2. Festa

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La luce che entrava dalle persiane svegliò Simone, che per la prima volta in un mese e mezzo era riuscito a dormire senza troppi pensieri. Non aveva nemmeno sentito Manuel rientrare, non sapeva nemmeno se era rientrato in realtà.

Si alzò piano dal letto, era sabato e non avevano scuola, così si diresse in cucina a passo lento. La cucina era vuota e in casa non si sentiva nessun tipo di rumore, dedusse quindi di essere da solo e la conferma gli arrivò quando, sul tavolo in cucina, lesse un bigliettino lasciato da suo padre: 

"Siamo a fare la spesa, non rientriamo per pranzo."

Sospirò sollevato, non aveva proprio voglia di parlare con qualcuno in quel momento e più tardi rientravano meglio era. 

Aprì il frigo e cercò il solito succo che beveva sempre a colazione, tirò fuori la caraffa e prese anche un bicchiere. Cercò poi il solito pacco di merendine -per niente salutari ma tant'è- nella dispensa e prese anche quello. Si sedette al tavolo e mentre iniziava a mangiare una delle merendine del pacco scrollava la home di Instagram.

Non aveva molte foto sul suo profilo, a mala pena postava delle storie ogni tanto, in realtà molte volte si limitava a repostare qualche storia in cui lo taggavano e nulla di più. Non era mai stato il tipo da social, si era sempre ritenuto più il tipo da caffè e libro, ma vedere ciò che pubblicavano gli altri non gli dispiaceva, soprattutto ciò che pubblicava un certo Manuel Ferro.

Ogni tanto, come stava facendo quella mattina, andava sul profilo del più grande per riguardare le stesse cinque foto che lo ritraevano. Erano belle, particolari, quasi artistiche. Manuel, infatti, non utilizzava Instagram per far vedere agli altri quanto fosse bella la sua vita -in realtà non pensava che lo fosse-, lo utilizzava più come una raccolta di dettagli del mondo visto dai suoi occhi. 

Per questo aveva poche foto sue, la maggior parte erano paesaggi, dettagli antichi di qualche palazzo di Roma, opere d'arte, dettagli di opere d'arte e copertine di libri di filosofia. 

Quel profilo riassumeva perfettamente l'essenza di Manuel, almeno agli occhi di Simone. 

Per Simone, infatti, Manuel era proprio così: un ragazzo che sapeva cogliere i dettagli più affascinanti delle cose e delle persone. Avrebbe tanto voluto ammirare il mondo come lo ammirava Manuel, forse si sarebbe innamorato della vita come si era innamorato di lui.

Quel turbinio di pensieri non gli fece notare la presenza del più grande nella stanza, che si era posizionato dietro di lui per capire che cosa assorbisse tanto l'attenzione di Simone.

«Trovi così interessante er profilo mio?» 

Simone quasi si strozzò con il succo quando udì quelle parole e bloccò velocemente il telefono mentre diventava paonazzo in viso per l'imbarazzo.

«St-stavo scrollando la h-home e mi sei ca-capitato tu» cercò di giustificarsi in qualche modo ma Manuel ormai aveva iniziato a ridere rumorosamente e non sembrava volersi fermare.

Simone, invece, avrebbe voluto sprofondare e non risalire più per quanto si stava vergognando in quel momento. Lo aveva colto con le mani in pasta e non c'era giustificazione che teneva. 

«Simò, me fai morì veramente» lo disse mentre si teneva la pancia che doveva fargli male per le troppe risate. «Dovresti vede' la tua faccia in 'sto momento, sembra c'hai visto 'n fantasma».

Il più piccolo avrebbe preferito decisamente vedere un fantasma piuttosto che farsi scoprire da Manuel mentre guardava incantato il suo profilo.

Passarono cinque minuti buoni prima che Manuel smettesse di ridere, aveva addirittura le lacrime agli occhi per quanto si stava divertendo. Quando si calmò decise di fare anche lui colazione, anche se ormai erano le undici passate ed era quasi ora di pranzo.

solo amici [simuel]Where stories live. Discover now