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"il vestito le comprimeva il petto, non respirava bene ed era certa che la sagoma del pugnale che nascondeva sul fianco fosse visibile a chiunque le lanciasse uno sguardo anche un filo troppo illecito. probabilmente la punta rifletteva la luce dei lampadari, tanto poco quanto bastava per sembrare un semplice gioiello per adornare lo spacco di un abito fin troppo elegante per i suoi gusti. era lì per cercare informazioni, non per bere, eppure, con le spalle appoggiate al muro e reggendo fra le mani un calice, sembrava quasi che la missione potesse aspettare".
nata nella piana di salene, provincia di cui detiene il titolo di duchessa fin dalla veneranda età di dieci minuti, victoria cresce fra le ale di una casa fin troppo grande, o piccola, per lei. di nobile mantiene solo il sangue dei genitori, una madre di illustre famiglia elfica e un padre homo novus, e si muove nel mondo prendendosi il suo spazio a forza di spintoni. non si dica che si sia mai lamentata di una ferita, però (immagini 01 e 09): mantiene imperituro il sorriso, incorniciato da cerotti sempre nuovi. fin da giovane è stata attratta dall'arte della spada (immagine 02), apparentemente benedetta dalla dea drahona con una forza inusuale per una giovane mezzelfa. nell'addestramento, seppur appena quattordicenne, victoria fu intransigente come in poche altre cose, e fu nominata cavaliere protettrice della sua casata dopo aver giurato fedeltà perenne alla propria famiglia (immagine 03) all'età di sedici anni. il titolo di cavaliere le calza a pennello da sempre, cosa che non si può dire di quello di duchessa, che pare soffocarla esattamente quanto il suo nome; odore di quelle foglie d'alloro che in un altro mondo adornavano i capitelli dei templi (immagine 04) e del mare in tempesta (immagine 05), antitetico alla bonaccia che è il significato del suo secondo nome: odore che sembra scrollarsi di dosso soltanto quando si presenta con il suo soprannome. è costretta dal proprio cognome a fare svariate apparizioni pubbliche, indossando abiti e gioielli (immagine 07) che le fanno rimpiangere il metallo della sua armatura sempre di più ogni secondo che passa, e controllando il proprio riflesso sugli intarsi dorati dei muri di casa sua (immagine 08). vic balla combattendo, offre la mano al suo spadone e si genuflette soltanto per far perdere l'equilibrio al suo avversario. combatte per quello in cui crede a costo della vita, trascendendo tutto ciò che continua incessantemente a farla sentire una tigre in gabbia, e sopporta il dolore fino a sanguinare (immagine 05), ma solo e soltanto frapposta tra il pericolo e coloro che ama.
