II

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- I stay out too late

Got nothing in my brain

That's what people say, mm-mm

That's what people say, mm-mm


Logan mi guarda ferito, come se fosse stato lui a farmi preoccupare così notevolmente. Vorrei dirglielo, che lui non ha fatto un bel niente di male, ma decido di tacere; ed esco come un fulmine dal locale.

Una sensazione di paura comincia ad invadere il mio corpo e ne prende possesso.

Era da un po' che non la sentivo più.

L' ansia mi attanaglia il petto ed è come se mi avessero arrotolato una catena di ferro attorno al collo.

Nessuno mi spaventa, così dicono tutti quelli che hanno mai avuto la sfiga colossale di avermi conosciuta.

Ma con lui è diverso. So benissimo che ora sarei capace di mandarlo al pronto soccorso con un pugno, eppure per qualche strana ragione lo temo ancora

Perchè è colpa sua ora tutti credono di potermi usare quando cavolo gli pare e piace, colpa sua che mi ha fatto crescere credendo fosse giusto, giusto dare il mio corpo perchè non ho altro da offrire.

Ma non sarò così scema, devo solo tenermi alla larga da lui e dalla sua stupida famiglia.

Ce la posso fare, l'ho sempre fatto, sette lunghi anni che lo ignoro, non smetterò ora.

'Poi tu andrai a Miami, non sapranno dove ti trovi'

Prendo un altro respiro, ora sono più calma.

"Lee? Ci sei?" ignoro le voci che mi richiamano, raccatto lo skateboard ed arrivo a casa esausta.

E' davvero tardi, perciò, camminando in punta di piedi, con la tavola sotto braccio e i lacci delle sneakers annodati tra le dita dell' altra mano, riesco ad arrivare alla mia stanza senza il minimo rumore e mi ci chiudo dentro.

Sbattendo la porta.

L' eco rieccheggia tra le pareti.

Mi blocco con il piede a mezz' aria e premo forte il palmo contro le labbra, strizzo gli occhi.

Dopo qualche secondo silenzioso constato che, per fortuna, non ho svegliato nessuno.

Mi butto di peso sul letto con ancora i vestiti del giorno e, senza neanche scostare le lenzuola, mi addormento.


"LEE! SVEGLIATI! E' L' UNA DI POMERIGGIO!" mi strilla Frank nelle orecchie. Io mugugno qualcosa in risposta, non so nemmeno io cosa, spero soltanto capisca che deve levarsi dalle scatole.

Sento un rumoroso tintinnio di due pentole che si scontrano. Due pentole che si scontrano?!

"Frank basta rompere i coglioni, due minuti e ci sono!" cerco di pronunciare parole di senso compiuto.

"Le tue amiche sono già in sala che ci aspettano." cerca di convincermi lui.

"Aspetteranno ancora!" muovo le braccia teatralmente, cercando di scacciarlo come si farebbe con una mosca

"Mi tiri su?" chiedo neanche mezzo secondo dopo, l' adrenalina del viaggio si è riimpossessata di me. Sbuffa e mi porge la mano per alzarmi.

Finalmente mio fratello se ne va e io posso fare con calma. In realtà i capelli ricci non hanno bisogno di essere acconciati e sono già vestita; perciò liscio le pieghette dei Jeans azzurri con il dorso della mano, passo solo un po' di correttore sotto gli occhi per non sembrare il tizio fuggito dall' Urlo di Munch e scendo.

The SunriseWo Geschichten leben. Entdecke jetzt