Giorno 21: Farfalla

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21 dicembre.

Era il giorno prima della partenza dei ragazzi dalla scuola, per tornare a casa dalle loro rispettive famiglie, ma (Y/n) non stava passando le ultime ore con loro, piuttosto era rimasta a Ramshackle da sola, senza neanche Grim a farle compagnia, per costruire un piccolo pupazzo di neve nel giardino del dormitorio.

Negli ultimi giorni aveva nevicato un sacco, ad ogni passo che faceva affondava fino a metà polpaccio, quindi era il momento ideale per costruire un pupazzo vicino l'albero ormai spoglio di ogni foglia. Con le mani guantate compattava la neve cercando di creare la parte superiore, mentre nella testa c'era il vuoto più assoluto. Se si fosse messa a rimuginare si sarebbe intristita un po', pensando a quanto fosse lontana da casa e come non vedesse la sua famiglia da circa tre mesi. Stava bene lì, adesso sapeva pure che non sarebbe rimasta da sola durante il Natale, ma l'idea di passarlo lontano dalla famiglia le lasciava comunque un vuoto dentro.

Mise un'altra manciata di neve vicino alla base, cercando di fare qualcosa di simile a una palla anche nella parte sottostante.

«Ti sta venendo bene».

(Y/n) sentì una voce alle spalle, appena sopra la sua testa, ma nonostante fu sbalzata fuori dallo stato di torpore all'improvviso, non si spaventò. Vide, sospeso a pochi centimetri dal manto nevoso, un Lilia che scrutava con attenzione il suo piccolo lavoro. Era certa fosse comparso all'improvviso, un po' meno sul motivo per cui non l'abbia fatta spaventare come faceva di solito, comparendole davanti e salutandola a testa in giù.

«Ciao, Lilia», lo salutò con un tono mogio, tornando a prestare attenzione al suo capolavoro.

La fata notò un certo piattume da parte della ragazza, le osservò le spalle per alcuni secondi e poi chiese: «come mai lo stai facendo da sola? Non era meglio con qualche amico?»

«Gli altri sono impegnati a fare le valigie. Domani partono»;

«Oh, sì, la partenza dal Night Raven College», ricordò sollevando lo sguardo verso il cielo, pensieroso.

«Tu perché non stai facendo le valigie come tutti gli altri?», gli domandò mentre cercava di levigare la testa del pupazzetto.

«Ho già finito. Non mi porterò via tutto, solo un paio di vestiti per l'inverno».

Dopo che terminò di parlare cadde un silenzio pesante tra i due, con (Y/n) che continuava a lavorare al pupazzo e Lilia che la osservava, prima che lui lo rompesse.

«Sei triste per la partenza degli altri?»;

«Solo un po'». Affondò l'indice nella testa, creando lo spazio per gli occhi dell'omino di neve.

Lilia si spostò davanti a lei, per fare in modo che potesse vederlo pur se non gli prestava attenzione.

«Dovresti metterci un po' di colore», un lieve sorriso, un po' triste, un po' consolatorio, apparve sulle labbra pallide.

«Ho portato una carota e dei bott-»

«Non parlavo solo del pupazzo», la interruppe mentre si stava già voltando verso la busta di plastica con carota, bottoni e sciarpa.

(Y/n) bloccò le sue azioni e finalmente pose l'attenzione sulla fata, chiedendogli tacita che volesse dire.

«Parlo di questo periodo. Ho capito cosa ti sta frullando per la testa. Potrai essere malinconica per la partenza di alcuni dei tuoi amici più stretti, ma non è la ragione per cui sei giù. Questo periodo ti sta ricordando che sei lontana da casa, vero, cara?», la osservò abbassare il capo, perciò continuò «per questo ti ho detto di mettere un po' più di colore, bambina mia, in ogni senso possibile. E infatti ho qualcosa che potrebbe aiutarti», Lilia rovistò all'interno di tutte le tasche della giacca, borbottando fra sé e alla ricerca di un oggetto che (Y/n) ignorava, fino a quando non sfilò, orgoglioso, con un ampio sorriso, una rumorosa bustina di cellofan ripiena di pezzi di plastica colorata. «Farfalle!», le mostrò entusiasta, sfoderandone una dall'involucro, «farfalle di plastica! Sono molto colorate, no?»

(Y/n) stava per rispondergli, ma non sapeva esattamente come. Quella era stata senza ombra di dubbio una sorpresa vera e propria, molto inaspettata, al punto tale che aveva messo da parte qualsiasi malumore all'istante.

«Ecco qua», la fata poggiò una farfalla blu e fucsia sulla testa del pupazzo di neve, premunendosi che avesse le ali ben spiegate. «E queste sono per te», allungò la bustina e la mollò solo quando lei la prese. «Fanne buon uso», le sorrise salutandola con la mano.

Non attese che gli rispondesse, Lilia semplicemente divolatilizzò davanti al suo naso, lasciandola ancora una volta da sola al gelo.Però adesso si sentiva meglio. Guardò la bustina di farfalle di plastica,sollevata e rassicurata, poi tornò nel dormitorio, con l'intento di attaccarlequa e là insieme alle decorazioni di Natale.

Christmas in a land without ChristmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora