VI. Nessun rimpianto

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DormitorioIstituto delle Arti Occulte, Tokyo

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Dormitorio
Istituto delle Arti Occulte, Tokyo

Sakura's pov

Mi svegliai di scatto, madida di sudore.
Avevo fatto un brutto sogno.
Anzi, non era un sogno.

"Vivete a lungo, mi raccomando."

Yūji era morto. Mio fratello, era morto. Davanti ai miei occhi, mentre lo fissavo inerme come una stupida, senza poter fare niente.

Avresti dovuto fare qualcosa.
Sì, ma cosa? Cosa potevo fare contro Sukuna?

Nascosi la testa nel cuscino e urlai, cacciando fuori tutto quello che non riuscivo ad esprimere.
Da un pezzo erano finite anche le lacrime per poter piangere; se mi fossi sforzata ancora probabilmente avrei iniziato a sanguinare.

Lo farei. Se potessi far tornare in vita lui e morire io, lo farei senza nessuna esitazione.

Mi maledii, non era così che mi sarei dovuta comportare. Lui non lo avrebbe voluto. Non potevo sprecare la mia vita, dovevo fare qualcosa. Dovevo reagire. Sarei diventata più forte, abbastanza da eguagliare Sukuna.

Quel figlio di puttana, pensai. Troverò il resto delle dita e gliele ficcherò lì dove non batte il sole, poi gliele farò mangiare. E poi lo ucciderò.
Fosse l'ultima cosa che faccio su questa Terra.

Controllai l'ora sulla sveglia, indicava le 6:00.
Avevo una buon'ora prima che gli altri studenti si svegliassero per riunirci tutti a fare colazione.

Rassegnata al fatto che non mi sarei più riaddormentata, scalciai le lenzuola e scesi giù dal letto. Mi fiondai sotto la doccia e non appena il getto bollente mi colpì, mi rilassai. Uscita, in vista dell'allenamento che mi aspettava, indossai il solito completo sportivo: dei semplici shorts a gonnelina bianchi e un top sportivo rosa.
Diedi una rapida occhiata alla mia immagine nello specchio: sguardo spento, due solchi grigi sotto gli occhi azzurri, pallida come un cadavere.

E anche oggi pronta per il cosplay della sposa cadavere, pensai prima di uscire.

* * *

La luce del sole iniziava a filtrare dalle grandi finestre lungo i corridoi dell'Istituto: la tiepida atmosfera del mattino era la mia parte della giornata preferita. In più, non si sentivano rumori in quel posto dimenticato da Dio, e il tutto contribuiva a creare uno scenario davvero paradisiaco. Visto l'orario e dato che la colazione iniziava alle 8:00, decisi di andare nel mio luogo "comfort": la serra. Nelle scorse settimane avevo contribuito io stessa a coltivare e far crescere fiori e piante dei più variegati. Senza usufruire dei miei poteri, giuro.

Sakura Fubuki • Toge InumakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora