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Gli incubi iniziano sempre allo stesso modo. Nella stessa stanza buia che è incisa nel mio cervello per il resto della mia vita con l'unica piccola lampadina che mi ha concesso. Sono nell'angolo e sento il cemento freddo attraverso la camicia sottile. La mia testa poggia sulle ginocchia ma non piango. Ho finito le lacrime secoli fa. Mi sono appena svegliata da un episodio di svenimento e convulsioni, ma questo non lo ha mai fermato.

Mi è stata diagnosticata l' epilessia e il diabete di tipo uno quando sono nata. Nessuno lo sa. Sto bene e posso gestirla da solo. Ho medicine e iniezioni di insulina che devo prendere ogni giorno. Non so come sono sopravvissuta tutto quel tempo nel seminterrato buio, ma so che l'ho fatto. Sento il trascinamento delle catene su e giù per il corridoio. Lo fanno ogni giorno per spaventarmi e dirmi che stanno arrivando.

Avevo paura del suono, ma mi ci sono abituata e lentamente è stato incorporato nella mia testa, suonando più e più volte come una canzone a ripetizione che non ha un pulsante di pausa. Il suono mi ricorda il dolore e mi ricorda che non sono intorpidita come una volta. Quando ero chiusa in quella stanza buia non sentivo nulla. Quando la porta scricchiolava mentre la spingeva aperta o la chiusura dei lucchetto e i suoni delle mie urla. Sono diventata insensibile ma mai abbastanza da bloccarlo. Ho sentito ogni colpo, ogni calcio, niente poteva mai intorpidire completamente il dolore fisico.

Ho bloccato il mio incubo mentre mi sedevo contro la testiera. Devo uscire. Io vado verso la porta e lentamente la apro in modo da non fare rumore prima di scendere le scale e uscire dalla porta sul retro del giardino. Era sempre il mio posto preferito. Io uscivo qui con Luco, Alessandro ed Emilio e caminavamo qui per ore prendendoci cura dei bei fiori. Luco non e mai rimasto a lungo. Si annoiava facilmente, ma ogni volta che glielo chiedevo diceva sempre di sì. Lo noto ora.

Tutto e diverso ora. Vorrei poter tornare a quel tempo in cui tutto era facile e la maggior parte di noi era innocente e intatta, non avendo idea dell'oscurità che si stava dirigendo verso di noi. Mi siedo davanti al mio fiore preferito. Il rossore spicca tra tutti i colori pallidi della scelta di mia madre. Il fiore di anemone è sempre stato il mio preferito in quanto non era così scontato come le margherite e le rose bianche che mia madre inizialmente piantava prima di abbandonare del tutto il giardino.

Tutti i ragazzi mi hanno aiutato a piantarli, tutti si sono lanciati per aiutare la loro sorellina a piantare un fiore stupido. Stanno ancora fiorendo mostrando le cure che ganno ricevuto nonostante il mio tempo lontano. Luco entra con una brocca d'acqua in mano non accorgersi di me finché non si avvicina. Si ferma pietrificato sulle sue tracce fissandomi con gli occhi spalancati prima di mettere lentamente la brocca a terra. Torna al fiore mentre inizia ad annaffiarlo e la mia mente diventa tutta nebbiosa. Sento che il suo corpo si abbassa lentamente a terra accanto a me. Nessuno dice nulla osando non rompere il silenzio prima che uno di noi se ne vada inevitabilmente. Alza il braccio e mette la mia testa sulla sua spalla avvolgendo le braccia intorno a me, tenendomi stretta. Lo sento riposare il mento sulla mia testa e fare un respiro profondo.

Sento il ritmo costante del suo cuore sul mio viso mentre ranniccio la testa ulteriormente nel suo petto trovando calore nel suo abbraccio. Il silenzio rimane ininterrotto ma non mi dispiace. La sensazione di essere al sicuro, avvolta tra le braccia di tuo fratello. La sensazione di essere intoccabile perché sono lì. Dopo tutto avrei rinunciato a tutto per un abbraccio genuino da uno dei miei fratelli. I miei ultimi momenti su questa terra voglio che siano questi. Avvolta tra le braccia di mio fratello dicendo nient'altro che tutto allo stesso tempo. Questa è la sensazione di essere a casa.

Presto ci allontaniamo lentamente l'uno dall'altro prima di stare entrambi in piedi in silenzio. Afferra la brocca senza dire nulla e me la da. Ho annuito con la testa e presto stiamo entrambi innaffiando i fiori e le piante insieme. Quando dobbiamo tornare alle nostre camere ci separiamo in silenzio. Mi dirigo verso la doccia cambiandomi e sdraiandomi a letto finalmente facendo uscire un respiro mi sentivo come se stavo tenendo per l'eternità. Forse sarà diverso.

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⏰ Last updated: May 07 ⏰

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Dark Dreams di "LYNNDEH"Where stories live. Discover now