Prologo

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Quando lei e i suoi fratelli erano piccoli ascoltavano il prozio raccontare storie.
Sembrava fosse stato cucito su quella vecchia sedia a dondolo, avvolto in una coperta con una borsa dell'acqua calda sui piedi, si dondolava avanti e indietro.
Una delle storie più assurde che aveva raccontato ai nipoti riguardava quelle graziose creature vestite di tinteggi sgargianti, trasportatrici di tranquillità e magia. Quella non era l'ennesima favola sulle fate e la loro bontà, più che altro venivano dipinte come bestie terribili.
Il prozio era un personaggio curioso, sempre burbero con tutti tranne che con i suoi nipoti durante l'ora della storia.
Quell'uomo aveva l'immaginazione più fervida di qualunque scrittore di libri eppure sembrava credere in quello che raccontava.
Ogni tanto Elisa, la più giovane del trio di nipotini, aveva la sensazione che il pro zio volesse metterli in guardia da qualcosa senza poterlo dire apertamente.
Spesso narrava una storia di un un'ombra, di due occhi carichi di malvagità pronti a pendersi una vita.
Letali e silenziosi.
Una maledizione antica nata dall'intreccio dell'avidità e della brama, un passato implacabile che cercherà in ogni modo di vincere sul presente.
Tra biscotti al burro e prugnesecche si annidava qualcosa di più grande, un accordo perverso che presto si sarebbe trasformato in un gioco a dadi con la morte.


Spero che questo prologo vi inviti a proseguire alla lettura!
Grazie :)

L'ultimo sospiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora