XVII. Fratelli - parte uno

108 7 0
                                    

n/o's pov

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


n/o's pov

«Mi chiedo perché non distruggono dei feticci del genere.»

Mahito era seduto sul pavimento dell'aula, le tre ampolle contenenti gli uteri maledetti disposte in fila davanti a lui. Le osservava curioso.

«Non possono farlo, se sono di livello speciale. Vi impongono un vincolo che ne sospende la vita e impedisce loro di far del male al prossimo, perservandone però l'esistenza.» Spiegò la voce di un uomo nascosto in semi ombra alle sue spalle, con la schiena poggiata al muro.

«Le dita di Sukuna, però, causano parecchi danni.» Fece notare lo spirito maledetto, portandosi un dito al mento.

«Lui è un eccezione: è un mostro che ancora oggi attira le maledizioni, nonostante sia diventato un feticcio e sia stato diviso in venti pezzi. Ed è per questo motivo che può scegliersi il recipiente.»
Fu seguito da qualche secondo di silenzio.

«Quindi... per questi una persona vale l'altra?»
Disse poi Mahito, guardando l'uomo appeso al muro che aveva catturato con gli occhi sognanti, già pregustando quello che sarebbe successo.

 per questi una persona vale l'altra?»Disse poi Mahito, guardando l'uomo appeso al muro che aveva catturato con gli occhi sognanti, già pregustando quello che sarebbe successo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Sakura's pov

«Giugno: Taichi Kanada, Morioka; Agosto: Osamu Shimada, Yokohama; Settembre: Hiroshi Yamato, Nagoya.» Elencò Nitta, mentre io, Yūji e Megumi sedevamo nei sedili posteriori leggendo il rapporto sul tablet. «Tutti e tre sono schiattati nelle stesse circostanze: trafitti a morte da uno spirito maledetto, di fronte alla propria abitazione. Inoltre, qualche settimana prima di tirare le cuoia, tutti avevano esposto la stessa lamentela alla proprietà, ovvero che la porta a chiusura automatica era spalancata. Nessuno degli altri residenti ha visto un fico secco

«Tuttavia, né la data né il luogo coincidono.» Fece notare Megumi, dubbioso. «Li avrà uccisi davvero lo stesso spirito?»

«Scusate, ma i sensori di movimento delle porte automatiche reagiscono agli spiriti? Cioè, non vengono ripresi dalle telecamere, giusto?» Chiese mio fratello, giustamente.

«Non è colpa dei sensori. Pare che lo spirito maledetto abbia mandato in palla l'operatore delle porte.» Spiegò la ragazza al volante. «Comunque, riguardo la questione se li abbia uccisi o meno lo stesso spirito maledetto... mica riusciamo a capirlo basandoci solo sui residui lasciati sul posto. Per questo ci siamo sbattuti a cercare un collegamento tra le tre vittime. Ed è saltato fuori che per due anni hanno frequentato la stessa scuola media.»

Sakura Fubuki • Toge InumakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora