𝗼𝗻𝗲・𝘬𝘢𝘵𝘢𝘴𝘵𝘦𝘳𝘪𝘴𝘮𝘰𝘴

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il respiro di una stella è il battito di ciglia dell'universo. se gli uomini una volta tanto volgessero davvero gli occhi al cielo, troverebbero il firmamento a muoversi e a vibrare, in maniera impercettibile, vivido e trasparente insieme come la somma di milioni di stoppini accesi, flebili perché fatti di volontà.
in fondo ad un bicchiere o fra le ceneri di una sigaretta, uno stupido lascia le catene che lo legano alle stelle. immemori tedeschi nel passato hanno cercato ogni metodo possibile per scappare dalle afflizioni umane, tutte quelle per cui le stelle continuano a bruciare, ma lui crede di avere la soluzione stretta nel pugno, come fosse una mano di carte.
lo stupido esce cieco dal locale, e una luce improvvisa gli dona di nuovo la vista. la mano di san paolo, quella che cingeva con inconsistente fare possessivo la vita di una ragazza, ricade secondo le leggi della natura lungo il suo fianco, mentre l'altra gli scherma lo sguardo. una sagoma. una sagoma? la ragazza era scappata via, non è possibile.

la caduta di una stella provoca dolore solo a lei stessa. occhi freddi come il vuoto siderale attutiscono il male sempre e solo fino ad un certo punto. mentre cade, mentre muore, sente sotto le sue dita la concretezza del suo corpo di gas. maledetto chi fu il primo a gridare nelle piazze che le stelle comete esaudiscono i desideri; sente la voce di un uomo come una punta di trapano in un tronco cavo, il dolore sordo come sorda è la specie delle stelle alle preghiere degli uomini. un paio di occhi abituati alla notte vedranno una strada in sfumature di blu, costole rotte come galassie che collidono, lividi al sapore di metano. i crateri che ha sulle braccia hanno i volti di donne che affogano, il labirinto che era la sua conformazione molecolare ora gli annerisce la spalla. credeva che morire sarebbe stato bruciante, ma lo sterrato è freddo sotto mani rosse e viola. la stella guarda in alto, cerca casa e vede due occhi specchiarsi nei suoi. sa che anche loro sanno cosa vuol dire cadere.

una stella emette luce più forte alla fine della vita. l'uomo vestito in bianco sembrava essere nato e morto in un fulmine, e risorto sotto lo sguardo dello stupido. il messia di cui aveva sentito da bambino viveva sicuramente in cielo, ma forse non aveva tatuaggi. si sporge, perché la religione per chi non crede più è solo curiosità, e si sente la febbre sulle punte delle dita. non capisce se abbia toccato solo un bambino con l'influenza o la personificazione di sette shot di tequila. viva. le stelle non scintillano, è l'occhio umano che le vede spegnersi e riaccendersi. un uomo morto ha più luce negli occhi di lui, che di vivere ha sempre fatto solo finta, con una mano ingenuamente protesa in avanti.

i rumori dello spazio, dell'universo che si crea e si distrugge, può sentirli solo una stella. adesso il frinire dei grilli, il basso della musica lontana, i motori delle auto, gli pare silenzio se pensa al firmamento, cimitero delle ossa di meteoriti e comete, deserto che sopravvive violando le leggi del mondo anche attraverso il vuoto cosmico e il freddo della solitudine degli astri.
corpi celesti che ruotano e girano secondo le proprie orbite in cerca di un modo per fermarle, stelle novelle lucifero, che vengono scaraventate verso il basso per esaudire capricci che nemmeno sono in grado di udire, ai quali è tuttavia soggetta la loro intera esistenza. gli umani - come umano è colui che ha appena toccato la stella -, loro guardano in alto e chiamano pace il deserto che hanno creato.

non esistono precedenti di un uomo che tocca una stella. il bruciore che lo stupido sente sulle dita più intenso, solo per un attimo prima che l'altro si ritraesse, è poco altro che i postumi di un sogno vivido. si incupisce, non sa se è l'alcol, l'adrenalina, o l’onirica consapevolezza di essere diventato parte di qualcosa fuori da questo mondo - impresa difficile, per chi nemmeno ha iniziato a comprenderlo appieno - a gravare sulle sue spalle come il dovere del viaggio per un eroe ameccanico. un invito taciuto a guardarsi negli occhi, di nuovo, e un sospiro.
quando batte le ciglia una stella, l'universo riprende a respirare.

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𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿・𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘭𝘵𝘢Where stories live. Discover now