MICHAEL: 15

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Michael è in piedi. Ringhia e cerca i suoi amici, ma oltre alla devastazione, non vede nulla.
Alza il veicolo in cui stavano per vedere se trova qualcuno, ma niente.

Degli altri pare che non ce ne sia traccia.

Cammina un po', confuso, per il luogo dell'incidente, quando sente qualcuno parlare.
Si nasconde dietro un veicolo, che non lo copre poi chissà quanto.
In lontananza vede avvicinarsi delle persone in tenuta militare. Ovviamente parlano una lingua che non capisce ma, sicuramente, hanno a che fare con ciò che è successo. E arriva subito la conferma quando atterra lì al loro fianco l'aeroplano che li aveva bombardati.
«Figli di puttana, adesso li ammazzo tutti.»

I soldati setacciano l'area in cerca di possibili superstiti.
«Tutti morti... nessuno è rimasto in vita» dice uno di loro tornando verso gli altri.
«Ripulite tutto» ordina il pilota, appena sceso dall'aereoplano.
«C'è un'altra notizia» vuole correggerlo uno degli uomini armati.
«Quale?»
«Non abbiamo trovato i corpi degli stranieri.»
«Quindi sono sopravvissuti» ipotizza uno di loro.
«Come?» il pilota poco lo credeva possibile. Il bombardamento che aveva effettuato era stato perfetto, la quantità e la potenza delle bombe era così elevata che, per forza, devono essere morti.
«Non potrebbe essere possibile» fa notare uno di loro, mostrando la distruzione che li circonda.
«Cercate bene» ordina di nuovo il pilota.

All'improvviso, così dal nulla, arriva una ruota volante che prende due di loro dritti in testa, stendendoli.
«Ci servono rinforzi» urla subito un altro mentre vede arrivare altre ruote. «Siamo sotto attacco.»

Spunta dal fumo Michael correndo all'impazzata.
Mentre i soldati prendono le armi, il gigante è già arrivato e ha già afferrato uno di loro per la testa e lanciato verso gli altri.
Lancia un urlo furioso e corre verso di loro. Solo con le sue nude mani distrugge qualsiasi cosa si ritrova davanti e disintegra qualsiasi essere umano.

Lancia via un veicolo, poi un altro, uno lo afferra per schiacciarci sotto i nemici.
Chi non viene schiacciato subisce le sue giganti mani sui volti.

Arriva così al gruppone.

Unisce le mani e con un solo colpo schiaccia ben quattro teste. Poi sbatte ripetutamente i pugni sul terreno, provocando un bel tremore che squilibra gli avversari e li rende facili prede dei suoi attacchi.
Rotea la parte superiore del suo corpo, sfoltendo così l'area.
Prende uno dei suoi fucili a pompa ed inizia a sparare.
Via mezza pancia di uno, vola il braccio di un altro, via una gamba, al prossimo gli smonta la mascella, e un altro perde il collo.
Prende una granata e la infila in bocca ad uno.
La testa scoppia in mille pezzetti, il corpo fa qualche passetto di ballo prima di accasciarsi.

Michael osserva, ad occhi spalancati e respirando affannosamente, il suo capolavoro.

Alle sue spalle qualcuno sta provando a salire sull'aereo. Michael si volta lentamente, infuriato, appena sente l'accensione del motore.
Pochi passi in corsa e lo blocca proprio mentre stava iniziando la fase di decollo. Urlando dallo sforzo, lo mette in posizione verticale, portando il muso verso il basso. Poi, con tutta la forza lo lancia contro la carcassa di un'auto, creando una grande esplosione.
Di nuovo, si ferma un attimo per ammirare la distruzione che ha creato.
Nota un elicottero nel cielo, prende il minigun e... niente. L'elicottero dura tre secondi.

Inizia a sbollire, si poggia al guard-rail e prova a calmare la sua furia.
Ma subito si interrompe quando vede arrivare un uomo alto e grosso, quasi quanto lui, ma che, come lui, sembra molto incattivito.

Lo vede compiere un grande salto ed atterrare lì davanti a lui. Afferra uno degli uomini stesi a terra e, con voracità gli stacca un pezzo di pancia con i denti, lo mastica per bene ed, infine, ingoia.

Si ringhiano a vicenda con gli occhi colmi d'ira.
Corrono l'uno verso l'altro caricando i pugni che finiscono poi per scontrarsi.
Riprendono la carica ed iniziano a darsi pugni a vicenda.
Michael, superiore in altezza, riesce ad afferrarlo e a lanciarlo dove poco prima aveva lanciato l'aereo.
L'uomo però sembra avere una forza ed una resistenza, quantomeno, pari a quella del gigante di Detroit, giusto sottolineare il "sembra".

Michael non si dà per vinto, appena lo rivede in piedi gli va subito incontro, lo colpisce e lo manda di nuovo in mezzo alle fiamme dell'aereo, lo afferra ancora e lo sbatte svariate volte sull'ala ormai distrutta. Decide di prendere entrambe le ali del velivolo e schiaffeggiarlo, in modo alternato, con esse.
L'uomo riesce a liberarsi con una spinta e un calcio. Dopodiché abbandona l'area della battaglia.
Il gigante ringhia, urla, spacca un'auto, crea un buco enorme nell'asfalto e infine lo segue.

Michael segue il nemico fino alla base avversaria, fregandosene del fatto che possa essere una trappola.

Michael è circondato, ma sembra non essere minimamente interessato a questo particolare. Continua, incessantemente, a dare tutta la sua attenzione al suo avversario.

Gli altri però non stanno a guardare, attivano degli arpioni e afferrano così gli arti del gigante. Il suo avversario osserva sorridente mentre viene intrappolato.
Michael fissa gli occhi su di lui, diventano sempre più verdi, la terra inizia a tremare. Il gigante si libera dagli impedimenti e va verso il nemico, scioccato dalla liberazione di colui che pareva ormai essere sconfitto.
Michael lo riempie di botte, gli rompe il naso, gli fa diventare gli occhi neri, gli spacca la mascella, gli fa sputare sangue dalla bocca.
Di nuovo la terra si muove, si crea una spaccatura, dove Michael infila la testa dell'avversario, poi anche il resto del corpo.
Mentre lo tiene fermo in mezzo all'apertura, vede il sé stesso da bambino, in una situazione simile, rinchiuso per ore senza possibilità di uscita.

Torna al presente, fa riavvicinare le due parti, schiacciando così quel poco gigante uomo.
Appena si rialza lo immobilizzano attivando di nuovo gli arpioni, ma stavolta non prova nemmeno a liberarsi.

«Sedatelo e portatelo dietro le sbarre!»

Michael viene portato via. Tiene fisso lo sguardo verso il luogo in cui ha schiacciato quell'uomo.
Gli sfugge una risatina, che man mano scoppia in una vera a propria grassa risata.

Gli uomini che lo stanno trascinando lo guardano inquieti, infastiditi.
Cosa rischierebbero se, per caso, si liberasse un'altra volta?
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Manuel, finalmente, riesce a liberarsi da un gran peso che aveva addosso.
«Michael ciccione del cazzo» l'aereo lo aveva lanciato proprio addosso a lui. «Tranquilli ragazzi, adesso vi vengo a prendere io.»

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I FRA: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora