Seduto sull'erba del giardino a guardare il tramonto, Remi torceva un lungo filo d'erba tra le mani, e l'immagine piacque così tanto a Seth che gli si avvicinò, silenziosa come solo lei sapeva essere.

«Ehi.»

Quello si voltò quasi sobbalzando. Era chiaro che l'avesse distratto da qualche pensiero.

«Ciao», rispose, «avete finito di discutere?»

«Sì», la ragazza gli sedette vicino, «quei due sono al telefono con la manager e stanno concordando le date.»

La conversazione sembrò morire insieme al sole sull'orizzonte, ma Seth non voleva terminasse lì. Gli altri erano cambiati, stavano mutando, crescendo.

Provano tutti a buttarsi il loro passato alle spalle.
E io?

Abbassò il capo, imbarazzata dalla nuova intraprendenza che stava nascendo in lei.

«Sai», disse, «il tuo discorso, quello sul passato... ci ho pensato. Hai ragione tu, dovrei iniziare a capire partendo da me, da ciò che sono ora.»

Lo sguardo del ragazzo suggerì il suo stupore. «Beh, ho detto un'ovvietà.»

«Non ci avevo mai pensato, e gli altri non me l'avevano mai detto.»

«Forse per non ferirti. Loro ti vogliono bene.»

Una risata le sfuggì dalle labbra, «Bene non rende l'idea. Siamo la nostra famiglia.»

Remi arricciò la fronte, «Questa cosa nel nostro ambiente non esiste. C'è molta competizione, viviamo sotto regimi quasi dittatoriali. Immagino che dovrei essere invidioso del vostro rapporto come tutte le persone normali, ma non lo sono.»

Lei non comprese. Le stava dicendo che il loro modo di vivere era sbagliato?

«Voi siete... qui. La vostra vita è tutta qui, avete tirato via le vostre radici trapiantandole di prepotenza in una vita non vostra», aggiunse il ragazzo.

«Che vuoi dire?»

Stavolta fu lei ad aggrottare la fronte.

«Avete molto seguito sul web, ma siete così chiusi tra voi che non ve ne frega niente. State sprecando un sacco di potenziale, è un peccato.»

«Tu sei uno competitivo, vero?»

Remi sobbalzò.

Ci ho preso.

 «Il tuo ambiente ti piace, forse ti stimola avere un testa a testa.»

Il ballerino fece spallucce, «Sì, probabile. Non vedo l'ora di tornare giù, sto cercando di convincere Emi, ma...»

Seth seguì lo sguardo di lui, che puntava la sua partner. In quel momento stava parlando con Nereo, ridendo a una sua battuta. L'amico sembrava timoroso a lasciarsi andare, nervoso. Lo conosceva, lo sapeva.

Come dargli torto? L'ultima sua compagna è morta, e lui non ha potuto fare niente per salvarla.

«Si piacciono», considerò.

«Non sono sicuro che al tuo amico piaccia Emerson», rispose Remi, inspirando forte, «ma il fatto che lei lo trovi... interessante, beh... mi complica la vita.»

Una strana malinconia nacque in seno a Seth, che si sentì come abbandonata. Non aveva idea di essere una che si affezionava così alle persone, soprattutto perché non aveva mai avuto contatti col mondo esterno dopo la composizione della band.

Come fiori di un bouquet, erano uniti ma diversi, complementari ma perfetti insieme. La loro armonia era invidiabile, e ripensò al suo inesistente modo di affezionarsi agli altri.

CreepWhere stories live. Discover now