Parte 5

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Dal diario...

Non ricordo quando capitò, so solo che me ne resi conto all'improvviso. Magari c'era qualcosa nell'ombra, che ignoravo, desiderosa di raggiungere la luce; qualcosa nelle profondità del mio spirito in attesa di emergere. Forse ero io incapace di captare certe cose. Mi sembrò, però, che da un giorno all'altro cambiò tutto radicalmente. Pareva cambiata lei: era più bella, più attraente, più simpatica, più piacevole. Ero cambiato io, invece. Dal nulla iniziò ad arraparmi, prima non era così, e sentii il bisogno di entrare in contatto con lei, tramite le parole, attraverso i corpi. Sognavo una fusione carnale e intellettuale, me lo immaginavo anche, molto spesso. Cosa mi successe? mi colpì un maleficio o lei mi diede una pozione d'amore con l'inganno?

No, lei ha detto che mi sono innamorato prima io. Può saperlo? Ero io ad averlo detto? Forse lei ha capito di starsi innamorando quando io ero già bello cotto e consapevole. Ha senso? Queste cose si possono sapere?

Ciò che conosciamo è un indizio, da cui entrambi capimmo che eravamo innamorati, chi prima e chi dopo. Anzi, che ci stavamo innamorando, quello scritto prima appartiene ad un periodo successivo, di poco comunque. All'inizio di tutto, e non so quando decretare un inizio, credo che pensassimo che fosse un'infatuazione amorosa o una cottarella. Forse questi dubbi erano solo in me. Comunque ci accorgemmo che la nostra amicizia era mutata, non era più definibile tale, non la volevamo. Da cosa capimmo ciò? Dai saluti, questo era l'indizio, un segno che ci stavamo innamorando. Era nostra abitudine abbracciarci appena ci incontravamo e quando ci dovevamo separare. In entrambi i momenti non riuscivamo a staccarci. Volevamo rimanere appiccicati per sempre. Quelli erano istanti magici che volevamo fossero eterni. Forse è proprio il fatto che certe cose finiscono che le rende così speciali.

Ora, però, gli abbracci sono diversi. C'è meno coinvolgimento, meno curiosità, meno desiderio. Meno amore? No, dai! Finisce l'innamoramento e inizia l'amore. Ha senso? Ci sta succedendo qualcosa o è normale? Io non lo so, è la prima volta che amo e che ricevo amore. Mi sono appena risposto da solo? È tutto così strano. Instabile e stabile. Dipendo da lei ma so che mi posso fidare. Mi fido ciecamente e ho il costante bisogno irrazionale di stare con lei. Forse non è costante, ma il pensiero di lei possiede spesso la mia mente. Nel mio cuore c'è sempre una sua parte che porto con me e nel suo una parte mia. Spero sarà così per sempre. È una persona davvero speciale e non voglio perderla. Se sapesse a cosa penso mi lascerebbe? Non lo so, credo di no. Mi auguro che staremo insieme per tutta la vita. Magari ci sposeremo e avremo dei figli, sarebbe bellissimo. Lei lo vuole? Io sono pazzo di lei, ma lei di me? Chissà se sono pazzo e basta. Se è così è colpa sua. Le voglio bene lo stesso, anche se mi rende un folle. Di più, io la amo da morire. Morirebbe per me? Ho letto un libro in cui il protagonista, che era fidanzato, ricco e bellissimo, diviene vittima di un incidente e il suo viso viene lacerato. Diventa un mostro, esteticamente parlando, ma la sua ragazza rimane con lui. La mia di ragazza, se mi capitasse una cosa del genere, rimarrebbe al mio fianco?

Devo smetterla di pensare a cose del genere. C'è una buona probabilità che non mi lascerebbe per nulla al mondo. Lei mi ama. Le devo scrivere, mi manca troppo. "Quando ci vediamo?". Ho voglia.

I primi mesi furono intensi e appassionati, ci divertimmo molto ed eravamo molto presi. Innocentemente credevamo che un giorno ci saremmo sposati. Ben presto, però, sorsero i primi problemi. Il tempo insieme non lo passavo mai a parlare e i dubbi cominciarono a venire fuori. Cominciai a credere, di tanto in tanto, che forse non l'amavo veramente, sennò perchè non parlavamo. Perché con lei non lo facevo e con tutte le altre persone sì? Ad un certo punto il pensiero di non amarla realmente divenne quasi una certezza, e soltanto perché la relazione non era nata perfetta. Nella mia testa da ragazzino inesperto se le cose non erano perfette da sé allora non eravamo fatti per stare insieme. Quando le condivisi le mie perplessità la vidi sconvolta e sul punto di piangere. In quell'istante, di fronte a quella sua espressione, mi sentii uno schifo e tornai subito sui miei passi. L'averla vista stare così male in vista di una possibile separazione mi fece scattare qualcosa: "come posso pensare di non essere innamorato di lei? è così perfetta, buona, amorevole, dolce... Devo fare in modo che tutto sia perfetto." Così cominciammo a parlare sempre di più e a vederci anche fuori casa, appena fu possibile. Sì perchè i primi mesi ci vedevamo sempre e solo a casa di lei e rimanevamo in silenzio a guardare un film o a baciarci. Dopo poco tempo che cominciammo a prendere questa nuova abitudine, vicino a lei mi sentivo ancora meglio, potevo confidarle qualsiasi cosa. Sostanzialmente divenne anche la mia migliore amica.

Dal diario... [da sistemare]

Si innamorarono all'improvviso. Fu come se le loro anime, in un mondo che non era quello sensibile, fossero unite e poi, entrando in due corpi differenti si fossero separate. Non si reincontrarono per molto tempo e quando accadde non si riconobbero. Solo dopo dei mesi in cui furono vicine si risvegliarono. Da lì non fecero altro che cercare di fondersi, ricercando la loro forma originale. Per questo Leo e S. sentivano il costante bisogno dell'affetto dell'altro. La voglia di abbracciarsi, baciarsi, fare l'amore, veniva da questo ardente desiderio di unione delle loro anime. Il sesso era il massimo unificatore e il loro era straordinario. Non meno favoloso erano i momenti in cui si divertivano insieme, dove il loro contatto era più platonico. Le parole di uno, indifferentemente quali fossero, facevano sempre breccia nel cuore dell'altro e le risate lo ricaricavano d'amore.

Ardevano d'amore e l'unica cosa che volessero era stare per l'eternità insieme, così fu. 

Un'aspirante qualcunoWhere stories live. Discover now