11. Un pianoforte a coda contro un'orchestra

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Stavo per rimettermi la benda sugli occhi quando mia madre disse ad alta voce e soddisfatta:

«Il gioco è finito! Li hai indovinati tutti! Brava».

Era dunque questa la sorpresa? Il mio ex ragazzo?, pensavo, delusa. O forse è semplicemente la preparazione a qualcosa che deve ancora avvenire?

Da dietro le spalle di James, però, intravidi una folta chioma di capelli sciolti biondo miele. La persona in questione era voltata di spalle, e parlava in tedesco con Leila, riconoscevo la sua voce calda e metallica, ma era impossibile vederne il viso, eppure pensavo di riconoscere quel corpo così perfetto, virile, sensuale. Mi misi a parlare con Serena del regalo che mi era stato fatto dagli amici: un lettore di vinili con alcuni dischi anni Ottanta e uno degli Mgmt e di Roosevelt. Ma gli occhi erano continuamente fissi su quei capelli così belli e voluminosi, distolsi un attimo lo sguardo e quando lo ricercai con gli occhi era sparito. Di sorpresa qualcuno tamburellò con un dito sulla mia spalla, percepii le ginocchia tremare e il fiato mi si bloccò in gola; sentii una forte pressione sul petto e il viso bianco si tinse di rosso e divampò; il mio respiro andò in frantumi e cominciai ad avere difficoltà a prendere aria, un sorriso calò sulle mie labbra che si incurvarono con facilità. Ci mancò poco che non svenissi lì all'improvviso, il cuore batteva all'impazzata come volesse correre via e nascondersi da quella persona per non essere trovato. Lo sentivo esplodere e quasi uscirmi dal petto. Pensavo che in quella situazione gli invitati avrebbero intravisto un piccolo movimento della maglietta al di sopra del torace e avrebbero notato la mia dichiarata agitazione che non riuscivo a tenere sotto controllo.

Ero felice perché sapevo chi era: era lui, il mio angelo di marzo.

Lo avevo desiderato così tanto: non c'era regalo più grande che mi si potesse fare. Mi girai di scatto con gli occhi ricolmi di speranza, le labbra tremavano con qualche scatto incontrollabile per la paura e l'emozione forte; non ci potevo credere. Non riuscivo a smettere di sorridere. Mi portai le mani al viso, incredula

Lui stava per dire qualcosa: «Buon c...»Avevo perso la facoltà di parlare, non ce la feci così a pronunciare il suo nome, misi quindi due dita sulle sue labbra per non fargli terminare la frase, presi poi la sua testa tra le mani e con il poco coraggio che custodivo nel mio profondo riuscii a tirare fuori un filo di voce, presi tutto il coraggio possibile e dissi:

«Sapevo che ti avrei rincontrato», impedendogli di ricominciare a parlare, mi regalò un sorriso che mi fece venire le palpitazioni.

Lo baciai sulla guancia, ancora con la benda legata sulla testa.

«Non ti ho mai dimenticata» rispose con voce roca. Era evidente che si sentiva in imbarazzo.

«Anche se sono una disabile?» continuai, tentando di reggere il suo sguardo marino.

«Non sei mai stata una disabile, il tuo corpo è semplicemente stato assente per un periodo di tempo. Buon compleanno, Liberta» disse timido e con il viso paonazzo.

La risposta di lui era seria, di chi sa perfettamente quello che dice.

Ainé ft. Sergio Cammariere - Dopo la pioggia

Vorrei dirti ogni cosa di me, davvero

Lo sai che dovunque nel mondo

Io poi ti seguirò ovunque tu sarai

Ero in bilico tra due staffe: da un lato c'era il mio ex ragazzo, che conoscevo benissimo e che continuavo ad amare con vigore, dall'altro un uomo sconosciuto che mi faceva sentire viva come non mi sentivo da tempo, era un pianoforte a coda contro un'intera orchestra.

Momentaneamente assente Where stories live. Discover now