12. Kate Linn

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EVELYNE'S POV

«Kate, Kate Linn» Concluse la frase porgendo la mano nella mia direzione

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«Kate, Kate Linn» Concluse la frase porgendo la mano nella mia direzione.

«Piacere mio, Lei già mi conosce dalla scorsa volta, sono Evelyne.» Le ricordai stringendo la sua mano.

«Sì, esattamente. Mi scuso per quello che è successo qualche giorno fa, ma ho avuto un inconveniente. Sono dovuta andare via di corsa e non ho nemmeno avuto il tempo di presentarmi.»

Era agitata, era impossibile non vederlo.
Chissà cosa era avvenuto.

«Non si preoccupi, davvero.» Risposi distogliendo lo sguardo dalle sue dita, che stavano attorcigliando una ciocca con foga.

«Bene, quindi ehm...vedo che sei in anticipo.» Osservò, cambiando completamente discorso, senza soffermarsi sull'accaduto.

«Si...scusi per aver preso la cassa bluetooth dalla mensola e per essere entrata senza permesso.»
Pensavo di essere sola, invece mi sbagliavo.

«Basta scusarsi.» Disse ridendo e scuotendo la mano per incitarmi a smettere.
«Piuttosto, raccontami un po' la tua storia.»
Mi propose prendendomi delicatamente il polso, per assecondarla a sedermi per terra a gambe incrociate.
«Quando hai iniziato danza?»

Questa domanda mi lasciò spiazzata.
Non credevo le interessasse.

«Io non ho iniziato per mia volontà.» Dissi d'un fiato. Non mi risultava facile parlarne e non volevo mai riaprire quella ferita profonda.

Aggrottò le sopracciglia incuriosita e inclinò il capo di lato, facendomi intendere che mi stava ascoltando.

«Ho avuto da sempre il piacere di ballare, però ero troppo riservata e non volevo mettere piede in una sala dove c'erano altre bambine, così i miei me l'hanno imposto.» Spiegai.
«Però poi ho smesso per via del mio trasferimento; prima ho abitato in Italia, poi due anni negli Stati Uniti e ora sono di nuovo qui a Milano.» Finii sorridendo tristemente, evitavo sempre di pensare al mio passato impegnandomi a non far emergere argomenti che centrassero con la danza.

Magari fosse solo per via del trasferimento...

«Sai già come sarà strutturata la giornata di oggi?» Cambiò domanda, credo abbia letto sul mio viso un'espressione di malinconia.

Preferii non spiegarmi ulteriormente, a dire il vero non l'avevo mai raccontato a nessuno e non avevo intenzione di farlo.

«In realtà no, non l'ho letto da nessuna parte.»
Ammisi.
Mi ero precipitata lì senza informarmi.
Accadeva spesso di agire di impulso. Anche quella volta lo feci, altrimenti avrei iniziato a pensare intensamente ai pro e contro e non avrei concluso nulla.

«Sul nostro sito c'è scritta ogni cosa.» Estrasse dalla tasca il cartoncino e lo tese nella mia direzione.
Lo presi e lo guardai sul davanti e sul retro.
«Grazie.»

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