L'ASTA: 22

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I Fra sono arrivati a Giuba.
Si posizionano su un tetto per guardare la città dall'alto.

«Un po' calate?» dice Erik a Peter sentendo sulla pelle la temperatura circostante.
«14° C» informa l'inglese.
In contemporanea Erik e Manuel danno la loro opinione.
«Fa freddo.»
«Fa caldo.»
Si guardano per qualche attimo straniti.
«Non mi aspettavo di trovare una situazione così drastica...» dice ancora Peter.
«Che sia chiaro» mette le mani avanti Sascha. «Il cambiamento climatico esiste. Nessuno lo negherebbe.»
«Nessuno?» chiede retorico Alessio.
«Eccetto quelli che non meriterebbero di respirare la nostra stessa aria» afferma Manuel, mentre inquietantemente, ammira una delle sue katane.
«Certo...» continua Sascha. «Ma questo? Mi sembra esagerato.»
«Può essere provocato da qualcosa?» domanda Michael.
«Non ne ho idea signori.»

Erik si avvicina di più al cornicione, chiude gli occhi per sentire la salute dei cittadini che gli sono intorno.
«Molti soffrono per il freddo, oltre ai problemi che già avevano» si rimette in piedi e si toglie il casco. «In queste condizioni, nemmeno i miei poteri possono salvarli.»
«Che posto orribile» commenta Alessio.
«Un po' di tatto fratello» quasi lo sgrida Manuel.
«Idiota, non in quel senso» ribatte il cecchino.
«Dovevamo salvarla dalla distruzione?» chiede retorico Andreas. «Mi sa che siamo in ritardo di anni.»

Trovano un edificio in cui sistemarsi. Il primo che trovano. Dovranno starci solo per sistemarsi, non fa niente il fatto che sia completamente sporco e distrutto.
Tranne per Sascha, ma i disinfettanti speciali regalati da Peter aiutano a sistemare la situazione.

Poco dopo, un giovane ragazzo dalla pelle scura entra nell'edificio, ormai di loro proprietà, anche se in modo abusivo.
Subito se ne pente.
In nemmeno un secondo si ritrova davanti Alessio con la pistola e Sascha col revolver. Più dietro c'è Michael con un fucile a canne mozze. Ai lati Andreas col cannone ed Erik con la mitragliatrice. Alle spalle sente sul collo la punta di una delle katane di Manuel.
Il ragazzo alza le mani e si immobilizza, poi, finalmente per lui, arriva Peter.
«Che diavolo state facendo?» domanda sconcertato.
«Disinfestazione» ringhia Michael caricando il fucile.
«Forza abbassate le armi» li invita tranquillamente.
Con estrema attenzione lo fanno.
«Grazie, non mi avevate riconosciuto?» chiede poi il ragazzo.
«Sì.»
«E allora perché mi avete puntato le armi?»
Di risposta riceve solo le loro inquietanti risate.

Biel Gatulak, o come lo conoscono loro Quattro-nove-otto.
«Perché è qui?»
Peter li raggiunge. «Ci serviva qualcuno come guida. Chi meglio di uno come noi?»
«Potete chiamarmi Biel.»
Lui e Peter hanno atteso per qualche secondo le presentazioni degli altri, ma ottengono solo il più assoluto silenzio.
«Bene, Biel ci aiuterà nel dialogo con i potenti del posto, con i cittadini per provare a salvare il paese.»
«Non mi hai ancora detto da cosa?» riflette un attimo il sudsudanese.
«Una bomba atomica» lo aggiorna Alessio, come se la cosa fosse all'ordine del giorno.
«Forza, dobbiamo andare» li incita il genio.
«Dove and...»
Peter interrompe subito Manuel. «Muovete il culo e andiamo.»
«Inglesotto» lo sfotte Andreas.

Mentre si incamminano verso un luogo ignoto, Biel spiega la situazione.
«Ne ho discusso con altri del posto. Per salvare tutti dovremmo, prima di tutto, salvare Grundy e Teersa.»
«Il pedofilo e la stupratrice» precisa Sascha sottovoce.
«Se non verranno portati in salvo per primi non lasceranno andare i civili.»
«Così non moriranno anche loro?» chiede giustamente Andreas.
«Troveranno un modo. E con loro dovremmo anche salvare i Figli.»
«Hanno dei figli?» chiede sorpreso il gigante.
«Storia lunga omone.»
Michael si cala titubante verso l'orecchio di Alessio. «Mi ha chiamato coglione?»
Alessio non si lascia scappare l'opportunità per creare casini. «Io ho addirittura sentito cazzone.»
«Gr... dopo gli spacco i polmoni.»

I FRA: Una nuova eraWhere stories live. Discover now