Giorno 20: Canzone

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20 dicembre.

Un canto energico risuonava fra i corridoi interni della scuola e (Y/n) stava seguendo la melodia cercando di arrivare alla fonte.

Era insolito vedere i corridoi così vuoti, normalmente pullulavano di gente di ogni dormitorio e classe sociale, eppure quella mattina era difficile beccare qualcuno. Probabilmente erano tutti rintanati nelle loro camere, impegnati a riempire valige e borse degli averi da portare a casa, perciò le sembrava strano che ci fosse qualcuno di così spensierato che se ne fregava delle valigie e cantasse per la scuola. Era una canzone che non conosceva, ma comunque voleva trovare chi la stava intonando. Lo cercava, lo rincorreva, ogni tanto beccava qualche casuale ragazzo che si precipitava da qualche parte, ma non il cantante, che pareva continuasse a spostarsi.

Quando pensò che non sarebbe mai riuscita a raggiungerlo, che non sarebbe mai arrivata a lui, fu allora che voltò l'angolo e lo trovò alcuni metri davanti a lei, nello stesso corridoio. Aumentò il passo e lo chiamò, prima che le sfuggisse ancora.

«Ehi, tu! Senpai! Tu che stai cantando!»

«Ah?», il canto si spezzò di colpo quando il ragazzo si sentì chiamare.

Verso di lei si voltò un ragazzo albino che aveva già conosciuto, che sapeva essere il leader del dormitorio di Scarabia.

«Ehi, Kalim-senpai, scusa di averti interrotto», gli disse appena gli fu vicino, per poi rendersi subito conto di una cosa che non aveva considerato: ora che l'aveva fermato che cosa gli avrebbe detto? Iniziò ad arrancare con le sillabe in certa di idee, ma ci pensò Kalim a prendere in mano il discorso.

«Ah, sì, tu sei il Prefetto di Ramshackle. (Y/n), giusto? Abbiamo parlato in mensa l'altro giorno, mi ricordo benissimo di te», esordì con un grande sorriso, nonostante "l'altro giorno" corrispondesse a un discorso avuto alcune settimane prima.

«Mh, sì, sono io. Ti avevo sentito cantare e mi ero incuriosita»;

«Sì, questa è una canzone tipica del mio Paese che si canta, di solito, nel periodo invernale», sentenziò orgoglioso.

(Y/n) ascoltò con il sorriso. L'intera questione le aveva fatto ricordare le canzoni di Natale, seppur avessero un'aura differente.

«Sai, anche dalle mie parti esistono canzoni che si cantano in inverno, ma sono più mondiali, invece che tipiche del mio Paese».

Lo vide illuminarsi di gioia e curiosità e presto si trovò sopraffatta da ragazzo che si era pericolosamente curvato verso di lei. «Davvero? E come sono?»;

«Beh...», cominciò con imbarazzo, «alcune sono più allegre, altre più dolci, ma la maggior parte di queste hanno dei campanellini nella musica».

«Sì? Me ne insegni qualcuna?», chiese facendo tintinnare gli orecchini d'oro.

«Se vuoi...»;

«Certo che sì!», esclamò con entusiasmo, «vieni, andiamo in mensa, così puoi cantarmi tutte le canzoni invernali tipiche del tuo mondo!»

Non aspettando altro, Kalim le afferrò la mano, e cominciòa trascinarla verso la meta designata, impaziente di imparare tante altre nuovecanzoni e di poter cantare insieme.

Christmas in a land without ChristmasWhere stories live. Discover now