3. Halloween

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Manuel era davanti allo specchio da una buona mezz'ora mentre cercava di capire come fare del sangue finto sul lato della bocca da dei tutorial su Tik Tok.

«Boh a me me sembra tutto teribile!» fece spallucce mentre pronunciava quella frase e si allontanò un po' per potersi vedere meglio allo specchio.

Tra angelo e demone Manuel aveva ovviamente scelto il demone. Era vestito completamente di nero, con dei jeans strappati che gli fasciavano perfettamente le gambe magre e una camicia nera vecchia. L'aveva scelta perché così poteva rovinarla e infatti sul suo petto, dal lato del cuore, c'erano degli strappi che ricordavano dei graffi di qualche animale mitologico. Si intravedeva la pelle sotto quegli strappi che Manuel aveva accuratamente colorato di rosso per rappresentare del sangue. Non ci aveva messo molto a pensare a quel travestimento, ma ne era quasi soddisfatto.

Finì di ritoccare il sangue sul viso e uscì dal bagno con un solo pensiero in testa: Simone.

Da quando erano tornati da scuola si era rinchiuso in camera sua per cercare qualcosa che potesse andare bene per il travestimento e non era ancora uscito. Erano solo le 18:00 in realtà e la festa non iniziava prima delle 21:30, ma si erano messi d'accordo con i loro compagni di classe per ritrovarsi prima a casa di Giulio per mangiare qualcosa tutti insieme.

«Allora Simò? Sei pronto?» urlò Manuel da dietro la porta della sua camera.

«Un attimo...» fu la risposta che ricevette.

Ma Manuel non aspettò un attimo, strinse la maniglia della porta con una mano e l'abbassò per aprirla ed entrare nella stanza di Simone.

Quello che si trovò davanti fu uno degli spettacoli più belli che avesse mai visto, ma non lo avrebbe mai ammesso a voce alta.

Simone indossava dei jeans azzurro chiaro che erano ancora sbottonati e si stava infilando una camicia bianca con qualche difficoltà. Aveva i capelli arruffati, segno che aveva fatto diverse prove prima di scegliere quei vestiti, e Manuel non riuscì a non pensare di volerci affondare le mani in quei ricci. Deglutì a fatica mentre il corpo gli dava segnali che cercò con tutte le forze di ignorare.

«S-saresti un angelo tu?» la voce gli uscì più stridula di quello che avrebbe voluto e sperò con tutto se stesso che Simone fosse troppo occupato ad abbottonarsi la camicia per notare il suo tono incrinato.

«Che non si vede?» alzò lo sguardo per incrociarlo con quello di Manuel e questo fece perdere un battito al più grande: era dannatamente bello.

«Si che se vede, ma dovresti aggiungere un quarcosa che ricorda Halloween se no nun c'ha senso» Manuel riprese a respirare regolarmente e solo allora si avvicinò un po' di più al minore.

Simone si soffermò a guardare Manuel solo in quel momento. Il nero gli donava proprio, come il travestimento che aveva scelto. Era l'incarnazione di tutte le fantasie più nascoste di Simone e questo non andava bene, non quando stavano per andare ad un festa piena di alcool che fa abbassare il livello di guardia dei freni inibitori.

«Innanzitutto bisogna sistemà qua» Manuel allungò le mani sul colletto della camicia di Simone per sbottonargli gli ultimi due bottoni che aveva appena chiuso, lasciando scoperta un po' di pelle. Si intravedevano le clavicole sporgenti e una parte di petto e Manuel ci passò sopra le dita istintivamente. «Magari qua potemo mettè 'n po' de sangue, che dici?» e il suo tono si abbassò mentre pronunciava l'ultima frase, gli occhi si fecero languidi e la voce roca.

Si passò la lingua sulle labbra mentre osservava il petto di Simone, e saliva poi verso le clavicole, il collo e infine le labbra, dove puntò lo sguardo per degli istanti di troppo. La mano che prima era posizionata sul petto si era spostata sul collo e con il pollice stava accarezzando la mascella del più piccolo. Manuel in quello momento non stava ragionando, si sentiva dentro una bolla in cui il suo corpo agiva contro la sua volontà.

solo amici [simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora