5. Panico

562 35 1
                                    

Quando rientrò dall'appuntamento con Martino erano quasi le 17:30, l'ora in cui Manuel puntualmente usciva di casa per andare a fare chissà che. Stava attraversando il vialetto che portava all'ingresso di casa Balestra quando vide il più grande uscire dalla villa con il casco in mano e dirigersi verso la sua moto.

Simone si morse il labbro inferiore, nervoso. Era indeciso se rivolgergli la parola o meno dopo quella lite. Avrebbe voluto chiedergli dove stesse andando perché la curiosità lo stava consumando da due settimane, ma voleva anche fare un po' il sostenuto perché ancora una volta Manuel aveva usato le parole per ferirlo senza preoccuparsi dei suoi sentimenti.

Decise quindi di farsi forza e tirare dritto, ma il maggiore non sembrò d'accordo con quella scelta: «Dove sei stato?»

Il tono di Manuel era piatto, si era fermato vicino alla sua moto appena aveva visto Simone e si stava torturando le mani mentre lo scrutava con quel suo solito sguardo penetrante. Era nervoso, il più piccolo lo tonò perché continuava a mordicchiarsi l'interno guancia e a muovere la gamba mentre si staccava qualche pellicina fino a farsi sanguinare le dita. Il livido della festa di Halloween stava guarendo, da violaceo era diventato giallognolo e quasi non si vedeva più.

«Al mare.» fu la risposta secca che gli riservò il minore.

«Da solo?» e Manuel si maledisse per tutte quelle domande, ma la sete di sapere in quel momento era più grande dell'orgoglio.

«Con Martino.» Simone non aspettò la replica del maggiore, gli riservò uno sguardo truce e si allontanò il più possibile da lui.

Quando finalmente varcò la soglia di casa Balestra si permise un lungo respiro, non si era neanche reso conto che fino a quel momento aveva trattenuto il fiato. Sentì il rombo del motore e una sgommata che fece alzare tutta la ghiaia prima di vedere dalle grosse finestre del salotto Manuel andare via.








«Simone è pronto, scendi!» fu la voce di Anita a richiamarlo dalla cucina, guardò l'ora dal suo cellulare che segnava le otto di sera e scese le scale per raggiungere il resto degli abitanti della casa.

Da quando nonna Virginia si era trasferita in un appartamento più piccolo, a villa Balestra erano rimasti in quattro: Dante, Anita, Manuel e lui. Ancora non riusciva a definire quella strana combinazione di persone una famiglia, anche se Anita e Dante si frequentavano ormai da sei mesi e la cosa sembrava seria tra i due.

Anita era la donna più dolce del mondo, almeno con Simone, gli riservava sempre delle parole gentili e una carezza sul viso, al contrario di suo padre che invece ancora lo rimproverava per qualsiasi cosa e ficcava il naso nelle sue faccende private. Erano carini insieme, si completavano nonostante fossero così diversi. Oppure era proprio questa diversità a renderli così compatibili.

Si sedette al tavolo con un piatto di pasta fumante davanti a sé. Mentre cenavano Dante iniziò a rivolgergli le solite domande di routine su come fosse andata la scuola, come se la stava cavando nelle altre materie e se avesse fatto tutti i compiti che gli erano stati assegnati e Simone rispose in maniera positiva a tutte.

Approfittò di un attimo di silenzio per cercare di saziare la curiosità: «Anita, per caso sai dove va Manuel tutte le sere?»

Anita gli rivolse uno sguardo stanco: «Ad esse' sincera c'ho popo perso le speranze co' Manuel. Gliel'avrò chiesto nun so quante volte ma nun me risponde!»

Quindi neanche lei sapeva nulla. Simone iniziò a preoccuparsi seriamente, aveva il terrore che Manuel potesse essersi infilato in altri giri loschi per aiutare sua madre con i soldi, anche se ora che vivevano con loro non ce n'era più bisogno. Ma sapeva quanto Manuel fosse orgoglioso e l'idea di farsi aiutare da qualcun altro proprio non gli andava giù.

solo amici [simuel]Where stories live. Discover now