♥️26. Ora che l'ho perso♥️

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Non sapeva quanto tempo era passato da quando aveva messo piede in quell'ospedale, non sapeva se i due ragazzi stavano bene realmente oppure no... Non sapeva assolutamente niente se non solo il vuoto che lo circondava.

Era lì seduto, era circondato da uomini e donne eppure lui si sentiva solo... Nessuno, nemmeno il cognato era riuscito a farlo riprendere da i suoi pensieri...

Non ti rendi conto di ciò che provi fino a quando non lo perdi... Per molto tempo si era chiesto se questa frase fosse reale oppure no, se chiunque l'aveva detta lo aveva provato sulla sua pelle oppure solo per passare come il filosofo della situazione, l'aveva buttata fuori così...

Fatto sta che lui lo stava provando in quel preciso momento...

Lui stava provando dolore sia per la perdita di colui che era suo marito, sia perché a distanza di anni aveva lasciato che i suoi sentimenti finalmente uscissero... Aveva perso ciò che lo rendeva vivo...

Si, perché Park Jimin era stato l'unico che con i suoi modi di fare, i suoi pensieri e il suo corpo lo aveva fatto sentire vivo... Perché ora lui si sentiva vuoto e morto dentro...

Alzò il viso solo quando sentì il nome dei due ragazzi e un medico che gli spiegò cosa gli era successo e come stavano.

"I due ragazzi sono sani e salvi, il signorino Taehyung ha due costole rotte e una mano rotta... Cose che per fortuna non sono gravi... Il signorino Hoseok invece ha una gamba rotta e una spalla rotta... Ma come il primo niente che non si possa curare... Sono entrambi stati intossicati dal fumo, per fortuna sono stati salvati in tempo... Per il resto rimarranno qui in ospedale per tutto il tempo che serve per farli riprendere per bene..."

"Va bene... Faccia ciò che deve e non badi a spese... Posso vederli?"

"Si... L'infermiera la accompagnerà nella loro stanza..."

Seguì la donna verso un lungo corridoio fermandosi davanti una porta con il numero 13, un piccolo sorriso nacque sulle sue labbra pensando che quello era il numero preferito di Jimin...

Si ricompose facendo un profondo respiro, non sapeva il motivo ma aveva paura... Ma paura di cosa poi? Forse paura di affrontare lo sguardo di quei due ragazzi che prima di cacciarli si erano quasi dichiarati... Si, aveva paura di ciò... Ma non poteva rimanere lì a vita, aprì la porta entrando venendo accolto da un suo di bip continuo e il rumore di respiri leggeri, osservò i due ragazzi, lì stesi che non si muovevano.

"Per fortuna siete vivi..."

Sussurrò avvicinandosi a i loro letti, portava lo sguardo prima da uno poi dall'altro cercando di vedere se uno dei due fosse sveglio...

"Mi dispiace... Dovevo esserci anche io..."

Sospirò prendendo una sedia mettendosi tra i due letti seduto, avrebbe voluto dire altro ma ogni parola si fermava nel vedere i loro volti pieni di lividi, labbra rotte e screpolate, e varie ferite...

Rimase lì per molto tempo tenendoli sotto controllo, solo per accettarsi che stessero bene, anche se sotto sotto lui sapeva benissimo il reale motivo perché rimase...

Mentre li osservava mille domande a cui non riusciva a dare una risposta gli ronzavano in testa, però ce ne era una che superava tutte le altre...

Come era possibile che i due ragazzi si erano salvati e Jimin no? Conosceva bene suo marito e sapeva che anche con la merda fino alla testa era in grado di tirarsi fuori... Eppure non era successo... Lui non si era salvato...

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