27. Fight For This Love

333 21 0
                                    

STELLA

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


STELLA

Mi risvegliai intorpidita e confusa in un'altra stanza, probabilmente nel cuore della notte, da sola. Non sapevo se fosse effettivamente giorno o notte, non vedevo neanche un orologio appeso sulle pareti celesti. C'era solo un crocifisso.

Già, la fede, la religione; lo stesso Dio che, in qualche modo, senza un apparente motivo mi aveva sottoposto a tale tortura.

Doveva avercela con me nell'ultimo periodo, o magari una cosa del genere non l'aveva preventivata nemmeno lui. Forse si trattava di sfiga, e basta.

Il primo gesto istintivo che feci fu quello di provare a muovere le gambe. Mi sentivo ancora tutto il corpo addormentato, ma riuscii a muovermi. Sentii gli occhi pizzicare per l'emozione e la gratitudine, poi mi portai inconsciamente una mano sul ventre. Volevo solo parlare con un medico per sapere di più sulla mia condizione, conoscere le dinamiche dell'operazione e cosa mi fosse stato fatto. 

Christian non c'era, non c'era nessuno lì per me e con me. Era in momenti come quello che desideravo avere vicina la mia famiglia più di qualsiasi altra cosa al mondo. Il fatto che loro fossero a Napoli ed io a chilometri di distanza da loro mi uccideva; avevo fatto in tempo a spiegare a mia madre cosa mi fosse successo solo attraverso uno stupido e banale messaggio di testo.

Non sapeva niente dell'intervento, e non volevo immaginare cosa sarebbe successo se non ce l'avessi fatta. 

In realtà l'unica cosa che mi serviva era riprendermi e tornare a casa, e chiaramente a lavoro non appena le mie condizioni sarebbero migliorate. Ricordavo bene le ultime parole di Christian prima di entrare in sala operatoria: era ritornato sulla questione convivenza, ma in quel contesto era tutto troppo fuori luogo. Eppure era vero che anch'io non vedevo l'ora di tornare con lui, anche sotto lo stesso tetto a dirla tutta.

Mi avrebbe fatto bene, il recupero sarebbe stato pesante e con la gravidanza in corso sicuramente ancora di più. Chris era stato per mesi il mio punto fermo, quello ch'era successo ci era solo servito a capire di non voler ricompiere gli stessi sbagli già fatti. Avremmo trovato un punto di incontro e, per farlo, dovevamo impegnarci.

Chiusi gli occhi e provai a riaddormentarmi, che era forse l'unica cosa che potevo fare per riprendermi e sperare di poter tornare presto a lavoro, ma non ci riuscii. Continuavo a pensare a Christian e quanto mi mancasse passare del tempo con lui, a quello che sarebbe successo nei prossimi mesi e a come sarebbero inevitabilmente cambiate le nostre vite.

Quattro giorni dopo

Rimettere piede in casa di Christian dopo tutto mi aveva destabilizzata. Il fatto di averlo al mio fianco nuovamente senza dubbio mi faceva piacere, ma di certo non potevo dimenticare tutto.

«Così stai comoda? Non fare sforzi quando io non ci sono. Tornerò per le sei.»

«Grazie, ma non devi starmi così addosso. Starò sdraiata sul divano; non posso fare altro, perché ho un ematoma gigante sulla schiena che fa malissimo.» sbuffai, guardando Chris sistemare il divano in modo tale che stessi più comoda e ferma possibile.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 29 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

STELLA | CHRISTIAN M. PULISICDove le storie prendono vita. Scoprilo ora