Lo scorbuto - parte 2

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Horace Lumacorno era un uomo piuttosto alto e grasso, con slavati occhi verdi, pochi capelli grigio-argento e un paio di grossi baffi bianchi che Harry aveva sempre reputato buffi, rendendolo simile a un tricheco. In quel momento, nel guardarlo, non ci trovò nulla di buffo. Provava solamente tanta paura.

Horace era il medico di bordo, la sua specialità era essere un alchimista e le sue pozioni compivano veri e propri miracoli. Il Capitano pregò qualunque divinità ci fosse sopra di lui che un miracolo potesse accadere in quel momento. Si sarebbe convertito a qualunque credo, pur di salvare la vita al proprio amato.

Il medico scrutava con occhi piccoli e acquosi il corpo esanime di Draco, mollemente adagiato sopra il letto di Potter. Il pirata era stato risoluto e aveva preteso che il giovane fosse condotto lì, nonostante avesse una propria stanza. Harry lo voleva vicino, non lo avrebbe mai più lasciato.

Da quando era svenuto sul ponte non aveva più ripreso i sensi. Lumacorno gli si avvicinò e gli sollevò i pantaloni partendo dalle caviglie, rivelando delle piccole emorragie sottopelle, simili a petecchie violacee che puntellavano le gambe del ragazzino. Era un quadro raccapricciante.

Il moro dovette reprimere la nausea e i conati. Stava per crollare. Lo sapeva. Lo sentiva. Ignorava per quanto tempo ancora avrebbe resistito.

Hermione singhiozzava in maniera incessante, strizzando piccole pezze di stoffa in un secchio, per poggiarle delicatamente sulla fronte bollente del biondo. Cercando disperatamente di far scendere la sua temperatura corporea. "Avrebbe bisogno di un bagno di ghiaccio", balbettò, a intermittenza, tra i singhiozzi.

Harry esplose, esasperato. "Dove cazzo lo trovo del ghiaccio in mezzo all'oceano?! Eh?! Sai dirmelo?!", l'aggredì, logorato dal rimorso, dal dolore, dalla più sordida paura del mondo. Paura di perdere chi si ama. Non sapeva neanche se Draco fosse riuscito a sentirlo. A sentire che gli confessava di amarlo. E se fosse morto senza saperlo mai? No! Non sarebbe morto! Non lo avrebbe permesso! Non ora che Draco gli aveva confessato di amarlo!

Gesù, quel ragazzino meraviglioso, bello, intelligente, sagace, colto, lo amava. Proprio a lui. Rozzo e buzzurro com'era.

Ron gli poggiò una mano sulla spalla. "Harry...", cercò di calmarlo, ma il suo tono pacato, quasi arreso, lo annientò del tutto, facendolo esacerbare ancora di più.

"Sta' zitto! Sta' zitto cazzo, non voglio sentire nessuno tranne Horace", ruggì, minaccioso.

Il vecchio si voltò verso di lui, sentendosi chiamato in causa, e lo scrutò con un cipiglio corrucciato. "Il ragazzino... mangia abbastanza? Ti sei accorto se salta i pasti o li consuma regolarmente? Quanta razione gli spetta?", lo affossò con una serie di domande cui il pirata non seppe dare una risposta.

Si infilò le mani tra i capelli, frustrato, tirandoli violentemente fino a procurarsi un vero male fisico. "Cazzo, no-n lo so... io non lo so, non lo so! Perché cazzo tutti mi chiedete se mangia abbastanza?! Non sono la sua fottuta balia!", sbottò, sull'orlo di una crisi di panico, i profili delle cose si offuscarono sotto i suoi occhi.

"Ha lo scorbuto", commentò Lumacorno, lapidario e luttuoso.

Harry barcollò, sentendo il pavimento mancare sotto i piedi, e le mani robuste di Ron accorsero subito per sostenerlo e rimetterlo in piedi.

"Merda no, no, no... a che stadio è? È colpa mia, è solo colpa mia. Avrei dovuto immaginarlo. Avrei potuto evitarlo. Avrei dovuto farlo mangiare con noi invece l'ho relegato insieme agli altri. L'ho trattato come gli altri. Ma lui non è gli altri", uggiolò il Capitano tutto d'un fiato, perdendosi in disperati singhiozzi, mentre tutto il suo corpo massiccio era scosso dai tumulti. Forti e impetuosi.

Il lord e il pirata - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora