Prologo

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Fin da quando ero piccola mi è stato insegnato il valore del lottare per ciò che si vuole ottenere nella vita, niente ti verrà regalato e niente resterà in modo permanente se non ti alzi le maniche e ti dai da fare, un concetto ormai sconosciuto alle molteplici persone la cui credenza è quella di poter guadagnare tutto e subito.
Sono nata in una famiglia ristretta ma ciò non significa che l'amore datomi sia stato a sua volta ristretto, proprio di quello non mi sono mai dovuta preoccupare. Mio zio aveva saputo crescermi nonostante la mancanza dei miei due genitori in modo eccellente e non avrei mai potuto trovare parole sufficienti per esprimere ciò che era lui per me. Nonostante il terribile incidente che provocò la morte dei miei due giovani genitori pochi anni dopo la mia nascita, non avevo mai provato un ragguardevole dolore nei loro riguardi proprio per la colonna portante che mi aveva sempre sorretto ricordandomi la fugacità della vita e quanto quest'ultima sia magnifica in tutte le sue sfaccettature anche se talvolta dolorose.
Io, Allison Anderson, non avevo mai pensato che vita la fosse difficile oppure impossibile da affrontare perché ogni volta pensavo fosse proprio quello il bello della vita: l'inevitabile scontro con episodi spiacevoli non avrebbe fatto altro se non regalarti la miglior versione di te stesso ed un'opportunità.
Ciò che mi aveva sempre distinto dalle altre bambine, oltre al fatto di non possedere due genitori, era stato il mio spirito da crocerossina che purtroppo era perdurato fino alla mia adulta età e che elargiva molte persone nell'approfittarsene.
La mia eccessiva ed estenuante voglia di coadiuvare aveva portato la versione adolescente della mia persona nello scegliere come futura professione quella del medico, precisamente decisi di specializzarmi in pediatria dato l'ardente desiderio di poter trasmettere qualcosa di positivo anche a dei bambini il cui posto non sarebbe dovuto essere un ospedale.
Mio zio Noah aveva sempre creduto in me e nelle mie capacità ancor prima di me stessa, mi aveva insegnato a perseguire ogni mio sogno spiegandomi che fosse proprio quella la magia della vita: il raggiungimento di un sogno, di un obbiettivo.
Che cos'è la vita se non un grande sogno che rendi realtà?
Il nome Noah deriva dall'ebraico e generalmente viene tradotto con il significato di "riposo'' oppure "calma'' e mio zio rispecchiava proprio quelle parole per me, era la mia calma interiore ed ero sicura che il rapporto viscerale che condividevamo non sarebbe mai scomparso o affievolito. Mio zio aveva fatto tanti sacrifici per me, mi aveva assistito nel rendere il mio sogno la mia vita tramite gli studi che, con il proprio sudore e con la stanchezza nel lavorare nella sua officina, aveva rigorosamente e dignitosamente pagato con le mani impregnate del duro lavoro di meccanico.
Avevo sempre dato poco valore ai soldi e non perché li disprezzassi, sarebbe impossibile, ma per l'annebbiamento che provocavano negli occhi e nella mente degli individui portando questi ultimi a dimenticare quale fosse veramente la cosa più importante: l'Amore.
Non avrei mai pensato di provare uno di quegli amori devastanti, che ti squassano l'animo rendendo la tua vita una gioia per il cuore, io pensavo esistessero solo nei film o nei libri ed invece quando l'avevo provato sulla mia pelle mi resi conto di aver vissuto una vita atona senza.
Avevo sempre e solo creduto nell'unico e vero amore, era mia convinzione che l'amore fosse uno solo e per amore intendevo la forza di poterti elevare ad una dimensione superiore senza che lui o lei facesse nulla, uno sguardo sarebbe stato sufficiente per mandare il tuo cerebro in visibilio ed il tuo cuore in tachicardia.
Quel tipo di amore è indimenticabile, indissolubile, inevitabile ed io feci la sua conoscenza proprio quando meno me lo aspettavo e quando più ne avevo bisogno...

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