Parte 13

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Dal diario...

Ci sono dei momenti nella vita in cui ci si sente persi e per non perdersi ulteriormente si rimane fermi. Inutile vagare a vuoto se non si sa da che parte andare. Una fase di stallo va accolta come pausa di riflessione, come un'occasione per conoscersi. E' giusto fermarsi se se ne sente il bisogno. "Sono bloccato in un incrocio con quattro strade diverse". Ora due, credo...

Di notte ero disteso nel mio letto ad osservare le tenebre e, ad un certo punto, la statuina di Ercole prese vita davanti a me e cominciò ad attaccare quella di Socrate. Era uno scontro violento, fisico e impari. L'ombra di Ercole sovrastava quella di Socrate, lo stava distruggendo, eppure il filosofo era impassibile. Uno scontro particolare, interessante, una metafora del mio conflitto interiore. Quella notte il mio inconscio mi parlò e io capii di essere ancora bloccato tra diverse possibilità. Non ero ancora pronto per scegliere, non lo sono ancora adesso, ma sono fiducioso che arriverò ad una conclusione soddisfacente. Ma perché Socrate subiva senza fare nulla? Che cosa lo frenava? Che cosa sapeva? Sperava che lo salvassi? Cosa sta succedendo dentro di me?

Quella stessa notte sognai un altro combattimento: tra Achille ed Ulisse...

Dovrò prendere delle decisioni difficili, ma non è questo il momento di farlo. Ora devo indagarmi, per trovare le risposte che cerco. Ho fretta di sapere che fare, manca troppo poco tempo.

Entrare nell'Esercito o fare l'Università? La scelta è ardua per via di lei: non mi ci voglio separare. Forse andarmene per un po' puo' essere una sfida per me e una prova per noi, ma ho paura di perderla. E se il nostro amore non fosse abbastanza forte? No, impossibile. Comunque, però, non voglio testarlo, non ce n'è bisogno. Sento la necessità di andarmene ma anche il bisogno di stare con lei.

E' una fortuna o una sfortuna essere così follemente innamorato di lei? Non lo so. Il nonno dice che la fortuna non esiste, puo' essere. Trovare un amore del genere, così grande, penso sia complicato. Non ho la maturità per gestirlo, sono ancora troppo piccolo per tutto questo. Forse dovrei provare a non gestirlo, a lasciarmi andare completamente. Non lo so.

Devo dire però che non ho nulla di cui lamentarmi, perchè a parte qualche dubbio sta andando tutto bene. Sono grato di avere S. nella mia vita, di aver capito che la mia passione è la scrittura e che una cosa importante che io faccia sia cercare la verità. Ho ottenuto risposte a diversi dubbi assillanti in passato. Sono ottimista, sarà così anche questa volta, ne sono sicuro. Troverò le risposte che cerco.

Un giorno collegherò tutti i puntini.

Siamo al teatro romano di Verona e contempliamo la bellezza della città assaporando la bellezza del momento, mano nella mano. Il contatto tra noi è più profondo di quello superficiale, di quello che si vede dall'esterno. Mano nella mano: solo una dimostrazione fisica di quello che sta avvenendo nell'invisibile. Io e lei ci fondiamo in un unico e splendido essere e accogliamo l'amore e la meraviglia. Siamo il punto di congiunzione dell'amore di Dio, siamo tutto e niente.

Un ricordo magico che avremo dentro di noi per sempre, un ricordo contornato da una luce pura e bianca, di un bianco scintillante, celestiale. Un amore trascendentale.

Quello che c'è tra noi è raro, unico, bellissimo. Sono grato di averla nella mia vita. Desidero passare la mia intera esistenza con lei, però sento il bisogno di andarmene per un po'. Non da lei, ma da tutto il resto: dalla famiglia, dagli amici, dalla scuola. Cazzo se la scuola mi ha fatto del male. Mi ha distrutto, non ce la faccio più. Tra qualche mese dovrò persino fare quella merda di Maturità.

Vedo tutto sfocato, non capisco pienamente quello che voglio. Mi sento in gabbia. Ho bisogno di liberarmi ma non ci riesco, magari non è ancora il momento. Per questa ragione sono nervoso. Nervosissimo.

Oggi sono tornato a scuola dopo una settimana passata a casa per febbre ed è stato un rientro terribile. Io non so perché ci vado ancora a scuola, è un posto orrendo. La professoressa mi voleva interrogare a sorpresa. Pensavo che non fosse giusto nei miei confronti visto che i giorni precedenti non potevo studiare perché stavo male. Gliel'ho in modo leggermente alterato. Mi ha detto che secondo lei le cose le sapevo lo stesso e potevo cavarmela. Io le ho assicurato che non sapevo proprio nulla. Allora mi ha risposto che, siccome mi aveva visto prendere appunti sull'argomento dell'interrogazione, credeva che io me la potessi cavare. Forse sì, non lo sapremo mai, io avevo già scelto di non andare. "No, col cazzo che vengo oggi, non è giusto chiamarmi oggi. Vengo volentieri la prossima volta, ma oggi proprio no". Lei ha continuato ad insistere ed io mi sono impuntato ancora di più. "Io ho fatto la mia scelta, oggi non vengo. Se ne faccia una ragione. Faccia quello che deve, non mi interessa". La prof. ha concluso con un: "non discuto con le persone non adulte." E mi ha messo un bel due, la stronza.

Un'aspirante qualcunoWhere stories live. Discover now