Prologo

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-Nothing's new

Nothing's new 

nothing's new


8 anni prima

"Stasera vengono gli Underwood a cena, vedi di farti trovare pronta per le sette" la mamma richiude la porta della mia stanza con la stessa velocità a cui era stata aperta.

Prendo un respiro profondo, sono contenta perchè rivedrò Logan, ma questo significa che dovrà risuccedere.

A volte mi ritrovo a sperare che quell' uomo muoia, è davvero un pensiero brutto, constato sempre in seguito, la mia prof di italiano dice sempre che non bisogna mia augurare agli altri il peggio.

Vero, ma se lui non venisse più a casa mia non succederebbe più.

"Se fai la brava ci metto solo cinque minuti" me lo diceva sempre.

Infondo sarebbe durato solo cinque minuti, e io avrei fatto la brava, così per il resto della sera avrei potuto giocare con Logan ed Emma.

Mi siedo a gambe incrociate davanti al mobiletto delle medicine e tiro fuori il pacchettino di pillole che tengo nascoste. Non riuscirò mai a ringraziare abbastanza la donna in farmacia che me le ha vendute sorvolando il fatto che avessi undici anni.

Rileggo le istruzioni per essere sicura di aver eseguito tutto correttamente e le riinfilo nel cassetto.

Mi specchio davanti al vetro riflettente appostato alla parete, accanto al mio letto.

I riccioli rossi sono abbastanza in ordine, il vestitino estivo di lino bianco è liscissimo e senza nessuna piega; ho un lieve accenno di occhiaie sotto gli occhi, ma da qualche pollice di distanza non si notano nemmeno.

Noto le labbra screpolate e ci passo sopra un lieve strato di burro di cacao e, mentre compio l' azione, sento suonare il campanello. Mi affretto ad uscire dalla stanza e a scendere le scale.

Stasera il salone, di solito interamente rosa, sia per le pareti che per i pregiati marmi del  pavimento, è stato occupato da una grande tavolata, tanto più ampia che lunga.

 Alcuni penserebbero che sia troppo grande per sole otto persone, quattro noi e quattro loro, ma, come piace sempre dire a mio padre: " I ricchi hanno bisogno dei loro spazi".

Non ho mai capito se devo prenderlo alla lettera o metaforicamente.

La bella famigliola entra dal portone, per prima la figlia; Emma varca la soglia e subito mi intercetta con lo sguardo, per poi correre ad abbracciarmi.

Mi carezza i capelli e si accosta al mio orecchio per sussurrarmi: "E' da un po' che è tranquillo, forse stasera ti va bene" lo dice quasi in modo disperato, sperando nell'' inutile.

Lei è l' unica che lo ha capito, che succede qualcosa insomma.

Ma cosa potremmo mai fare? Dirlo non servirebbe a nulla; sono le parole di due undicenni contro quelle di uno degli uomini più ricchi della Florida.

Si sposta in modo tale che io possa salutare anche gli altri arrivati. Il signore e la signora Underwood fanno il loro ingresso e io comincio la messa in scena.

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