2. Finzione

42 4 0
                                    

Dopo aver passato qualche ora chiusa in camera nel tentativo di renderla più "mia", disfacendo i bagagli e mettendo a posto le mie cose, decido di raggiungere mio padre e Lizz al piano di sotto per partecipare alla prima cena di "famiglia".
Me lo risparmierei volentieri questo strazio, ma qualcosa mi dice che lei non merita questa enorme mancanza di rispetto.
Se fosse stato per William, invece, non ci sarei neanche mai venuta a New York.

«Ehi, Paige, ho preparato davvero tante cose, non conoscendo i tuoi gusti... spero ti piaccia qualcosa.»
«Grazie infinite, Lizz!» Le rispondo, cercando di mostrarle realmente gratitudine. Non ho potuto fare a meno di percepire il suo imbarazzo a distanza e devo dire che un po' mi fa piacere sapere che non sono l'unica a non sapere cosa fare o cosa dire in questa situazione. Mi sento completamente, dannatamente fuori luogo.
Questo posto non mi appartiene, non conosco nessuna di queste persone, perché la verità è che non conosco neanche più William. Avrò bisogno di tempo per adattarmi, per provare minimamente ad abituarmi almeno. E credo di aver capito che anche per loro sia la stessa identica cosa.

Prendo posto intorno al grande tavolo in camera da pranzo.
Dopo che William ha tentato, con un cenno, di farmi sedere di fianco a lui, il mio sguardo gli ha risposto meglio di quanto avrebbero potuto fare le parole, tanto che ha chinato il capo verso il suo piatto e non l'ha più rialzato, fin quando Lizz non è comparsa sullo stipite della porta con in mano un vassoio ricco di cibo appetitoso.
«Non aspettiamo Travis?» Chiede mio padre sistemandosi sulla sedia. Credo siano le uniche parole che gli abbia sentito dire da quando sono in questa casa.
Lizz posa un piatto pieno di delizie davanti a me. «No, tornerà domani, daranno una festa alla confraternita.» Gli risponde.
Ma chi è Travis?
«Travis è mio figlio.» Afferma come se mi avesse letto nel pensiero. «Vedrai, ti piacerà, frequenta la tua stessa università.» Mi limito a sorriderle per mascherare il mio imbarazzo.

Lizz inizia servendo una ricca e deliziosa cena a base di knish e bistecche, prosegue poi con una cheesecake ai frutti di bosco, diventata ufficialmente il mio piatto dolce preferito. Devo dire che cucina perfettamente, ha davvero un dono, mi ricorda la mia mamma, lei amava cucinare ed era anche brava.
Sento una morsa allo stomaco, credo di non averglielo mai detto abbastanza.

Solo quando tutti e tre abbiamo finalmente finito di cenare riesco a trovare una scusa per alzarmi, aiutarla a sparecchiare. Lizz ha insistito tanto affinché restassi seduta sul divano con William, evidentemente per far sì che si creasse un dialogo tra noi, ma dopo svariati tentativi, sebbene non mi faccia piacere parlare dei miei problemi con nessuno, soprattutto se si tratta della nuova compagna di mio padre, sono riuscita finalmente a farle capire che è ancora presto per me arrivare tanto. Ho bisogno di tempo, di spazio e di poter scegliere, mio padre me lo deve.

Riponiamo i piatti nella lavastoviglie e sbarazziamo la cucina insieme, chiacchierando del più e del meno ma senza entrare nei dettagli della mia vita, non ci prova neanche ad oltrepassare i limiti, credo abbia capito che per me è un tasto dolente.
Finito di sistemare, Lizz raggiunge William in salotto intenta a trovare un film da guardare insieme, mi rendo conto che è arrivato il momento in cui posso, finalmente, svignarmela e scappare di sopra a gambe levate.
Non me la sento proprio di fingere di essere felice di far parte di questa famiglia, perché, sarò ripetitiva, ma la verità è che se fosse per me non ci sarei neanche venuta qui.
«È stata una bella cena.» ammetto sincera «Grazie Lizz.» Le sorrido e lei ricambia.
«Allora sei sicura di non voler restare con noi a guardare un film?» Mi chiede con aria dispiaciuta.
«Sicura!» Esclamo. «Ho solo bisogno di una doccia e di andare a dormire.» In fondo è vero, il jet leg inizia a farsi sentire e poi è quasi mezzanotte, domani dovrò svegliarmi presto per rimettermi in pari con lo studio, anche se mi sono anticipata di quasi mezzo semestre.
Comunque sia, a Londra a quest'ora sarei già tra le braccia di Morfeo.

STAY BY MY SIDE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora