28. lo Space

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Pov Melissa

Smisi di canticchiare quando poco più avanti vidi un enorme edificio con la scritta "Space".
Mi girai verso Dimka ma non feci in tempo a porre la domanda che lui annuì.

<<sì,è quello>>

Sorrisi nervosamente.
Da come me ne avevamo parlato tutti sembrava un bel posto,però,in quel momento,in cui tutto sembrava starsi facendo così reale e concreto mi vennero in mente le parole dei miei ex,fidanzati o amici,gli insulti per il mio essere troppo infantile,e la paura di essere schernita ancora una volta prese il sopravvento.

<<ehm...oggi c'è tanta gente....forse è meglio venire in settimana,rimandare a un altro giorno mh?>>

La mia voce nervosa accompagnava le azioni di Dimitri ,che nel mentre aveva tirato fuori una scheda e l'aveva passata davanti a uno scanner all'entrata del parcheggio sotterraneo,subito dopo le sbarre si sollevarono,permettendoci di entrare.

<<tranquilla,non è un posto conosciuto da molti>>
Detto ciò girò a destra,e poi a sinistra e di nuovo a sinistra.
Guidava come se conoscesse quel posto meglio delle sue stesse tasche.

<<però oggi è domenica ci saranno comunque....poi,in effetti,forse è meglio tornare da strada....così io studio....e tu sistemi gli appunti su cui avevo dipinto no?>>

Dimitri appena finì la manovra di parcheggio si tolse la cintura di sicurezza e si voltò,di tre quarti,verso di me.

<<c'è sempre gente, tu hai studiato abbastanza e io ho già ristampato ieri quei documenti.....ora,o mi dici cosa ti passa per quella testolina o giuro che ti tiro fuori ogni pensiero malsano a furia di sculacciate,e stavolta non userò solo la spazzola>>
Lo sguardo fermo con cui mi stava osservando sottointendeva che era più che pronto a realizzare la,non tanto velata,minaccia.
Per un attimo mi sfiorò la mente la possibilità di accettare la seconda opzione,almeno saremmo tornati a casa.

No,non sarebbe giusto....lui sta impiegando il suo tempo per realizzare un mio desiderio,devo dargli fiducia,dirgli la verità.

Sospirai,la mia coscienza aveva ragione.

<<i-io...ho paura>>
Ammissi abbassando il capo,che subito mi fu rialzato da due delle dita di Dimitri.

Con l'altra mano inevce ricoprì entrambe le mie,infondendomi velocemente un senso di sicurezza.

<<ei kótik,guardami....con me non devi mai abbassare lo sguardo.
Adesso ci prendiamo il nostro tempo,si?
Io sono qui,per te....sono pronto ad accogliere tutto ciò che vorrai dirmi,tutte le tue ansie,paure e problemi.....li risolveremo.
Voglio aiutarti ma devi permettermi di farlo...
Se poi è il luogo il problema,va bene,possiamo andare a casa...però una volta li dovrai dirmi cosa ti fa stare male>>

Quelle parole mi fecero sciogliere il cuore,era lì per me,non mi stava accusando,mi stava dando il mio tempo,ed era disposto a mandare a rotoli tutti i piani della giornata,a tornare indietro,solo per una vaga parvenza di un mio malessere.

<<.....molte persone per me importanti hanno deciso di..."allontanarsi" ,dopo aver scoperto il mio lato "infantile" .....quindi in pubblico cerco di non farlo uscire fuori e......ho paura la gente lì fuori mi giudichi....m-mi prenda in giro...o...>>

Non riuscì a terminare che calde lacrime presero a scendere giù dalle mie guance.
Dimitri non perse tempo,premette il pulsante e mi liberò della cintura di sicurezza,nemmeno pesassi quanto una piuma mi tirò a se facendomi finire a cavalcioni su di lui,ed io,istintivamente,nascosi il viso nell'incavo del suo collo.

rowWhere stories live. Discover now