Capitolo 13 - Luce

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"Everywhere I'm looking now

I'm surrounded by your embrace

Baby, I can see your halo

You know you're my saving grace"

CHIARA POV

Apro gli occhi sbadigliando: Elena è davanti a me, ancora con gli occhi chiusi e con una mano che stringe la mia.

Non ci credo che è successo davvero!

Faccio un gran sorriso.

Sono così fortunata!

Elena Lombardi! Con me!

Un raggio di sole illumina il letto, è già giorno.

Meglio svegliarla, abbiamo un aereo da prendere.

Le do un bacio sulla guancia.

"Buongiorno dormigliona."

Fa un piccolo sorriso.

"Dormigliona?" apre gli occhi illuminati di gioia e per nulla assonnati "Io?"

"Mi sono svegliata prima." prendo il cellulare sul comodino e lo apro: sono le 8:45 "Alle 10:15 abbiamo l'aereo per tornare."

"Già." si alza dal letto, ancora con quell'intimo nero di pizzo, e apre la valigia per prendere i vestiti.

Oh.

Il corpo perfetto e così baciabile-

Mi ero dimenticata che fossimo rimaste così dopo ieri notte.

Arrossisco e sorrido come una stupida.

Ne è valsa la pena. Tutto.

Mi alzo anch'io e mi avvicino da dietro, abbracciandola per la vita.

Si irrigidisce un attimo, poi si rilassa alla mia stretta gentile.

"Che fai?" chiede con voce gioiosa.

"Voglio abbracciarti." appoggio il mento sulla spalla "Sei bellissima."

"Smettila." arrossisce "Devo prepararmi."

Ma invece di liberarsi dalla presa si gode il mio abbraccio.

"Sono davvero fortunata."

Elena si gira con un piccolo sorriso divertito.

"Forse, ma adesso lasciami vestire, o non torneremo più in Italia."


Il viaggio di ritorno, su un aereo di prima classe con stanza privata, è terribilmente lento. Sono solo due ore, ma sembrano un'infinità sopratutto perché Elena è diventata silenziosa. Continua a fissare un punto fuori dal finestrino, anche se da quest'altezza non si vede quasi nulla del mondo laggiù. Ha la mascella tesa e ogni tanto corruga la fronte persa in chissà quale preoccupazione.

"Elena?"

Non risponde.

"Elena? Che succede?"

Si gira di scatto con gli occhi grandi, fa un sospiro.

"Scusa, pensavo."

"Sì, me n'ero accorta." le sorrido "Allora? A che cosa pensavi?"

Le stringo la mano sul tavolino, esita prima di ricambiare la stretta e si morde il labbro.

"Dobbiamo parlare di quello che è successo."

"Oh, giusto." allontano la mano e il suo viso si intristisce impercettibilmente.

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