55. manca poco

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Joseph guardava Beatrice muoversi sinuosa sul cubo al centro del vecchio studio, stretta in un vestitino fucsia brillantinato, messo a disposizione dalla produzione, e che, a parere del romano, era fin troppo corto e attillato, difatti metteva in risalto le forme generose della sua ballerina. Lei, lì sopra, ballava a ritmo della musica da discoteca che era stata messa, con un sorriso dolce e divertito ad abbellirle le labbra, e una risata cristallina che non riusciva a sentire. Stringeva tra le mani un cocktail analcolico color arancio, e, di tanto in tanto, poggiava le labbra carnose sul bordo del calice, ingerendo il liquido. Tutto sotto lo sguardo del cantante, che, accanto a Salvatore e a Christian, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.

Qualche ora prima, infatti, erano tutti stati avvertiti del fatto che avrebbero trascorso una serata diversa per festeggiare i videoclip di Solo stanotte e Mammamì, e così, dopo essersi tutti vestiti con abiti tipici da discoteca, erano stati invitati a raggiungere il loro vecchio studio, che era stato allestito a pieno stile locale notturno, con le luci basse, un lungo tavolo pieno di drink - analcolici, ovviamente - e stuzzichini. Addirittura erano stati messi dei cubi, più utilizzati dalle ragazze che dai ragazzi, che si erano immediatamente fiondati sul cibo, come loro solito. Le tre donne, invece, se ne stavano lì a muoversi a ritmo di musica, inconsapevoli degli sguardi dei loro amici, che si rendevano conto, ancora una volta, di quanto fossero stati fortunati ad avere avuto delle compagne del genere.

«Vi posso dire una cosa? — Christian, infatti, poggiò le mani sulle spalle di Joseph e Salvatore — Siete due ragazzi fortunati» sorrise loro, riconoscendo quanto fossero belle Beatrice e Marisol, ma non era solo un fattore estetico; erano due belle persone.

Petit fu il primo a rispondere. «Confermo. Dove la trovo n'altra così?» chiese in un sussurro, più a se stesso che ai suoi amici, osservando la sua ballerina danzare assieme a Sarah. Senza pensarci due volte, la raggiunse, pronto a stare con lei.

Joseph invece non rispose, ignorando il fastidio avvertito a causa delle parole di Christian. Sapeva quanto lui e Beatrice fossero amici, e quanto, in fondo, fosse ancora legato a Gaia, quindi non era affatto geloso, ma era normale avvertire una leggera irritazione nel rendersi conto che la propria ragazza venisse guardata e apprezzata da altri. Ciononostante, questo lo rendeva anche parecchio entusiasta: loro dovevano limitarsi a guardarla, a differenza sua.

Il solo pensiero gli fece nascere uno spontaneo sorriso in volto, e, dopo aver mandato giù un sorso di qualunque cosa ci fosse all'interno del suo bicchiere, poggiò quest'ultimo sul tavolo, e si avvicinò al cubo sul quale Beatrice si muoveva oramai da una buona decina di minuti. Fece scorrere il suo sguardo su tutto il suo corpo, indugiando sulle gambe nude e toniche, fino ad incontrare i suoi occhi, poggiati già sulla sua figura.

Beatrice, che aveva avvertito lo sguardo di Joseph su di sé per tutta la serata, stava solo aspettando che le andasse vicino, e, quando se lo ritrovò lì, allungò la mano verso di lui, invitandolo a salire sul cubo. Joseph, capendo le sue intenzioni, ruotò gli occhi al cielo con un sorriso divertito in volto, prima di assecondare i suoi gesti e trovarsi al suo fianco. La guardò per qualche secondo e poi poggiò le mani sui suoi fianchi, facendo scontrare i loro corpi.

C'erano solo loro in quel momento.

«M'hai fatto seriamente salì sul cubo — rise incredulo — Pensa te quanto te sto sotto» ammise, facendole spuntare un dolce sorriso sul volto, che lui immediatamente baciò.

Bea, poco dopo, si staccò. «Che te dispiace? Penso tu m'abbia guardato abbastanza» fece presente, allacciandogli le braccia al collo e carezzandogli la nuca.

𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holdenWhere stories live. Discover now