LA CADUTA

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II

Era potente, il richiamo del mare, una forza che le parlava direttamente all'anima. Era un canto silenzioso, un'armonia che solo lei poteva udire, simile al richiamo di un uccello migratore che attraversa cieli sconfinati. La prima volta che lo vide, fu come se avesse scoperto un nuovo colore, una nuova nota in una melodia. Dedicò intere giornate a contemplare l'azzurro infinito, lasciandosi cullare dalla vastità dell'oceano. Ammirava la prontezza delle onde, la loro forza e al tempo stesso la grazia con cui si infrangevano sugli scogli, per poi ritirarsi e ripetere il ciclo eterno. Il vento le scompigliava i capelli, mentre la brezza marina accarezzava la sua pelle, facendo brillare i suoi occhi di un verde intenso come due preziose gemme. Per quanto amasse il mare, sapeva che doveva custodire quei momenti gelosamente, come un segreto che apparteneva solo a lei. Un tesoro unicamente suo.Il suo amato, tuttavia, le aveva negato più volte la possibilità di visitare quel luogo magico, insistendo affinché rimanesse con lui nel giardino dell'Eden. Ma il desiderio di libertà e la chiamata del mare erano troppo forti; lei trovava sempre un modo per sfuggire al suo controllo e raggiungere la costa.

La sua mente viaggiava quando immergeva le gambe in acqua, permettendo ai lunghi capelli ondulati di coprirle il corpo nudo. Adamo la spiava di nascosto dietro i cespugli del giardino e lei, con fare da selvaggia, si esibiva nell'autoerotismo, consapevole di avere gli occhi dell'amato fissi su di sé.

Godeva nel vedere il suo sguardo concentrato, ondeggiante, con il liquido dell'eccitazione mescolato con l'acqua che le percorreva giù le cosce, a fronte di un gruppo di cervi che, in un'attrazione, se ne stavano semplicemente in disparte davanti alla ninfa che provava a dare piacere al proprio corpo.

Adamo era in procinto di deflagrare, in quanto confutava che la sua amata utilizzasse maniere poco ortodosse anziché il suo dono - portatore di piacere.

Eva inconsapevole dell'egoismo del suo innamorato, bellissima e accaldata su una roccia del laghetto, egli la raggiunse; si lasciarono andare al loro atto carnale, Adamo la strappò dall'atto erotico, liberandosi del fardello e procurarle un piacere di coppia che gli dèi non avrebbero soppresso.
Lasciava sempre che Adamo si posizionasse sopra, per dominarla. Baciando e lambendo le sue carni.

I lunghissimi capelli della giovane distendevano in un mantello sull'erba fradicia e Adamo la deturpava. Tuttavia, c'era qualcosa che non andava in quell'unione: un sensore di cui Eva avvertiva all'altezza dello stomaco fino a pulsare alla testa.

Adamo la dominava.

Eva si sottometteva. 

Quando vennero collocati nel giardino dell'Eden, non erano mortali.

In tal caso, non potevano avere figli. Non esisteva la morte. Avevano un'esistenza fisica, poiché i loro spiriti erano ospitati in corpi fisici, di cui necessitavano l'atto carnale, creati dalla polvere della terra.

DEATH IS A WOMVNDonde viven las historias. Descúbrelo ahora