era furioso!

Irruppe nella stanza di sua moglie mentre Conan le accarezzava i capelli, nel loro letto!

"Sono veramente stufo di te, esci di qui immediatamente!"Conan si rese conto dal tono di voce del suo padrone che non era il caso di replicare, si avviò a testa china verso l'uscita, affranto.

Alexander tirò un profondo sospiro, cercando di riprendere il controllo, mentre Adélaïde lo guardava con gli occhi sgranati, sembrava impaurita.

"Come stai?" disse suo marito, questa volta con un tono un po' più calmo.

"Sto bene, ho solo cercato di alzarmi e il corpo non ha retto, mi dispiace." la ragazza voltò la testa verso la finestra, per evitare che Alexander vedesse i suoi occhi lucidi di pianto.

"Non pretendere troppo da te stessa."Adélaïde tornò a guardarlo, aveva appena sussurrato ma lei lo aveva sentito ugualmente forte e chiaro.

Improvvisamente tutta la scena dell'incidente le tornò davanti agli occhi e Alexander solo guardando il suo turbamento capì a cosa stesse pensando.

"L'ho uccisa, non ti farà più del male."Ancora un sussurro, sembrava aver perso la voce dopo aver urlato così forte con Conan.

"Perché l'avete fatto? Perché sembra davvero che vi importi di me quando sappiamo entrambi che mi avete comprata? E perché trattate Conan in quel modo? Davvero Alex, io non vi capisco."

Il signore di Zanon sorrise, erano anni che non lo chiamavano così. Si avvicinò alla sponda del letto dove una preoccupata Adélaïde corrucciava la fronte, in cerca di risposte.

L'unica risposta che Alexander poteva darle in quel momento era baciarla, e lo fece.

Vide dapprima lo sgomento, poi la paura e in fine la gioia negli occhi di sua moglie, mentre cercava di non stringerla troppo per non farle del male.

Ella si accoccolò sul petto di suo marito, nella loro stanza, nel primo posto che avesse sentito come suo.La ragazza sospirò, cedendo ad un sonno senza sogni né uomini senza ombelico.

AdélaïdeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora