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Non è mica facile, concentrarsi sul mondo di fuori, se dentro stai annegando. È questa la sensazione che prova Erica ogni volta che c'è la professoressa Ferrari in classe. Lei non alza il naso dal libro, risponde solo se chiamata per nome, durante le interrogazioni parla guardandosi le scarpe.

Nella scrittura dei temi, dà il meglio di sé. É l'unico spazio che ha per mettersi in mostra, mettere a nudo il suo valore, stupirla per la sua bravura, senza rischiare di esporsi. Scrive dando il meglio si sé, sa di essere brava a farlo. La Ferrari le dà voti altissimi nei temi e scrive piccole note al margine che lei legge con cura e conserva nella mente come carezze.

Bella questa metafora. Questo pensiero non avresti potuto esprimerlo meglio. Meno male che ci sei tu che porti avanti il congiuntivo.... 

Le scrive a tutti nei testi le note a margine, ma a lei piace pensare che le sue siano speciali. Un giorno le ha appuntato in un angolo non smettere mai di scrivere, e lei ne ha fatto un quadro che si è appesa in camera. 

"Non smettere mai di scrivere?" Ha letto suo padre con sguardo dubbioso sulla parete.

"Sì, è l'unica cosa in cui mi sento davvero brava"

"Ma tu sei brava in mille cose!" Aveva riso il padre.

Non gliel'aveva mai detto, Erica era rimasta un po' spiazzata. Avrebbe voluto anche un abbraccio, ma lui era uscito dalla camera così come c'era entrato, per caso e senza soffermarsi, come era stato tutto il loro rapporto finora.

A marzo eccolo finalmente per lei il traguardo tanto atteso... il giorno del suo compleanno era arrivato portando con sé una nota a margine che non si aspettava. I dolori del giovane Werther, 35.

Che significava? Mentre i compagni l'abbracciavano e le facevano gli auguri lei aveva guardato la Ferrari, che una volta posato il tema sul suo banco si era seduta alla cattedra e ora sosteneva i suo sguardo. Era la prima volta che si fissavano in classe da quando lei era tornata. 

"Erica! Sabato si festeggia vero? Non fare la solita asociale, devi offrirci da bere per forza" dice Alessio mettendosi in mezzo, spezzando quel cavo d'acciaio teso tra i suoi occhi e quelli di Marta.

"Sì, sabato, si festeggia" sorride lei mentre Sara le scuote una spalla. 

Sì, diciott'anni, bello. Già, come no, avete ragione. Pensa.

Eppure non c'è più nulla di importante dello scoprire cosa significhi I dolori del giovane Werther, 35.

Durante l'ora di filosofia con una scusa esce dall'aula, perché ha avuto un'illuminazione. 

"Dove vai?" Le chiede Sara sottovoce.

"In bagno"

"Ma non ci sei andata un attimo fa?"

"Ho la cistite"

"Ah, che palle"

"Già"

Si precipita in biblioteca e chiude piano la porta, senza far alcun rumore. Scorre con il dito i volumi alla lettera G, come Goethe... ed eccolo lì il libro che stava cercando. 

Ci mette una frazione di secondo a far scorrere le dita tra le pagine per arrivare alla 35. C'è una piccola nota a margine a matita, riconosce subito il corsivo inclinato.

Sogno di una notte di mezza estate.

Erica sorride, sembra una caccia al tesoro. Il cuore le batte all'impazzata e corre a cercare i volumi di Shakespeare.

Eccolo. Lo sfoglia, ma non trova nulla. Poi all'ultima pagina, proprio contro il retro copertina, c'è una busta da lettera. Con il suo nome sopra. 

"Wow" se la stringe al petto e la mette in tasca. 

Il più bel regalo di compleanno di sempre o la più grande fregatura della storia?

Non vede l'ora di chiudersi in camera sua per scoprirlo.

INSEGNAMI L'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora